Home Notizie Alessandro Greco contro Barbara d’Urso a Live: “Artefice e consapevole del trash, serve coerenza”

Alessandro Greco contro Barbara d’Urso a Live: “Artefice e consapevole del trash, serve coerenza”

Il conduttore pugliese commenta su Twitter la prestazione della collega nell’ultima puntata di Live – Non è la d’Urso

pubblicato 21 Ottobre 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 12:29

Un’esperienza da dimenticare per Alessandro Greco quella da spettatore di Live – Non è la d’Urso, la trasmissione di Canale 5 in cui è incappato ieri notte, domenica 20 ottobre. Ore 1.15, il conduttore rimane attonito di fronte al talk e decide di impugnare lo smartphone per commentare lo spettacolo (qui il post). Il blocco incriminato è quello dedicato alle trasgressioni degli italiani, che ormai caratterizza l’ultima parte del programma. Fra star dei film a luci rosse, gemelli alternativi e “turiste romantiche” abbandonate, la conduttrice Barbara d’Urso, che interpreta il ruolo di chi ha vissuto nella bambagia per 62 anni. Scambisti e film vietati ai minori fra sole donne? Questi sconosciuti.

Siamo sotto il trash, non si può nemmeno considerare intrattenimento tv. E la cosa più triste è il finto disincanto di Barbara d’Urso. Oddio, chi è? Cos’è? Ma cosa mi tocca fare!? Sei artefice e consapevole di tutto, almeno un po’ di coerenza.

L’accusa dell’ultimo conduttore di Miss Italia è chiara: Barbara d’Urso, padrona di casa a Live – Non è la d’Urso, getterebbe il sasso e nasconderebbe la mano, organizzando una discussione sul sesso dall’alto della montagna del sapone. Eppure, la parte è funzionale al ruolo della presentatrice, che ha il compito di condurre e di immedesimarsi nello spettatore tipo, intrigato dalla chiacchiera piccante, ma comunque distaccato.

Una garanzia di moderazione, nonostante in passato Barbara d’Urso abbia dato prova di essere molto più smaliziata, tra copertine sensuali per Playboy e l’erotismo psichedelico di Stryx. Nella trasmissione cult del 1978, in onda sulla seconda rete della Rai, la mattatrice stakanovista, allora ventunenne, si esibiva a seno scoperto fra baccanali, animali e riproduzioni di riti pagani. Altri contesti, altri periodi, altri incarichi.