Home Duilio Giammaria a Blogo: “Petrolio su Rai 2 per me è una sfida. Salini ci ha dato tanta fiducia”

Duilio Giammaria a Blogo: “Petrolio su Rai 2 per me è una sfida. Salini ci ha dato tanta fiducia”

Il giornalista al timone dell’undicesima edizione del programma d’approfondimento. Nel primo appuntamento Il mondo (segreto) di Amazon: “Nessuno sa che cos’è Amazon veramente dietro le quinte”

pubblicato 4 Dicembre 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 10:28

Venerdì 6 dicembre su Rai 2 prenderà il via l’11ma edizione di Petrolio, fiore all’occhiello del servizio pubblico che dopo 6 anni in onda su Rai 1 (fra seconde serate e speciali in prime time) trasloca su Rai 2. Economia, salute, ambiente e futuro dell’uomo sono le parole chiave che accompagneranno le tre puntate condotte come sempre da Duilio Giammaria che, raggiunto da Blogo, ci ha raccontato le sensazioni e le novità della nuova stagione.

11° edizione di Petrolio, sbarca su Rai 2. Quali sono le novità?

Innanzitutto che andiamo in prima serata in pianta stabile il che mi sembra già una grande novità. In una rete che aveva ormai perso il suo spazio informativo dopo le vicissitudini di Popolo Sovrano e così via. Non siamo in una rete dove c’è un’attitudine di ascolto sull’informazione. Comunque facciamo volentieri questo sport. Quest’anno vogliamo puntare molto a specificare meglio tutto il nostro potenziale che è esattamente di due tipi: ragionamento e approfondimento sulle grandi questioni del mondo, quindi le grandi questioni che entrano nel soggiorno delle case degli italiani.

Nella prima puntata si parlerà della realtà Amazon e dei suoi segreti, Giammaria ci dice:

Ciascuno di noi sa che cos’è Amazon, è cliente (o lo sarà) ed ha interagito. Però pochissimi sanno, anzi quasi nessuno sa che cos’è Amazon veramente dietro le quinte non solo dal punto logistico e operativo, ma di tutta l’intelligenza artificiale che c’è dietro nel gestire questa complessissima macchina, forse la più sofisticata del mondo e della storia dell’umanità.

E’ vero che Amazon è usufruito da una fascia d’età 0-99 anni, ma è usato soprattutto dai più giovani. Mi aggancio a questo chiedendole: il trasferimento su Rai 2 è visto da lei anche come una prova per capire se Petrolio si può rivolgere ad un pubblico di giovanissimi? 

Sì, sì certo. Tutto quello che è economia digitale si rivolge ad un pubblico soprattutto giovanile ma speriamo di poter raggiungere quel pubblico là che è tendenzialmente un pubblico più da Rai 2 che da Rai 1, ma al tempo stesso di poter portare una parte del pubblico di Rai 1 che si è fidelizzato.

La sente come una sfida?

Beh certamente è una bella sfida. Ma sai, ogni puntata è una sfida. Pensa che lo slogan di Amazon è Stay one e anche per noi ogni puntata è Stay one. Quindi noi siamo una start-up.

Le novità di questa edizione, ce ne sono due in particolare:

Giusto, abbiamo il black mirror che sarà un faccia a faccia tecnologico estremamente sofisticato. E’ molto concentrato verso una nuova forma di tecnologia. Riusciamo a condensare dati, immagini, cifre e parole intorno a un ospite che sarà filtrato da uno schermo che abbiamo metaforicamente chiamato Black Mirror. Il black mirror è lo specchio della verità, è andar dietro lo specchio consueto per provare quello che di solito non si vede e non appare ma che è importante o addirittura decisivo per capire le cose, ogni settimana ci sarà un personaggio. Non so se questa settimana riusciremo ad averlo subito, siamo ancora in fase di sperimentazione, forse nella prossima sicuramente.

Poi arriviamo agli haters, non solo solamente odiatori ma sono anche dei borbottoni, sono quelli alla quale non va mai bene niente. C’è una parte dell’Italiano scettico, illuso, arrabbiato ma anche simpatico che vede i temi e le questioni legate a quello che noi affronteremo e che commenterà in maniera molto ironica rappresentando quella parte di pubblico televisivo o comunque di società italiana che fa fatica a credere, o fa fatica a partecipare o fa fatica a vedere come siamo una comunità.

