Spalti vuoti per colpa del coronavirus. La tv fa i conti col nuovo fenomeno già da qualche settimana, ma mai era accaduto che ben tre talk di prima serata, in onda in contemporanea, dovessero fare a meno del pubblico.
Non parliamo di programmi qualsiasi, perché Di Martedì e Fuori dal coro hanno fatto della bolgia e delle ovazioni il loro punto di forza, quasi il loro motivo di esistenza.
Da Floris arrivammo a contare 265 acclamazioni in poco più di tre ore, pari ad un’interruzione dopo circa quaranta secondi. Dato che crollava ad uno ogni diciotto durante i monologhi di Gene Gnocchi.
Martedì sera, per la prima volta, è mancato tutto ciò e il contesto ne ha beneficiato. Il programma, per l’occasione, ha rinnovato lo studio, annullando completamente la visione delle sedie non occupate. Floris è stato quindi ‘accerchiato’ da quattro videowall da cui apparivano altrettanti ospiti, che si aggiungevano a quelli vicini a lui.
A guadagnarne è stato il dibattito, parso più fluido e sensato anche nei suoi contenuti. L’applauso, inteso come atto dovuto, è infatti diventato un gesto tanto democratico quanto molesto. Oltre a provocare fastidio all’udito, interrompe il flusso, lasciando i concetti spesso sospesi.
Sul fronte opposto, Mario Giordano non ha rinunciato ai campi larghi, inquadrando tribune desolate che però sono state arricchite da palle rappresentanti il coronavirus. Una sorta di addobbo natalizio da centro commerciale che in diversi momenti ha reso surreale la discussione. Pure qui, tuttavia, il conduttore è stato chiamato a sostituire lo spartito, limitando i toni da comizio e le scene teatrali inadatte ad un clima teso e per nulla rassicurante.
Discorso a parte, infine, per Cartabianca. La Berlinguer – come nel caso di Floris – ha azzerato i ogni riferimento al pubblico mancante, inquadrando esclusivamente uno spicchio di studio. Al suo fianco un unico interlocutore (Michele Mirabella), aggregato a collegamenti video con un’ampia sfilata di presidenti di Regione (Emiliano, De Luca, Santelli e Fedriga). Una sorta di involontario ritorno alle origini, quando Cartabianca era una semplice striscia quotidiana collocata a ‘cuscinetto’ tra Geo e il Tg3 delle 19.
L’emergenza contagio prima o poi terminerà. Che almeno sia questa la chance per trarre utili spunti per il futuro.