Carlo Freccero a Rai2: il mio 2019 vissuto televisivamente (Seconda parte)
Bilancio di un anno alla direzione di Rai2 del suo direttore Carlo Freccero
Prosegue il bilancio da parte di Carlo Freccero del suo anno alla guida di Rai2. Dopo la prima in questa seconda parte Freccero si addentra a parlare di informazione, talk, doc, sport (genere che è stato fra i protagonisti di questo 2019 a Rai2) ma anche degli eventi, del tanto discusso Branded Content, con una sua analisi dei dati di ascolto della sua rete.
L’Informazione, tra talk e doc
Ero partito con l’obiettivo di mettere l’informazione al centro della programmazione. Ho dovuto ridimensionare questo obiettivo per le osservazioni che seguono. La RAI2 che mi è stata consegnata, sembra respingere l’informazione attraverso audience che rivelano una profonda disaffezione del pubblico. In questi anni reti come La7 ed oggi anche Rete4 hanno costruito un palinsesto in cui i programmi di informazione sono valorizzati. In particolare, accanto al TG, presentano talk show come 8 e ½ o Stasera Italia che hanno consolidato un pubblico fedele. Inoltre sia il telegiornale che i talk hanno conduttori “storici” capaci di personalizzare l’informazione e di farne un genere che rientra nelle abitudini di ascolto. La contiguità e la successione tra programmi di informazione crea poi un traino reciproco per cui, ad esempio, una rete come La7 rappresenta una scelta logica quando si tratta di discutere un evento. RAI2 ha progressivamente relegato l’informazione nello spazio angusto del Tg. Per di più l’orario di programmazione del telegiornale e dello spazio di approfondimento successivo (TG2 Post) coincidono con l’orario dei Talk-Show di La7 e Rete4 che per il pubblico risultano più graditi, per i motivi sopra esposti, ma anche per la forma colloquiale del Talk, che apre anche all’infotainment. L’indebolimento del Tg ha esiti negativi per la trasmissione successiva perché viene meno la funzione del traino che dovrebbe esercitare nei confronti del Prime Time. Purtroppo non ho avuto tempo per attuare quanto esporrò, ma credo che l’orario del telegiornale andrebbe anticipato di circa un’ora, in modo da poter contrapporre ai talk, una programmazione forte in grade di fare da traino al Prime Time.
In questo contesto ho rivitalizzato, cambiando anche il titolo in chiave simbolica, il precedente spazio dedicato alla politica e all’economia della seconda serata. Povera Patria – cresciuto in ascolti – ha avuto il merito di alimentare il dibattito e di porre al centro dell’agenda mediatica temi controversi ma essenziali per un racconto contemporaneo della realtà. Un altro modo per declinare l’informazione di Rai2 potrebbe essere quella di programmare una linea di Documentari d’Inchiesta. Rappresenterebbe una lettura diversa della contemporaneità non solo come ricognizione del già noto e di quello che è già presente nell’agenda del mainstream, ma soprattutto come esplorazione di terreni nuovi, come scavo e carotaggio di quanto rimane solitamente sotterraneo. L’obiettivo sarebbe quello di far emergere quanto viene quotidianamente sommerso dalla fabbrica del consenso e questo può avvenire solo con l’assunzione di punti di vista originali ed espliciti, supportati, naturalmente, da assenza di pregiudizi e dalla verifica diretta delle fonti. Un esempio di tutto questo è rappresentato dalla programmazione del Film Doc Ilva. A denti stretti. Anche in questo caso prodotto solo con mezzi interni e da un giornalista della rete: Stefano Maria Bianchi.
La satira: Luttazzi no? Battute si?
Nel mancato ritorno in RAI di Daniele Luttazzi non c’è niente di personale. Anzi, direi di più. Sono stato io a provarle tutte pur di averlo, prima di conoscere a fondo il contesto attuale. Per me il ritorno di Luttazzi aveva un valore simbolico: ristabilire la libertà d’espressione violata dal famoso “Editto bulgaro”. L’Editto bulgaro data 2002. Da allora il mondo è stato capovolto dal pensiero unico. E la televisione ha cambiato così tanto i suoi obiettivi, il suo significato, il suo ruolo, che un gesto come questo di riportare Luttazzi in RAI risulterebbe ormai incomprensibile ai più. Il compito di Rai 2 è di avere un target e un linguaggio giovanile. In pratica, per la quasi totalità di quel pubblico la definizione “Editto bulgaro” è più sconosciuta ed inattuale di argomenti storici come le guerre puniche o il “De bello gallico” che almeno hanno imparato a scuola.
