L’Amica Geniale 2, la recensione
La recensione de L’Amica Geniale 2, la seconda stagione della serie evento di Raiuno, tratta dai libri di Elena Ferrante ed in onda dal 10 febbraio 2020
C’è un mondo, all’interno dell’universo rappresentato dalle fiction Rai, che poco più di un anno fa si è spalancato al pubblico rivelando tutto il suo fascino, coraggio ed audacia. Quel mondo, legato alla tetralogia de L’Amica Geniale diventata un best seller, appartiene ad Elena Ferrante, che anche nella seconda stagione (in onda da oggi, 10 febbraio 2020, alle 21:25 su Raiuno) partecipa alla sceneggiatura, ma appartiene un po’ di più rispetto alla prima stagione anche a Saverio Costanzo.
Il regista (autore anche della sceneggiatura con la Ferrante, Francesco Piccolo e Laura Paolucci) dopo aver presentato Elena e Lila in modo preciso e coerente alle parole del primo libro della loro saga, in questa seconda stagione si permette qualche libertà in più. Parliamo di scene che trovano, tramite il suo sguardo, punti di vista differenti rispetto a quanto letto nei libri, seppur senza modificarne la bellezza.
Perché la vera difficoltà di questa seconda stagione (ma, in fondo, lo è di tutte le seconde stagioni) era quella di mantenere degli standard non solo altissimi, ma anche capaci di superare quello che già era stato costruito in occasione del debutto. A giudicare dai primi due episodi, sbarcati al cinema prima che in tv, si può dire che la Storia del nuovo cognome è al tempo stesso una prosecuzione ma anche un nuovo racconto: ritroviamo Margherita Mazzucco e Gaia Girace, ed insieme a loro tutto quel cast che ha faticosamente ed incredibilmente dato volto alle varie umanità create dalla Ferrante, ma incontriamo anche nuovi personaggi, nuovi luoghi e nuove situazioni di vita.
L’Amica Geniale 2, proprio grazie alle idee di Costanzo, parte con questo slancio verso il senso di una vita in continua evoluzione: crescono le due protagoniste, e cresce anche lo sguardo fuori dal rione. Si respira di più Napoli, e si arriva fino ad Ischia ed a Pisa in una stagione che vede anche la partecipazione alla regia, per il quarto e quinto episodio, di Alice Rohrwacher.
Una regista donna per due episodi che segnano una svolta nel racconto e nell’amicizia di Lenù e Lila, ormai non più bambine (le piccole Elisa Del Genio e Ludovica Nasti si intravedono nella nuova sigla) ma ormai giovani donne con lo sguardo rivolto al futuro.
L’attenzione verso temi forti come l’autoaffermazione, la indipendenza, il desiderio di scardinare determinati tabù e soprattutto l’importanza della conoscenza sono il perno anche dei nuovi episodi. Ormai le vite di Lenù e Lila sono come due rette inizialmente parallele ma destinate poi ad incrociarsi fino a creare, nell’intreccio causato dal loro incontro/scontro, un tessuto narrativo che fa del continuo rimbalzo tra il passato ed il nostro presente il suo punto di forza.
L’Amica Geniale racconta il passato, sì, ma è il nostro presente quello a cui si rivolge: nessuna nostalgia verso quegli anni, ma un monito perché tra passato, presente e futuro ci sia differenza. E quella differenza la si fa anche tramite un’amicizia: perché con i grandi legami e le grandi storie il futuro non fa più così paura.