Del Debbio si sdoppia: ospite contemporaneamente a Fuori dal coro e a Fake
Paolo Del Debbio si sdoppia e mercoledì sera appare contemporaneamente sia a Fuori dal Coro che a Fake. Frecciata a Valentina Petrini: “Troppe puntate sui rom? Altri dedicano molte puntate ad altre cose”. Riferimento a Piazzapulita?
Paolo Del Debbio si sdoppia ed è ospite contemporaneamente sia a Fuori dal coro che a Fake. Il conduttore di Dritto e rovescio si presenta prima nel programma di Mario Giordano e, a partire dalle 23.30, appare anche su Nove nella trasmissione di Valentina Petrini.
Il Del Debbio ‘live’ è quello di Rete4, mentre quello che si confronta con Peter Gomez sulle bufale che circolano in rete è stato registrato diverse ore prima. Difficile immaginare che a Mediaset non sapessero della ‘trasferta’ del giornalista che ha addirittura coperto tre blocchi del talk di Giordano dedicati, tra le altre cose, alla musica trap – con tanto di faccia a faccia con Young Vegeta – e agli affari dei locali a luci rosse.
Se la versione ‘casalinga’ propone un Del Debbio ironico e senza freni, dalla Petrini l’atteggiamento è più misurato e sulla difensiva. Qui gli viene chiesto conto degli ampi approfondimenti dedicati alle vicende dei rom.
“Perché dedichi tutte queste trasmissioni a questo tema, magari anche prestando il fianco agli odiatori?”, domanda la padrona di casa. “Hai già dedicato tre puntate, non diventa un po’ morboso?”. Del Debbio incassa, ma replica a tono: “Può anche essere, altre trasmissioni dedicano molte puntate ad altre cose, io le dedico a queste. Potrebbero essere morbosi pure gli altri”.
Nessun riferimento diretto, tuttavia si fa fatica a non immaginare un’allusione a Piazzapulita, diretto concorrente di Dritto e rovescio che vede nel cast la presenza della stessa Petrini.
Etichettato come giornalista vicino al centrodestra, Del Debbio si difende: “Mi si può dire che faccio una trasmissione di merda, ma non che sono fascista”. Inevitabile quindi un commento sull’astensione alla mozione di Liliana Segre:
“Mio padre è morto molto presto per questioni di salute legate alla sua permanenza nel campo di concentramento di Luckenwalde, quando vedo queste robe mi vien da piangere, perché mi ricordo i racconti del mio babbo. Avrei discusso quella mozione perché è molto confusa, c’è dentro tutto e il contrario di tutto. Però se c’è una che è stata ad Auschwitz e fa una mozione, io la voto”.