Home Festival di Sanremo Sanremo 2020, Pierfrancesco Favino segna la tripletta e torna all’Ariston come ospite

Sanremo 2020, Pierfrancesco Favino segna la tripletta e torna all’Ariston come ospite

L’attore romano torna per il terzo anno consecutivo al Festival per presentare il film “Gli anni più belli”

pubblicato 4 Febbraio 2020 aggiornato 30 Agosto 2020 07:15

Pierfrancesco Favino è uno degli ospiti della settantesima edizione del Festival di Sanremo, che andrà in onda dal 4 all’8 febbraio 2020. L’attore romano sarà presente alla serata inaugurale dell’evento insieme a Emma Marrone, Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart e Claudio Santamaria per la presentazione del film Gli anni più belli di Gabriele Muccino. Un ritorno sul palco dell’Ariston per Favino, che dopo aver condotto insieme a Michelle Hunziker e Claudio Baglioni l’edizione del 2018, lo scorso anno era stato protagonista di uno sketch musicale insieme a Virginia Raffaele, con cui ha cantato e ballato sulle note di alcuni musical di successo.

51 anni ad agosto, Pierfrancesco Favino fa il suo esordio in tv nel 1991 con il film Una questione privata, mentre il primo ruolo al cinema è nella pellicola Pugili di Lino Capolicchio del 1995. Nel 2001 veste i panni di Marco ne L’ultimo bacio di Gabriele Muccino, mentre l’anno successivo riceve la prima candidatura al David di Donatello e al Ciak d’Oro per il ruolo del sergente Rizzo in El Alamein – La linea del fuoco di Enzo Monteleone. L’attore romano viene diretto, tra gli altri, da Luciano Ligabue in Da zero a dieci e da Maria Sole Tognazzi in Passato prossimo. Nel 2005 interpreta il Libanese nel film Romanzo Criminale di Michele Placido, in cui recita spalla a spalla con Claudio Santamaria, ospite anche lui della kermesse canora, oggi come nel 2019. La partecipazione al film che ricostruisce liberamente la storia della banda della Magliana gli garantisce un David di Donatello e un Nastro d’Argento.

Oltre ad Ozpetek (Saturno Contro) e Tornatore (La sconosciuta), è richiesto anche dai registi d’oltreoceano: dopo un cameo in Una notte al museo con Ben Stiller, recita ne Le cronace di Narnia – Il principe Caspian, in Miracolo a Sant’Anna di Spike Lee ed è il comandante Olivetti in Angeli e demoni di Ron Howard, per cui lavorerà anche in Rush del 2013. Nel 2010 è ancora con Muccino in Baciami ancora, esperienza a cui seguono ruoli drammatici con Silvio Sodini, Lucio Pellegrini, Giuliano Montaldo, Stefano Sollima (ACAB – All Cops Are Bastards) e Marco Tullio Giordana (Romanzo di una strage). Negli ultimi anni alterna al grande schermo il teatro, la sala di doppiaggio e i set di produzioni internazionali di Netflix: dal 2014 al 2016 interpreta la parte di Nicolò Polo nella serie Marco Polo, mentre nel 2017 e nel 2018 torna al cinema con Simone Godano, Roger Michell, Gabriele Muccino e Giovanni Veronesi, per cui recita la parte di D’Artagnan nei Moschettieri del re. Tra il 2019 e l’inizio del 2020, Pierfrancesco Favino torna nelle sale – oltre che nel film presentato a Sanremo – con due ruoli che gli permettono di entrare nei panni di due personaggi realmente esistiti, in due pellicole biografiche: è il boss siciliano Tommaso Buscetta ne Il traditore di Marco Bellocchio e un Bettino Craxi nei suoi ultimi sei mesi di vita in Tunisia in Hammamet.

Seppure abbia prestato il volto a protagonisti di fiction Rai di successo come Padre Pio e Ferrari, è il ruolo di Gino Bartali nella miniserie sul ciclista di Rai 1 del 2005 a permettergli di ottenere il successo popolare anche sul piccolo schermo. Sda menzionare anche i ruoli in Liberi di giocare, Pane e libertà, Il generale Della Rovere e Qualunque cosa succeda.

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