Che Tempo Che Fa a personale ridotto: un inizio commovente con Diodato e La Cura
Fabio Fazio rende Che Tempo Che Fa sempre più un programma di servizio.
Che Tempo Che Fa di domenica 15 marzo 2020 inizia senza jingle, senza sorrisi, senza condiscendenze e senza personale, se non quello essenziale. Prima assenza che si nota quella di Filippa Lagerback, che presenta in collegamento da casa per evitare di ‘allertare’ trucco, parrucco e costumi del Centro di Produzione Tv di Milano. Dal gelato usato dal virologo Burioni si capisce che si è rinunciato anche ai microfonisti. Una riduzione del personale che porta i lavoratori davvero al minimo per garantire il massimo della sicurezza.
All’insegna della sicurezza anche l’esibizione di Antonio Diodato, registrata in uno studio deserto. Per il vincitore di Sanremo 2020 non è il momento di cantare la sua Fai Rumore, ma per dedicare La Cura all’Italia. Un brano scelto anche per ringraziare chi in Italia sta garantendo con il proprio lavoro i servizi essenziali, oltre allo straordinario impegno del personale sanitario in tutto il Paese.
Un momento diffilissimo in cui la cronaca degli eventi è raccontata con emozione, ma con lucidità e con il continuo richiamo a restare a casa, sempre. L’unica possibilità per uscirne è restare a casa e uscire solo per lo strettissimo necessario. Le immagini delle città vuote usate per aprire la puntata vanno viste come un successo da portare avanti, non da una desolazione da riempire, nonostante la musica di accompagnamento. Non ora.
“Non serve la paura, non serve il conforto, non serve la rimozione, serve l’impegno di ciascuno” dice Fazio. La guerra è appena iniziata, le battaglie sono tante. E lucidamente Fazio indica come possibile ritorno alla normalità la prossima stagione tv, alla quale rimanda i festeggiamenti ‘veri’ per i 50 anni di carriera di Nino Frassica: sarà bene che ci si abitui all’idea e ci si organizzi, fisicamente e mentalmente (anche grazie a Raiplay).