Sex Education 2 su Netflix: trama e recensione in anteprima
Su Netflix arriva Sex Education 2, la seconda stagione della serie tv che racconta amori e dubbi sessuali degli studenti di un liceo inglese e di due giovani molto differenti tra di loro
Se è vero che non si smette mai di imparare, è così anche nel sesso e nelle relazioni. Ed è quello che, fondamentalmente, cerca di raccontare la seconda stagione di Sex Education che, forte del successo ottenuto dodici mesi fa (con 40 milioni di visualizzazioni globali poco dopo la sua distribuzione), torna da domani, 17 gennaio 2020, su Netflix.
Otis e le mille facce dell’amore
Al centro sempre lui, Otis (Asa Butterfield), che alla fine della prima stagione si era finalmente “sbloccato” nei confronti del sesso, grazie all’incontro con Ola (Patricia Allison). Lui, che invece che praticarlo, di sesso era abituato a parlarne con quei compagni di scuola in difficoltà e troppo in imbarazzo per rivolgersi ad un terapista vero e proprio.
Maeve (Emma Mackey), invece, ora che è stata espulsa la scuola cerca di tirare avanti lavorando e, soprattutto, scacciando dalla testa quei pensieri su Otis che si sono insinuati nel corso della prima stagione. I due, però, torneranno presto ad interagire insieme, e questa volta avranno una concorrenza agguerrita, ovvero Jean (Gillian Anderson), la madre di Otis che, in seguito ad un evento che scuote l’intero corpo studentesco, si ritrova a doverne seguire paure e dubbi in campo sessuale.
Restano, poi, gli altri personaggi comprimari e le loro avventure, non meno importanti di quelle dei due protagonisti: Eric (Ncuti Gatwa), ad esempio, s’invaghisce di Rahim (Sami Outalbali), studente francese appena trasferitosi; Jackson (Kedar Williams-Stirling), invece, sente sempre di più il peso delle aspettative delle sue due madri e finirà per compiere un gesto che potrebbe cambiare il suo futuro, mentre Adam (Connor Swindells), spedito alla scuola militare, fa ancora fatica a trovare la propria strada.
Quando c’è sentimento…
… non c’è mai pentimento, canterebbero i Neri per Caso. E Sex Education, in fondo, fin dalla prima stagione cerca di mantenere l’equilibrio tra la provocazione fine a se stessa, rappresentata da alcune scene che sfiorano l’imbarazzo e che finiscono nel comico grottesco, ed il racconto coming of age di un gruppo di studenti alle prese con le prime esperienze sentimentali.
Una commistione che salva, di fatto, la serie Netflix dal cadere nella banale provocazione per immagini e niente più. D’altra parte, quando si parla di sesso il rischio di voler stupire per la scelta di scene da bollino rosso e basta è alto, ma Sex Education lascia perdere questa scorciatoia e cerca, piuttosto, di costruire un piccolo mondo, tant’è quello scolastico, che possa servire da monito per quello reale.
Anche per questo la seconda stagione non si ferma agli imbarazzi e dubbi dei giovani studenti a cui Otis e Maeve cercano di dare supporto, ma alza il tiro e tocca anche il mondo degli adulti, svelandoci come le difficoltà di affrontare il sesso possano esserci ad ogni età e riguardare chiunque.
Quello che Sex Education riesce a fare ancora di più nella seconda stagione, però, è offrire al pubblico ed ai personaggi sfumature più vicine alla commedia romantica che alla comedy sboccata, costruendo scene e dialoghi che, di fatto, danno il via ad una crescita personale dei protagonisti sincera e divertente.
Un teen che fa un passo indietro
Rispetto ad altri prodotti simili, Sex Education non preme quindi l’acceleratore sui suoi protagonisti, mettendoli di fronte a situazioni che li costringono a comportarsi da adulti prima che lo siano effettivamente. Uno dei pregi della serie creata da Laurie Nunn è di voler mettere in scena un’adolescenza che sia il più vicino possibile a quella veramente vissuta dal suo pubblico.
Questo vuol dire amori, scuola, rapporti tesi con i genitori ed, ovviamente, le prime domande sul sesso. Ma non è quest’ultimo ciò intorno a cui ruota la serie: il titolo diventa sempre più fuorviante per uno show che vuole prendersi gioco delle ossessioni di oggi e strappare al pubblico una risata che non derivi da una rottura forzata degli schemi, ma da situazioni più elastiche, che superano i tabù.
In questo senso, i protagonisti dovevano maturare, ed è quello che succede: in primis Otis e Maeve, pur mantenendo il loro spirito originale, si trovano di fronte a contesti che richiedono nuovi atteggiamenti e che, quindi, li vedranno impegnati a studiare loro stessi pur di sopravvivere a quella giungla che si chiama vita. Ed anche questa è una lezione da non sottovalutare.