Mi spiace dirlo perché anch’io faccio parte di quel mondo passato “rottamato” da vent’anni di pensiero unico, ma se mandassi in onda Luttazzi in questo contesto e alle condizioni economiche da lui imposte, i commenti il giorno successivo sarebbero più o meno del tenore: “Chi è questo Luttazzi, pagato come una superstar per insultare il pubblico con i suoi commenti “politicamente scorretti”?” Viviamo in un mondo in cui nessuno ricorda “l’editto bulgaro” anche se in qualche modo “l’editto bulgaro” continua ad esplicare i suoi effetti.
Per cambiare lo spirito del tempo ci sono voluti anni. Altrettanti sarebbero necessari per invertire l’ordine del discorso attuale. Il “politicamente scorretto” di Luttazzi non sarebbe valutato come espressione di libertà, ma come “turpiloquio inconcepibile in una Rete pubblica”. Ancora più scandalo farebbe il suo compenso completamente al di fuori delle leggi di mercato.
Come reagire a tutto questo? Rinunciare, arrendersi alla pervasività della rete? Quello che possiamo sicuramente dire è che il “politicamente scorretto” ha trovato un amplissimo spazio in tutte le forme di comunicazione in cui si articola il web e in particolare nei social. Quotidianamente emergono le degenerazioni di tutto questo, ma non possiamo negare che nelle sue forme non violente – i tweet, i post e i meme – rappresentano un importante luogo in cui esercitare lo spirito antagonista. Credo che Il Servizio Pubblico di fronte a fenomeni così determinanti per il futuro della comunità non possa non fare la sua parte tentando di entrare nel flusso delle idee e delle opinioni, tenendo conto dei nuovi linguaggi e di inedite modalità di espressione. La Media Company Rai deve porsi come punto di riferimento. Il tema è quello di riacquisire centralità inglobando e metabolizzando anche le forme più estreme della rete per alimentare un confronto pubblico che rimanga all’interno dei limiti del sacro diritto di critica.
Battute? rappresenta un tentativo straordinario di scrittura e di integrazione web e tv: in un tweet, un sotto genere dell’intrattenimento satirico. E’ un programma che parla ai giovani con le loro modalità. Al centro del programma la battuta nuda e cruda, il grado zero del tweet, il post pensato, ma mai scritto attraverso il meccanismo umoristico. Di battuta in battuta l’umorismo prospera nelle ristrettezze, quando il tema è obbligato e il tempo brevissimo. Più vincoli ci sono e meglio è, perché la battuta è una fuga, una evasione da quello che siamo ogni giorno. In questo contesto i limiti del dicibile inevitabilmente si allargano come permette il codice della Satira e della Comicità. Battute rappresenta un contenitore duttile, elastico, aperto dove alle folgorazioni si alternano saggi di stand up comedian. Questa continua contaminazione rappresenta un luogo unico e originale in cui è possibile fare scouting per nuovi talenti: autori, registi, interpreti che sanno confrontarsi con la cultura digitale.
Lo Sport
Rai2 nel 2019 si è affermata come la rete dello Sport. Tra le prima 9 reti generaliste più delle altre per qualità e quantità ha dato grande spazio agli eventi di tutte le discipline. La sinergia con Rai Sport è partita dalla ridefinizione degli spazi e dall’impaginazione in palinsesto dei tg e delle rubriche per poi consolidarsi e strutturarsi con un puntuale racconto di tutto quello che a livello nazionale e internazionale ha entusiasmato il pubblico sportivo. Abbiamo dato luce a tutte le declinazioni dello Sport proponendo, in esclusiva Rai, importanti eventi globali. Esempio emblematico è il Ciclismo che ha attraversato tutta la programmazione con le grandi classiche, il Giro d’Italia e il Tour de France. A ruota vanno citati il Rugby che per la prima volta la Rai ha proposto in chiaro sulla Tv generalista, il Calcio nella sua proposta femminile che è stato rappresentato in una forma che supera le eccezionalità e considera le campionesse italiane al pari dei colleghi, oltrepassando qualsiasi tipo di barriera di genere. E lo stesso va detto per il Volley le cui atlete sono diventate veri e propri esempi che travalicano i limiti dello Sport, conferendo loro una importante valenza sociale e culturale. Da non dimenticare la proposta messa in campo per lo Sci e l’Atletica. A coronamento di tutto questo va ricordato il grande successo della Diretta in Mondovisione delle Universiadi dallo Stadio San Paolo di Napoli, dove si è potuta constatare una ormai perfetta fusione tra lo Sport e lo Spettacolo con un grande racconto che non ha fatto rimpiangere l’apertura delle Olimpiadi. Sempre in ottica di uno sport che travalica confini, culture e tradizioni, ho proposto in esclusiva la finale del Super Bowl.
