Manuela Blanchard presenta Tai Chi One a Blogo: “Non avrei mai pensato di tornare in tv, ora mi rimetto in gioco”
A partire da venerdì 20 marzo 2020 su DeaJunior arriva “Tai Chi One”. Manuela Blanchard ci ha raccontato come sarà costruito il suo nuovo programma e abbiamo ripercorso i suoi anni a Bim Bum Bam.
Se parliamo di Tv dei ragazzi non puoi non pensare a lei: Manuela Blanchard. Volto e voce del Bim Bum Bam che fu, dal 1985 al 1992 e ancora dal 1992 al 1996 nella versione domenicale del contenitore. Un bagaglio professionale che le ha fruttato come premio l’affetto dei bambini ora cresciuti che potranno ritrovarla a distanza di oltre 20 anni nel progetto televisivo Tai Chi One in onda dal 20 marzo alle 14:20 su DeAJunior al canale 623 di Sky.
Un programma vicino alla sua professione di insegnante della più antica arte marziale cinese nonché una raffinata forma di esercizio per la salute ed il benessere: il Tai Chi.
Ho iniziato Tai chi che avevo 17 anni, è venuto molto prima di Bim Bum Bam e dei miei lavori televisivi. Dopo 2 anni il mio maestro mi mise subito a fare lezione ai principianti per cui ho iniziato giovane.
Quindi ora tu unisci l’utile al dilettevole?
Guarda, la proposta è stata particolare nel senso che io non avrei mai pensato di tornare in tv se non per qualcosa che aveva un senso e cioè un messaggio che potesse aiutare le persone a crescere e a vedere che c’è anche qualcosa di diverso soprattutto legato alla saggezza antica e che possa aiutare chi fa tanta fatica a trovare un senso anche nel quotidiano. Per cui, per me è stata sempre una ricerca di questo tipo. Il fatto che poi mi abbiano contattato per portare proprio questo tipo di messaggio e non altro (dato che in questi anni non sono stata contattata per fare altri programmi nonostante mi abbiano invitato per ospitate) è una grande sfida. L’argomento non è semplice da passare agli adulti, figurati ai bambini. Abbiamo dovuto metterci la testa sopra e cercare di capire come far passare delle pillole di saggezza di quest’arte antica.
L’idea quindi si svilupperà più semplicemente da un principio, quello di mostrare una delle figure più familiari ed empatiche ai bambini, gli animali: “Abbiamo deciso di prenderli in considerazione perché colorano le figure del tai chi che noi eseguiamo. Li abbiamo estrapolati e abbinati secondo la medicina cinese a delle emozioni basilari come la rabbia, la paura, la tristezza“.
A darle man forte sarà Tino, il pupazzo prodotto da Jim Henson, la casa di produzione dei Muppets:
Lui è il pupazzo che è anche il bambino. Per esempio, lui si arrabbia con un suo compagno per qualche motivo. Come la gestiamo la rabbia? Cosa ce ne facciamo? Noi lo ascoltiamo, lui può dire la sua emozione e poi gli si propone una posizione del Tai Chi che lo possa procurare a trovare un equilibrio in quella emozione.
Quindi il compito è quello di comunicare in modo semplice con il pubblico teen. Hai parlato della tecnica, degli animali e della tua spalla destra Tino: lui ti aiuterà ad esporre e far capire quest’arte.
Lui è il bimbo che ha il problema o lui è il bambino che vuole diventare bravo a fare Tai Chi.
Si pone delle domande e tu gli dai le risposte?
Lui fa delle domande o ha delle emozioni, oppure è esagitato. Si propone come si proporrebbe un bambino che ha delle paure, ha il coraggio di dirlo. Aiuta il bambino ad esprimere le proprie emozioni.
Un esempio?
Se lui ha paura del buio noi gli facciamo vedere che c’è un animale che non sembra che sia forte come il serpente bianco, ma quando tira fuori la lingua diventa veramente spaventoso. Il bambino quindi si identifica con una parte di forza piuttosto che con chi subisce quel determinato tipo di emozione attraverso una posizione di Tai Chi. Lui la pratica perché la utilizza per andare oltre la paura, ha un significato.
Si può parlare di divulgazione?
Io sto divulgando una disciplina (non è uno sport). Anche se più che divulgare è dare pillole di saggezza. E’ più semplice perché dedicato ai bambini in età prescolare.
In questo momento dove la tv d’intrattenimento leggero si spegne va a riaccendersi la tv dei ragazzi. Come vedi ora il panorama televisivo dedicato ai cosiddetti ‘teen’?
Tu sai che non posseggo la tv? E’ una domanda complicata. E’ da tanti anni che ho un pc quindi scelgo che programma guardare, non seguo la tv in generale quindi non sono molto preparata su ciò che va in onda adesso. Quello che mi ha fatto decidere di dire sì a questa esperienza è che questo argomento non ha tempo.
E ora che in tv ti ci ritrovi nuovamente quali sono le emozioni che provi?
