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Che Tempo Che Fa, Fazio polemico: “Oggi tutti dicono ‘State a casa’, noi lo diciamo da settimane”

Senza pubblico e con un clima molto più difficile, CTCF ritrova i pesci ma cambia tono nel suo primo segmento.

pubblicato 8 Marzo 2020 aggiornato 30 Agosto 2020 05:09

Fabio Fazio apre il prime time di Che Tempo Che Fa di domenica 8 marzo 2020 con sguardo serio e tono piuttosto polemico. Nell’accogliere il virologo Roberto Burioni sembra voler rivendicare la correttezza e la saggezza delle precauzioni prese nelle ultime settimane – manifestatesi anche nei mancati saluti, nei momenti di imbarazzo, nelle distanze mantenute, nei continui appelli alla responsabilità – contro le critiche di chi ha finora considerato il tutto eccessivo, così come accaduto agli appelli di Burioni.

“Oggi va di moda inviare messaggi sui social dicendo di restare a casa, ma noi lo diciamo da settimane, dal 22 gennaio”

sottolinea Fazio, riferendosi ai tanti messaggi #IoRestoACasa, che sta circolando in queste ore sui social con messaggi più o meno spontanei da celebrities e vip, da Fiorello a Giuliano Sangiorgi, passando per le diverse iniziative messe in campo da molti beniamini di giovani e adulti per ‘convincere’ la gente a restare a casa.

Il tono è severo, da “ve l’avevamo detto“. Accusato di essere allarmista, Burioni ora ribadisce l’importanza del restare a casa per bloccare la catena del contagio, o meglio per evitare di mandare al collasso gli ospedali e il sistema sanitario, ed evitare il peggio. La scelta è quella di essere duri, diretti, probabilmente nella speranza di far capire a casa che bisogna smetterla di prenderla alla leggera (da qui forse anche la scelta di cambiare ‘la copertina’) e guardare in faccia la realtà, in tutta la sua tragicità.

 

Che Tempo Che Farà mette da parte la leggerezza

Lo spazio ‘Zelig’ di Che Tempo Che Fa lascia il passo all’approfondimento e l’informazione. Senza pubblico in studio e nel peggioramento generale del clima e della situazione c’è poco da celiare e così Che Tempo Che Farà, solitamente dedicato alla leggerezza, all’intrattenimento e alla comicità con il Mago Forest, Raul Cremona e Ale & Franz, viene rimodulato.

Già la settimana scorsa lo studio vuoto – e forse una scrivania difettosa – aveva spinto a cambiare forma al segmento, trasformandolo in un piacevole salotto da ‘Casa Fazio’. Questa volta, invece, torna l’acquario, ma scompaiono i comici nel preserale di CTCF.

Prima un’ampia pagina in collegamento con il direttore di RaiNews 24 Antonio Di Bella e con un’inviata in Piazza Duomo a Milano deserta (per fortuna, viste invece le immagini di una Boccadasse straboccante e le notizie di locali pieni per l’8 marzo), quindi una chiacchierata con Giampiero Mughini in collegamento da Roma (in ottemperanza al DPCM dell’8 marzo) per parlare de La Peste di Camus, e infine un’intervista all’Arcivescovo di Milano (sempre accompagnato dalla grafica che ne ricorda titoli, appellativi e incarichi). Un’intervista che rinuncia alla prossemica della scrivania e opta per un più deferente set di poltroncine bianche, mentre lo studio ritrova una grafica avvolgente, tra l’immagine, didascalica, del Duomo meneghino sullo sfondo e le ricche vetrate artistiche che fanno subito cattedrale.

Nel segmento di prime time, invece, si prova a parlare anche di cinema e di spettacolo mentre le sale, i teatri e gli eventi sono fermi fino al 3 aprile. Si parla di Alberto Sordi con Christian De Sica e Carlo Verdone al motto di “Portiamo noi a casa quello che non potete vedere”.

Il clima è pesante, c’è poco da fare. E Che Tempo Che Fa si adegua, con una formula in continua evoluzione.

 

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