Gli Eventi e il Servizio pubblico
La mission che mi è stata affidata e la specificità del Target ad essa collegato sono sempre state incluse nell’orizzonte del Servizio Pubblico. Proprio per questo tutta la programmazione, compreso il primetime, ha ospitato produzioni ed eventi che assecondino la vocazione della Media Company Rai. Interrompendo il flusso canonico del palinsesto ho fatto posto ad eventi che recuperano la memoria della rete, la storia del Paese e riflettono su alcune emergenze sociali. Qualche esempio.
Serata Alzheimer: in occasione della giornata mondiale dell’Alzheimer ho programmato un evento speciale con la prima tv del film Ella & John di Paolo Virzì seguito da Dimenticanze, un docu-film presentato da Michela Marzano in cui la tragedia di una malattia misteriosa e dirompente viene raccontata sia attraverso casi precoci che attraverso il mondo che la circonda a partire da i figli, i giovani che molto spesso sono i caregiver dei malati.
Serata Multiculturalismo: l’ 8 ottobre ho presentato in prima serata e in prima visione assoluta il film “Bangla”, pellicola premiata come commedia dell’anno ai Nastri d’argento, prodotta da Fandango e Tim Vision. Al film ho fatto seguire Bangla. Diario di un film, una seconda serata condotta da Andrea Delogu con la partecipazione del regista e protagonista Phaim Buyan assieme al cast della pellicola. Un approfondimento sul tema del multiculturalismo e dell’integrazione tra persone con origini, storie, cultura e tradizioni molto diverse tra loro.
L’Aquila la generazione dimenticata: il 5 aprile, dieci anni dopo il terremoto de L’Aquila, ho proposto il film documentario “L’Aquila, 3:32”, prodotto da Rai Cinema con Stand By Me. Un film documentario che ripercorre gli avvenimenti della terribile notte del 6 aprile da una prospettiva unica, originale, significativa: la prospettiva degli studenti, una generazione dimenticata che ha vissuto il dramma del terremoto mentre stava attraversando anni particolarmente complessi. Per annodare i fili del racconto ho scelto un volto identitario della rete, Lino Guanciale (originario delle terre martoriate) protagonista della serie cult La Porta Rossa.
Serata La Trattativa: Giovedì 13 giugno ho proposto una serata evento con il film censurato di Sabina Guzzanti La Trattativa seguito da un dibattito in studio condotto da Andrea Montanari. Ho voluto costruire senza alcun pregiudizio o idea preconfezionata un momento di confronto su una delle vicende più intricate della storia del Paese, le cui ripercussioni giudiziarie sono ancora in corso.
Serata Taranta: Sabato 24 agosto ho portato per la prima volta in diretta sulla tv generalista il festival più amato del Mediterraneo, la Notte della Taranta, l’evento del Sud che negli anni ha raccolto nella Piazza di Melpignano centinaia di migliaia di spettatori. All’interno del Day-Time ho tentato di inserire nuovi programmi in cui esaltare il ruolo del servizio pubblico. Alla domenica due esempi tra tutti. O Anche No: un piccolo contenitore che attraverso il docureality, la docufiction, le interviste promuove l’educazione alla solidarietà, alla tolleranza e all’inclusione. In Viaggio Con Marcello: un altro piccolo contenitore che cerca di capire come è cambiato il nostro modo di consumare e vedere il cibo. In ogni puntata l’alimentazione caratteristica di una regione italiana attraverso ricette, prodotti e filmati d’epoca con un uso magistrale delle teche Rai. Un viaggio tra l’Italia e tra le generazioni.
La Pubblicità e il Branded Content
Il nuovo piano industriale Rai mette in discussione la tradizionale struttura verticale dell’azienda e punta a un nuovo modello che distribuisce orizzontalmente le scelte editoriali per poi calarle all’interno di una programmazione di flusso che nell’ottimizzare le proposte, evitando sovrapposizioni e slittamenti di pubblico tra un canale e l’altro, precisa con ancor più rigore l’individuazione di un pubblico di riferimento per ciascuna rete. A questo si aggiungerà un’offerta trasversale di catalogo basata sulla piattaforma Raiplay.