La prima cosa: quando sono entrata in studio per registrare la prima di queste puntate è stata “mamma mia sono tutti giovani, guarda qua!” (ride, ndr) mi guardavano con degli occhioni come se fosse entrato un personaggio importante della loro infanzia. Sentire questa onda di affetto e questi occhi che sembrano gli occhi dei cartoni animati di allora è bello! Da un lato mi dicevo “Chissà come sarà rimettermi in gioco dopo tanti anni che faccio tutt’altro“. Insomma ora ho un’impronta che è un’impronta dell’epoca: molta improvvisazione come con Paolo Bonolis.
A proposito ti capita di vederlo oggi? Cosa ne pensi?
No per lo stesso motivo di prima. Ci sono persone che mi chiedono “ma ti sarebbe piaciuto fare la carriera di Paolo” rispondo no perché mi piace di più fare reportage naturalistici piuttosto che di cultura. La mia era quella via, piuttosto che quella dell’intrattenimento come i giochi. Lui da quel punto di vista è bravissimo con Giancarlo Muratori (Voce di Uan, ndr) che era strepitoso.
Si entra nel ricordo di Bim Bum Bam, si ripercorre un’epoca che ha segnato la storia dei contenitori per i più piccoli in tv. Una chiacchierata come in un viaggio nel tempo. Aneddoti e curiosità di allora:
Lavoravamo 8 ore al giorno e tutto in improvvisazione. C’erano dei canovacci scritti da Paolo e da Giancarlo ma erano 4 righe. Dopo di che tu dovevi inventarti tutto, io sono entrata e mi sono ritrovata in una situazione dove tra Paolo e Uan c’era già una grande capacità di relazione. Dovevi inventarti tutto, dovevo inserirmi in un rapporto ben cresciuto e maturato. Però quando gli equilibri si sono espressi abbiamo cominciato ad andare benissimo, abbiamo vinto 3 telegatti.
Alla fine degli anni 80 viene rotto il trio Bonolis/Blanchard e Uan con l’approdo di Carlo Sacchetti, Carlotta Pisoni Brambilla, Marco Bellavia, Debora Magnaghi e Roberto Ceriotti. Una decisione che, dice Manuela “Ha fatto andare in tutt’altra direzione la trasmissione“:
Secondo me snaturava molto qualcosa che stava andando benissimo e quindi perché cambiare? Io sono andata a fare le esterne che però mi ha permesso di incontrare i bambini, mentre in studio i bambini non c’erano
Insomma, l’altra faccia della medaglia. Ti ha portato un vantaggio dal punto di vista professionale?
Dal punto di vista relazionale più che professionale. Professionalmente andavo in onda molto meno e con uno spazio che non era più lo spazio ‘io entro tutti i giorni in casa tua insieme a Paolo e Uan’.
Ma l’esterna ti faceva bagaglio.
Con l’esterna io incontravo i bambini, ero sul campo. Era vivo, vero. Lì ho sacrificato la messa in onda per una qualità relazionale maggiore che era: io vengo da voi, scendo dallo studio. La rete mi aveva chiesto di rimanere con la squadra dei conduttori che sarebbero entrati, fui io a decidere di andare in esterna.
Quindi il ‘cambio pelle’ di Bim Bum Bam secondo Manuela “E’ stato più confusivo per i bimbi” perché:
Noi eravamo una figura di riferimento importante per i bimbi quando tornavano a casa. Paolo è rimasto solo un anno (l’ultima edizione la condusse nella stagione 1989/90, ndr) perché non trovava più quel sapore che c’era. Sono entrati gli altri cinque conduttori, era diventato qualcosa di molto meno rassicurante per i bimbi. Probabilmente Paolo/Manu/Uan erano più ‘le elementari’ cioè hai la tua maestra che vuoi bene e che ti conduce. fino alla quinta elementare. Poi si cambia, arrivano tanti professori e cambia il prodotto che viene dato.
Tu con loro hai mantenuto i contatti?
Con Carlotta e Debora ci sentiamo e abbiamo un rapporto meraviglioso e anche con Roberto Ceriotti. Chi non sento (ma non ho mai avuto tantissima relazione) è Bellavia e Sacchetti. Chi invece è stata proprio una perdita perché non ci siam più sentiti è stato Paolo ma è accaduto per via del percorso che ha intrapreso lui e che ho fatto io.
Torniamo al presente: e adesso? se ci prendi gusto? Se dovesse andare in porto il progetto e proporti altro?
Questa è una bellissima domanda perché in realtà quando chiusero le trasmissioni per i bambini mi dissero che io ero troppo popolare per poter far parte di una trasmissione e avrei avuto bisogno di una trasmissione mia. Ora, non è mai stato per me importante avere una trasmissione mia, per me è importante il contributo che do anche ad altre trasmissioni. Io avrei lavorato volentieri con Sveva Sagramola (conduttrice di Geo su Rai 3, ndr) piuttosto che con Licia Colò facendo dei piccoli montaggi esterni. Io non ho mai voluto una trasmissione mia, non mi interessa. Mi interessa cosa do, cosa comunico. Se mi dovessero chiedere ‘Ti do una trasmissione tua ed è un quiz’ non mi interessa. Vaglierei comunque la proposta.
In bocca al lupo per la nuova avventura allora!
Un abbraccio! Grazie mille!
Il nuovo programma di Manuela Blanchard Tai Chi One è in onda da venerdì 20 marzo 2020 alle 14:20 su DeAJunior canale 623 di Sky.