Tolo Tolo re al botteghino senza promozione in tv. Checco Zalone e la forza dell’assenza
Per Tolo Tolo nessun trailer e informazione fino all’uscita nelle sale del primo gennaio. Zalone ha disertato la tv, concedendosi solo una fugace apparizione da Fiorello (su RaiPlay). Medici agisce per sottrazione, attuando la strategia dell’assenza
Un acquisto a scatola chiusa, senza sapere cosa c’è dentro, nel bene e nel male. Se da una settimana Tolo Tolo non rappresenta più un mistero grazie al passaparola di critici e spettatori, lo è stato e continua ad esserlo per la televisione, dove il film non è mai approdato nelle sue ‘reali’ sembianze.
Sì perché Checco Zalone ci sta mettendo di fronte ad un caso che nella storia del piccolo schermo non gode di precedenti. La promozione di Zalone sta infatti nella non promozione. Per oltre un mese, di Tolo Tolo (qui la recensione di Cineblog) non sono esistiti trailer, notizie sul cast, informazioni dettagliate sulla trama. L’unico spunto è stato offerto a partire da dicembre dalla diffusione del video di ‘Immigrato’, parziale colonna sonora del film che nulla svela e racconta. Anzi, come visto, è servita solo a indirizzare politici e politicanti nella direzione sbagliata.
C’è poi il discorso Luca Medici, capace di concedersi una sola apparizione da Fiorello – su RaiPlay – di appena dieci minuti, metà dei quali spesi ad intonare La nostalgie de bidet, “brano del mio prossimo film, che uscirà fra sette anni”.
Medici-Zalone agisce per sottrazione, per sparizione. E’ l’eccezione rispetto alla regola, dettata al contrario dalla martellante sponsorizzazione di film in trasmissioni di qualsiasi genere e fascia oraria.
All’epoca dei cinepanettoni Boldi e De Sica non esitavano, se necessario, a travestirsi da bodyguard o paparazzi, per non parlare di Pieraccioni, Aldo Giovanni e Giacomo o di chi, in altri periodi, ha sfruttato (e sfrutterà) la succosa vetrina di Sanremo per spedire gli italiani nelle sale. Nel 2008 Verdone salì sul palco dell’Ariston addirittura per due serate per il lancio di Grande, grosso e Verdone, senza dimenticare Favino e la Impacciatore che, già ingaggiati al Festival, diedero una forte spinta a A casa tutti bene di Muccino. Fino ad arrivare all’ultimo Natale, con Ficarra e Picone in prima linea e Benigni capace di regalare in appena due settimane lo stesso numero di ospitate concesse nell’ultimo lustro.
Zalone è un fantasma. Sì, rilascia qualche intervista, ma resta sempre inserita all’interno di telegiornali o servizi registrati. Magari manda avanti le seconde linee, lasciando la torta priva della ciliegina.
L’atteggiamento non cambia fuori dal periodo cinematografico. Le partecipazioni a trasmissioni televisive negli ultimi otto anni si contano sulle dita di una mano. Crea attesa con l’assenza, generando di conseguenza la curiosità e il desiderio. E chissà se Luca non sarebbe arrivato a saturazione se si fosse concesso a destra e a manca, abusando di quel ‘cozzalone’ che, in quanto maschera, va utilizzata con particolare intelligenza.
In realtà Medici l’abbuffata tv l’aveva fatta negli anni addietro, tra Zelig, annessi spin-off e il ruolo di spalla di Amadeus in Canta e vinci, quiz musicale non entrato negli annali che Italia 1 collocò fuori dal periodo di garanzia tra il 2007 e il 2008. Su di lui venne persino cucito un one man show dal titolo Resto Umile. Era il 2011 e Zalone fece parlare di sé soprattutto per una discussa imitazione di Michele Misseri, zio di Avetrana che cambiava versione ogni tre secondi. Una feroce lettura della realtà che, rivista a distanza di tempo, racconta molto del personaggio e del timbro della sua satira. Allora la televisione non lo premiò, ora lo insegue, sperando in una comparsata salvifica.