Il progetto della Media Company Rai con il suo radicale cambiamento, indispensabile per un rilancio della tv pubblica in un contesto contemporaneo, sempre più ricco di proposte e alternative grazie al digitale, sia on air che on line, non può non avere in parallelo una visione innovativa della raccolta di risorse pubblicitarie. Tutti gli indicatori, sia quantitativi che qualitativi, segnalano una flessione dell’efficacia degli spot e una crescita di promozioni, sponsorizzazione e iniziative speciali. Esiste oggi una concorrenza straordinariamente variegata nella raccolta di risorse dalle aziende: la rete ha polverizzato i break in testa a tutti i contenuti virali, basti pensare a Youtube e alle clip che aprono la fruizione dei contenuti, le piattaforme hanno incluso i grandi marchi nello storytelling utilizzando il product placement nella produzione premium di cinema e, soprattutto, nella serialità.
Come ho avuto modo di dichiarare già in settembre, nell’intervista a Italia Oggi: “Il branded content è il futuro della pubblicità delle reti generaliste nell’epoca degli over the top” (11 settembre 2019). La crescita del 37,7% del fatturato di Rai Pubblicità nel 2018 rispetto al 2017 – grazie a tutto quello che va oltre il listino tabellare (che al contrario è sceso) – è destinata ad aumentare ulteriormente confrontando le stime del 2019 rispetto al consuntivo dell’anno precedente (Italia Oggi, 11 settembre 2019). Nel 2019 Rai2 ha programmato i seguenti branded: Nella mia cucina, 20 puntate, in onda alle ore 18.50 e in replica alle 14, da lunedì a sabato; Un caffè con Ettore, 6 puntate, trasmesse alle 23.45 il venerdì; Un palco per due, 4 puntate in palinsesto alle 23.30, martedì e mercoledì; mentre in convenzione ha prodotto: Il nostro capitale umano, 8 puntate visibili alle 10.15 il sabato.
Questa prospettiva del mercato, che è una richiesta del sistema mediale globale, le stesse tendenze si riscontrano nel resto del mondo, non può che farci riflettere e agire di conseguenza, trasformando gli esperimenti in prodotti strutturati e di una qualità tale da essere meglio metabolizzati dai palinsesti della televisione di flusso. I tempi sono maturi anche in Italia, all’estero la ricerca in questa direzione è cominciata già da tempo e prima che da noi ha offerto esempi virtuosi. Basti citare Explorations, un programma dedicato a molti aspetti della vita umana, nella prima serie soprattutto a scienza e tecnologia, nella seconda al cibo e alle fobie realizzato già nel 2004 da Duracell e programmato da National Geographic negli Usa e da BBC World ovunque.
Sempre la BBC, con la sua sezione StoryWorks e il cliente Emirates, ha prodotto quest’anno una serie dedicata al talento e alle conquiste dei giovani africani. O anche la case history di successo della seconda rete pubblica spagnola TVE2 con la serie Gira, realizzata con Coca Cola e dedicata alla scoperta di giovani talenti in particolar modo a quelli con difficoltà scolastiche.
Il rilancio della Media Company Rai passa anche dalla capacità di modificare e di reinterpretare il suo rapporto con i grandi marchi, contribuendo in questo modo a far conoscere e promuovere il made in Italy, gli ultimi dati forniti da Rai Pubblicità sono confortanti e registrano un andamento positivo legato proprio ai nuovi spazi e all’ideazione di nuove formule editoriali che incrociano pubblicità e racconto. L’AD Giampaolo Tagliavia ha spiegato che, pur in una situazione di mercato particolarmente difficile, a luglio, il consolidato della concessionaria della tv pubblica fa registrare un segno positivo trainato dal Digital +20%, le iniziative speciali come il Branded Content + 15% e il Cinema che si incrementa di oltre il 40% (fonte Brandnews, 9 luglio 2019). Il Presidente di Rai Pubblicità, Antonio Marano, in settembre, ha dato un ulteriore aggiornamento, specificando che la crescita dei programmi di branded content, a metà settembre, è cresciuta rispetto allo stesso periodo dello scorso anno del 14% (fonte: Brandnews, 13 settembre 2019). Rai2 ha deciso di pianificare i prodotti del branded content il sabato mattina e pomeriggio così definendo un perimetro protetto per questi contenuti.
