Ma questo è il Festival di Sanremo o lo show del sabato sera di Rai1 che non vedremo mai?
La prolissa voglia di fare spettacolo e il DNA del Festival di Sanremo
Mentre si stanno spegnendo lentamente gli echi della lunghissima terza serata di Sanremo 2020 dedicata alla cover viene in mente una considerazione rispetto a quello che si è visto nelle sere precedenti. Veramente tutto bello. Uno spettacolo godibilissimo, con dati di ascolto altissimi che sfondano tranquillamente il 50% di share in prima serata e una media di oltre 12 milioni di telespettatori. Un successo dunque se letto solamente in questi termini.
Il Festival di Sanremo è il nostro “superbowl” e per di più spalmato in cinque giorni. E’ l’unico evento squisitamente televisivo che è rimasto nel nostro paese, ma c’è un piccolo, grande “ma”. Ed il “ma” riguarda l’elemento veramente caratterizzante del Festival, ovvero la gara.
Cosa è rimasto della gara nel Festival degli ultimi anni, ma in misura maggiore in quello che si sta consumando in questi giorni sopratutto nella seconda serata? Poco. Già quando circolavano le quotidiane indiscrezioni sugli ospiti di queste 5 serate, ospiti che si accumulavano sempre di più, sorgeva una domanda spontanea: ci sarà poi tempo per ascoltare i 24 concorrenti in gara con tutti questi ospiti senza fare le ore “piccolissime”?
Tutto ciò si è acuito con la presenza di Fiorello in scena, che è diventato il vero collante dello spettacolo (come per altro in molti avevano previsto). Fiorello è il più grande showman della nostra televisione, ma ha i suoi tempi. Memorabile il racconto da parte di Pippo Baudo del suo provino per “Fantastico 1987”, quando i suoi 5 minuti a disposizione diventarono più di 30, con Pippo che lo scartò “perchè a condurre ci sono già io, non mi serve un conduttore”, questo per spiegare il motivo di non averlo preso nel gruppo di esordienti della più fortunata edizione di Fantastico.
Fiorello dunque ha allungato i tempi (con grande beneficio dello spettacolo e dell’audience e puerile la polemica di Tiziano Ferro, quella è la forza di Fiorello) ma allo stesso tempo ha reso la “gara” quasi un peso per la trasmissione televisiva. Insomma, Fiorello e Amadeus sono una fantastica coppia per uno show del sabato sera d’autunno di Rai1, che per altro quasi sicuramente non vedremo mai, ma lo show che scaturisce dalla loro interazione (ripetiamo bellissima) forse nuoce proprio a quello che dovrebbe essere il Festival di Sanremo sulla carta: una gara di canzoni (e cantanti).
Detto questo viva Fiorello in tv, nei secoli dei secoli e ora ci vorrebbe il coraggio di andare il sabato sera su Rai1 (magari proprio con Amadeus) proprio per fare concorrenza alla Maria che lui stesso ha imitato.