Tv, Coronavirus, intrattenimento, Amici e Ballando: dateci l’illusione di uno spicchio di leggerezza
Perchè è sbagliato eliminare l’intrattenimento dalla nostra televisione anche in questa emergenza
E pensare che il sole di giorno è sempre lo stesso, anzi, i suoi caldi raggi in questo inizio di marzo, sembrano volerci accarezzare il volto e dirci solo cose belle, come la luna e le stelle, in queste limpide notti post-favonio qui in Lombardia, da lassù sembrano delle incantevoli modelle in posa pronte ad essere immortalate su di una tela di un bravo pittore. Ma nella realtà delle cose, un serpente (è proprio il caso di dirlo) invisibile getta fiotti di inchiostro nero su quelle tele che stanno germogliando.
E’ inutile girarci intorno: c’è tanta paura. Spinoza però diceva: “Non c’è speranza senza paura, e paura senza speranza.” Quindi la speranza, in un modo o nell’altro, ci deve essere. Il Coronavirus sta invadendo il nostro paese e la televisione -per la verità non solo la televisione- lo sta raccontando in lungo e in largo, forse anche troppo. In realtà questo non è un articolo, questo è un appello che spero tutti gli appassionati di tv vorranno condividere. Già ieri ne avevamo accennato, ma oggi lo vogliamo fare a voce ancora più alta e ferma.
Non fermate lo spettacolo, non chiudeteci in casa con le nostre paure. La funzione della Tv è anche quella di darci un po’ di svago. Invece la Tv al tempo del coronavirus è un amplificatore di angoscia e di paura. Tuttologi, virologi, medici, politici: tutti i giorni in tv un solo argomento, tante informazioni che si fondono in un’unica trasmissione di panico. Un continuo aggiornamento del bollettino di guerra che spaventa e basta.
Il compito del servizio pubblico indubbiamente è quello di informare, ma è anche quello di rasserenare e di dare un po’ di svago e di speranza o comunque di evasione da questo stato terribile d’angoscia che rischia di amplificare i danni di questo maledetto virus. Perciò accanto a questa massiccia dose di informazioni è assolutamente necessario che la Tv pubblica e ovviamente non solo quella pubblica, faccia la sua parte e produca intrattenimento, spettacolo, divertimento, emozione. E’ quello che fa Amici su Canale 5: piaccia o non piaccia lo show di Maria De Filippi è andato in scena con cantanti, ballerini ed ospiti, in un clima di svago che ha cercato di depurare, anche solo per un attimo, la paura che ci inghiotte l’anima giorno dopo giorno.
Di talk show urlati che conteggiano i morti e sparano più o meno attendibili previsioni non se ne può più. La stessa cosa a maggior ragione deve tornare a fare prima possibile la Rai in quanto servizio pubblico: Rai1 in particolare. Se sotto i bombardamenti e nel primo dopoguerra i teatri erano pieni con l’avanspettacolo di Totò, Aldo Fabrizi e Wanda Osiris, cose raccontate mirabilmente nello show di Antonello Falqui e Maurizio Costanzo “Bambole non c’è una lira“, adesso in queste ore buie è doveroso dare al pubblico anche spettacoli leggeri, che non neghino la realtà, ma creino un diversivo di qualche ora e magari raccontino meglio di come si sta facendo adesso, come ci si possa adeguare agli eventi, continuando a fare il proprio dovere e rispettando le regole. E allora ben venga anche l’inizio di Ballando con le Stelle il prossimo 28 marzo.
Da nostre informazioni riservate il dibattito dentro le aziende Mediaset e Rai è aperto. C’è chi vorrebbe chiudere definitivamente lo spettacolo ed un segnale in questo senso lo ha dato nelle ultime ore Rete 4. Sarebbe l’errore più grave e un vero tradimento del pubblico se ciò si dovesse protrarre oltre un tempo ragionevole, sopratutto per un canale generalista. Così come Maria sta facendo il suo lavoro con la consueta carica di passione e di impegno difendendo la sua creatura e il sacrosanto diritto a portare in scena Amici, Milly Carlucci ha aperto già da giorni i saloni dell’auditorium Rai del Foro italico, spalleggiata dal direttore di Rai1 Stefano Coletta, convinto assertore della funzione pubblica dello spettacolo. Come abbiamo già scritto non si può trasformare tutta la tv generalista in un all news ansiogeno e nefasto.
Il momento è grave, inutile negarlo e per raccontarlo ci sono i Tg, le reti all news e i programmi di informazione. Non può il virus diventare il vero show, non può essere permessa la spettacolarizzazione del male e del dolore. Va impedito lo show di chi senza arte nè parte giudica, commenta, prevede. Giusto e doveroso dare la parola agli esperti, sperando che magari non si accapiglino tra loro come spesso hanno fatto, e alle istituzioni, ma stop al martellamento. Un conto è informare. Un altro è ossessionare, spaventare e produrre panico e ulteriore tristezza.
In questi giorni ha fatto il giro di internet un filmato del professor Morelli che invita tutti a osservare le regole, ma anche a distrarsi dal pensiero fisso del virus. L’ottimismo o quantomeno la serenità anche temporanea aiutano il corpo a difendersi. Quindi per una Tv pubblica è un dovere far distrarre soprattutto il suo tradizionale pubblico degli over. E allora dateci tesoretti scandalosi e giudizi efferati della Celentano o di Rudy Zerbi. Dateci qualche ora per evadere da questo assurdo incubo. Che sia un cantante di Amici o un ballerino di Ballando, una battuta della Lucarelli o una risata della Bertè, un “facciamo partire la base” di Maria o un “via al televoto” di Milly: lasciateci almeno un piccola, breve, illusione di leggerezza, con sullo sfondo, dentro l’anima, la piccola grande speranza che le luci dello svago e del sorriso si possano accendere anche nel resto della nostra giornata e non solo in “prima serata” al più preso.