Fazio alle Sardine: “Vi chiameranno buonisti… sono campione del mondo nella disciplina, eh”
A Che Tempo Che Fa Fabio Fazio intervista i fondatori delle Sardine.
Nel giorno del flash-mob a Milano, spostato a Piazza Duomo per il grandissimo afflusso di persone, Fabio Fazio ha ospitato a Che Tempo Che Fa i ‘fondatori’ del movimento delle Sardine. Una prima volta in Rai, a memoria, ma non una prima volta in tv, visto che hanno accettato l’invito a PiazzaPulita: due ospitate selezionate, come nelle intenzioni dichiarate dai quattro trentenni decisi a non voler diventare strumenti e pedine di un certo tipo di talk politico.
La presenza nel contenitore d’intrattenimento dei quattro ‘fondatori’ aiuta a inquadrare un fenomeno, ancor più che un movimento, che ha facilmente superato i confini bolognesi per inondare tutta Italia. E a spiegarne le origini.
Mattia Santoni, di fatto il principale portavoce, ha 32 anni, è laureato in scienze politiche (si definisce ‘economista’: è stato lui a chiamare, una notte, i suoi amici sull’onda di un’idea che sta ridefinendo l’agenda politica nazionale. Con lui Roberto Morotti, 31 anni, ingegnere che lavora in uno studio di progettazione, Giulia Trappoloni, 30 anni, fisioterapista e insegnante di danza, e Andrea Garreffa, 30 anni, organizzatore di tour in bici in giro per l’Europa. Quattro ragazzi come molti altri, che hanno vissuto insieme per quattro anni e che insieme hanno lanciato l’amo per rinnovare i modi del coinvolgimento popolare alla politica.
“Sarete chiamati buonisti, lo sapete, vero? Io sono campione del mondo in questa disciplina”
scherza Fazio, chiedendo loro di raccontare l’origine di tutto.
“Questa idea è nata per essere un’alternativa alla campagna elettorale in Emilia Romagna. Abbiamo ragionato sull’attuale rapporto tra virtuale e reale in politica: il virtuale alimenta il populismo e quindi abbiamo deciso di combattere la bestia del populismo con corpi in piazza, che non sono manipolabili. Una piazza piena di gente è un messaggio che non ha bisogno di fitri”
spiega Mattia, evidenziando come l’elemento essenziale che ha reso i ‘banchi di Sardine’ un’onda travolgente sta nella scelta di non avere nessun tipo di bandiera:
“E’ ora di cambiare il linguaggio politico. Bisogna imparare a riconoscere che ci sono probemi complessi che non possono essere risolti con gli slogan, certo non con “prima gli Italiani”. Il nostro è il più grande movimento di avvicinamento alla politica degli ultimi 20 anni, che io mi ricordi. C’è un sacco di gente come noi, che hanno studiato, che esprimono con la propria vita un pensiero politico che non trova rappresentanza. Ci temono di più a destra, a sinistra facciamo riflettere”.
Ma a proposito di rappresentanza, i 4 non pensano di far evolvere la catena di flash-mob in un movimento politico tout-court, sia per coerenza e perché il turbine di queste ultime due settimane consiglierebbe loro di star lontani dalla politica. Vedremo se l’invito di Fazio, e lo spazio concesso agli oppositori della bestia populista agiterà i vertici di Rai 2, tanto più che ormai il direttorissimo Carlo Freccero ha dovuto lasciare l’incarico per ‘decorrenza dei termini’.