Gli ascolti
Come premessa ai dati che elencherò di seguito c’è una domanda: possiamo considerare un PRIME TIME unico per tutte le reti quando la tipologia di prodotto, l’impaginazione e l’articolazione della fascia 20.30-22.30 è differente da Canale a Canale? Questa fascia può essere considerata per Rai1 e Canale5 che mantengono da anni una impostazione fissa, immobile: TG1 ore 20.00, programma di produzione 20.30 Soliti Ignoti/Striscia la Notizia, programma di prima serata 21.25. Ma per Rai2 no. La prima serata è quella che contempla il suo programma di produzione o di acquisto. Non posso rispondere del TG2 delle ore 20.30 o del TG2 Post delle ore 21.00. Nel periodo trascorso dall’inizio dell’anno ad oggi gli ascolti complessivi della rete rispetto allo stesso periodo del 2018 sono aumentati – nella fascia 21.30-23.30 (mio prime time e fascia fondamentale, pregiata da un punto di vista pubblicitario) – di + 0,41% di share:
2019 – 6,34%
2018 – 5,93%
In questo anno sono andato ad intercettare fette di pubblico che sia quantitativamente che qualitativamente sono da anni il bacino elettivo, nevralgico, prioritario di Canale5 e Italia1. Lo si può vedere nella tabella a seguire (anno su anno e mese per mese) e poi nella tabella seguente: in particolare quello che ha perso Italia1 è stato guadagnato da Rai2. Analizziamo gli ascolti per Generi e Titoli.
Fiction I prodotti di Rai2 nel 2019 hanno dovuto combattere la sfida delle audience all’interno di un contesto competitivo molto più articolato rispetto alle passate stagioni e da un punto di vista editoriale hanno proposto una complessità di prodotto molto più alta rispetto alle stagioni precedenti.
La Porta Rossa audience: 2.722.888 share:11,38% (donne 14,01%)
Rocco Schiavone audience: 2.489.425 share:10,50% (Istruzione Universitaria: 19,13% – CSE Alta 19,02%)
Volevo fare la Rockstar audience: 1.604.686 share: 6,85% (Teens 7,11% – Istruzione Universitaria 9,85% – CSE Alta 10,52%)
The Good Doctor audience: 2.511.500 share: 9,90%
Intrattenimento
Il format C’è… proposto sia nel mese di gennaio che nel mese di febbraio, oltre ad aver avuto un grande impatto mediatico, ha dato un notevole contributo al Prime Time con riscontri positivi degli ascolti (Celentano, Benigni, Grillo, Virginia, Boncompagni: la media del format è superiore al 7%) soprattutto tenendo conto che si è trattato di investimenti esigui, rapportati al costo delle prime serate di Rai2 della scorsa stagione.
Musica d’Autore La nuova Rai2 ha saputo valorizzare gli anniversari come quello del ventennale della morte di De Andrè programmando – a costo zero – una serata evento con la versione integrale del biopic Il principe libero (7,2% di share). Inoltre, sfruttando il successo del film best seller Bohemian Rapsody, ho ideato Freddie, un instant concert -prodotto tutto internamente – dedicato al mito dei Queen che ha raggiunto un audience di 1.606.723 ed uno share del 6,75% – ottimi i livelli di share raggiunti su tutti i target. Ancora più interessante diventa il discorso se si analizza lo share sul target commerciale 25-54: 8,25% – sui Teens: 10,74% – sui laureati: 10,35%).