A proposito di questo, Petrolio tratta degli argomenti che negli anni hanno fatto sì che il programma venisse reputato come un gioiello della Rai, è così?

Ci lavoriamo talmente tanto che non fossimo orgogliosi di quello che facciamo saremmo dei folli. Siamo una comunità di persone tra inviati, autori, film maker. E’ veramente la quintessenza del lavoro e della qualità quindi sì noi siamo un gioiello, siamo orgogliosi di quello che facciamo e lo dimostriamo in ogni singolo momento. Cerchiamo sempre di portare delle cose in televisione che per altri o sono difficili da portare o addirittura ci guardano con sufficienza dicendo ‘Siete pazzi?’. Noi parliamo di e-commerce. Tutti quanti parlano di politica, liti coniugali o strane prodezze canore…

Insomma Petrolio vuole portare qualcosa in più.

Sì indubbiamente. Il nostro spazio informativo non è coperto da quasi nessuno. E’ un pezzo importante della divulgazione informativa della Rai e in questo modo ci sentiamo una parte importante del servizio pubblico. Per questo credo che Fabrizio Salini ci ha dato tanta fiducia e con tanta fiducia ci ha chiesto di lavorare a queste prime serate.

Si sente ancora più responsabilità visto la condizione in cui versa Rai 2?

Certo! Rai 2 va rifondata, va reinventata, va ristrutturata. Sperando che presto i canali veramente non conteranno più di tanto ma conteranno i contenuti. Non mi sento di lavorare a Rai 2, mi sento di lavorare per la Rai. Personalmente siamo a Rai 2, ma andremo su Rai Play poi torneremo con le repliche in un’altra fascia oraria. Quindi questa idea di appartenenza corporativa e così via… un po’ perché Salini sta pensando alle direzioni, un po’ perché ormai effettivamente i consumi (non solo quelli di Amazon) ma anche quelli televisivi sono cambiati. Oggi se dici piattaforma la gente sa che cos’è: che arrivi in un posto dove hai tante icone e da queste icone capisci che ci sono tanti programmi e tanti contenuti. Noi siamo una piccola fabbrichetta, una start-up di contenuti originali da usare e riusare.

Lei la chiama fabbrichetta, una fabbrichetta che comunque ha un seguito. Ha degli obiettivi d’ascolto?

Gli obiettivi d’ascolto li guardiamo partendo da quello che succede il venerdì. Il venerdì di Rai 2 è composto da tre serie americane che fanno in media il 4%/4,5%, ovviamente noi partiamo su quello stesso giorno sapendo che noi siamo un programma informativo e non fiction quindi potremmo essere appena sotto… Inevitabilmente pagheremo il prezzo di essere in una rete dove non c’è l’attitudine dell’ascolto per l’informazione no? Quindi ci vorrà del tempo, ti crei l’appuntamento poi il venerdì non è il giorno ideale. Ora è andato via Freccero, chissà che non ci sia qualcuno che riveda anche i palinsesti di Rai 2 perché idealmente l’informativo non è il venerdì. Noi lo facciamo, non c’è problema.

Quindi il passaggio da Rai 1 a Rai 2 non la vive come una penalizzazione?

Assolutamente no, anche se so che molti la considerano tale. Sai, io sono passato da Minoli a Santoro, al Tg1 quando ho lasciato il Tg1 mi hanno detto ‘ma sei pazzo?’ e io risposi ‘sì, vado a fare un programma’.

Non ha subito la legge del contrappasso?

No, ma poi sicuramente la subirò perché il pubblico di Rai 2 è un pubblico molto diverso rispetto a Rai 1, è più piccolo ma bisogna affrontare tutto con coraggio, chi ci ama ci segua.

Mi dica tre aggettivi per definirmi l’informazione in Rai in questo momento.

In generale? Di tutta la Rai?

Sì, in generale.

Mi chiedi un giudizio ehm… Direi che c’è molto spazio per l’informazione, il nostro segmento va a completare qualcosa che finora è stato poco presente e l’approfondimento d’immagini.

In bocca al lupo per la nuova edizione.

 

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