Il Collegio Autunno 2019 (dati esclusa ultima puntata)
Audience: 2.462.852 (+352.319 VS ed. inverno 2019)
Share: 10,65% (+1,78% VS ed. inverno 2019) – lo share sale al 12% sul target commerciale 25-54 (+2,1% VS ed. inverno 2019). Età Media: 39,6 (abbassata l’età media di oltre 1 anno rispetto all’ed. inverno 2019)
Su tutti i parametri c’è un evidente incremento di share e di audience. I risultati di share più eclatanti si ottengono:
• Sulle giovani tra gli 8 e i14 anni: 49,5% (+2,3% VS ed. inverno 2019)
• Sui giovani tra gli 8 e i 14 anni: 38,1% (+6% VS ed. inverno 2019)
• Sui Teens 15-19: 39,7% (+12,2% VS ed. inverno 2019)
• Sugli individui 15-24: 27,3% (+10,3% VS ed inverno 2019)
• Sugli uomini 15-24: 27,3% (+12,7% VS ed. inverno 2019)
Made In Sud -rinnovato e rimodulato- ha ottenuto nelle 10 puntate una media di ascolto pari a: 1.835.681 (+419.987 VS ed. 2017) e uno share medio pari all’8,70% (+2,08% VS ed. 2017). Va sottolineato il contesto competitivo in cui si è inserita questa proposta: una serata difficile vista la presenza della delle Fiction Evento Il nome della rosa, Il Commissario Montalbano e di un programma conosciutissimo come L’Isola dei Famosi (con una storia già consolidata da anni). Risultato importante ancor di più per l’aver intercettato target interessanti da un punto di vista pubblicitario. Lo Share raggiunto sul target commerciale 25-54 sale al 10% (+2,54% VS ed. 2017). Su tutti i parametri c’è un evidente incremento di share e di audience. I risultati di share più eclatanti si ottengono:
• sui giovani tra gli 8 e i 14 anni: 15,8% (+6,09% VS ed. 2017)
• sui Teens 15-19: 12,5% (+4,48% VS ed. 2017)
• sugli uomini 15-24: 10,6% (+4,74% VS ed. 2017)
• sugli uomini 35-44: 10,5% (+3,24% VS ed. 2017)
• sulle donne 45-54: 11,1% (+2,89% VS ed. 2017)
The Voice of Italy 2019 ha ottenuto nelle 8 puntate una media di ascolto pari a 2.017.711 spettatori, uno share medio pari al 10,4% (+0,83% VS ed. 2018) che sale ancor di più sul target commerciale 25-54: 12,3% (+1,57% VS ed. 2018). Età media: 48,5 (abbassata l’età media di oltre 3 anni rispetto all’ed. 2018)
Su quasi tutti i parametri c’è un evidente incremento di share e di audience. I risultati di share più eclatanti si ottengono:
• sulle giovani tra gli 8 e i 14 anni: 22% (+7,64% VS ed. 2018)
• sulle donne 15-24: 20% (+ 9,95% VS ed. 2018)
• sui Teens 15-19: 18,7% (+9,41% VS ed. 2018)
• sugli individui 15-24:17,3% (+8,96% VS ed. 2018)
Tutto questo è frutto di un importante lavoro editoriale che ha portato alla creazione di una giuria variegata capace di tenere assieme la tecnica e l’estro (Morgan), la tradizione (Gigi D’Alessio) e le nuove tendenze (Guè Pequeno), i riflessi mediatici della musica (Elettra Lamborghini).
Stasera Tutto è possibile
Audience: 1.583.780
Share: 7,9% – lo share sale all’8,15% sul target commerciale 25-54 (+0,52% VS ed. 2018)
Età media: 52,4 (abbassata l’età media di 2 anni rispetto all’ed. 2018)
I risultati più eclatanti si ottengono:
• sulle donne 15-24: 12,6% (+5,27% VS ed. 2018)
• sugli individui 15-24: 11,2% (+4,02% VS ed. 2018)
• sulle donne 25-34: 10,1% (+3,09% VS ed. 2018)
Conclusioni e ringraziamenti
Contemporaneamente alla mia uscita di scena, giungono a conclusione scelte importanti per la RAI che prevedono lo sviluppo di una piattaforma, la creazione di una struttura per generi sopra la reti. Ancora una volta la RAI si rinnova e tenta di uscire dal limbo produttivo in cui mi sembra essere precipitato il nostro paese. Nella mia vita ho fatto esperienze diverse in reti diverse. Ma il mio lavoro in RAI resta l’ultimo e quindi quello a cui resto più legato emotivamente. Sulla RAI si concentrano le mie aspettative e i miei auguri di un futuro di successo. Sento che l’Azienda mi mancherà.
Per chiarezza espositiva ho sempre usato nella presente relazione la prima persona singolare (ho fatto, ho deciso, ho pensato). Sento di dover chiarire che il lavoro svolto è stato un lavoro collettivo che ha coinvolto la precedente struttura di RAI2, che non è stata minimamente toccata, e i miei due più stretti collaboratori. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, le due componenti si sono integrate in vista di un obiettivo comune: il successo della rete. Non c’è stata alcuna competitività o protagonismo, ma tutti hanno lavorato al meglio delle loro possibilità con una armonia di cui porterò memoria e rimpianto.
Grazie a tutti per quello che abbiamo costruito insieme.
Carlo Freccero