L’Auditel ai tempi del coronavirus: dati ascolti vanno sbandierati, taciuti o comunicati senza enfasi?
Antonella Clerici all’inizio dell’emergenza aveva detto di trovare “distonico sbandierare dati auditel in questo momento”. Le televisioni sembrano essersi adeguate, ma c’è qualche eccezione…
“In questo momento trovo distonico sbandierare dati auditel. Penso che la tv sia davvero utile come informazione e compagnia e che il servizio pubblico venga percepito nei momenti di emergenza il più credibile. Buon lavoro e grazie a tutti colleghi e maestranze“. Lo scriveva su Twitter Antonella Clerici all’inizio dell’emergenza coronavirus.
In questo momento trovo distonico sbandierare dati auditel. Penso che la tv sia davvero utile come informazione e compagnia e che il servizio pubblico venga percepito nei momenti di emergenza il piu' credibile. Buon lavoro e grazie a tutti colleghi e maestranze #coranavirus
— Antonella Clerici (@antoclerici) March 11, 2020
Sono passate le settimane e il mondo della televisione – pur continuando ad essere alle prese, chi più, chi meno, con la necessità di raccogliere pubblicità) sembra aver accolto in larghissima parte l’appello (sacrosanto per alcuni, forse un po’ buonista per altri) della conduttrice di Rai1. La tv pubblica, per esempio, ha deciso dal 13 marzo di comunicare, attraverso l’ufficio stampa, soltanto i dati, senza aggiungere il tradizionale commento. Mediaset ha fatto a meno dei trionfalistici comunicati sull’audience di Amici e del Grande Fratello Vip. E così praticamente tutti gli altri broadcaster.
Immancabilmente ci sono alcune eccezioni. Certo, non siamo – per più motivi (1- l’emergenza coronavirus è prolungata nel tempo e si snoda attraverso una serie di eventi; 2- il ragionamento riguarda programmi di vario genere, non soltanto quelli informativi concentrati solo o quasi sull’emergenza sanitaria) – ai livelli di quanto accaduto 11 anni fa al Tg1 per il terremoto de L’Aquila, ma qualche indizio interessante per porsi la seguente domanda c’è: ai tempi del coronavirus, i dati degli ascolti dei programmi tv vanno sbandierati, taciuti o comunicati senza enfasi?
A leggere i tweet odierni di Che tempo che fa (con retweet di Fabio Fazio) e di Barbara d’Urso (per Live – Non è la d’Urso) sembra che la sobrietà non vada per la maggiore.
? Oltre 2 milioni e 800 mila spettatori e il 9.3% per #CTCF, con un picco di 3 milioni e 600 mila e l'11.34%, per una puntata dal grande valore di servizio pubblico.
Con quasi 300 mila interazioni si conferma il programma più commentato della giornata⚡️ pic.twitter.com/jwt31HjOhV
— Che Tempo Che Fa (@chetempochefa) April 6, 2020
Questi sono i miei capelli sciolti, subito dopo la pettinatura della puntata di ieri… ognuno va per i fatti suoi!!! ???? #noneladurso #restiamoacasa #teniamoduro #tuttoandrabene #coronavirus #nopanic #colcuore❤️ pic.twitter.com/YTm01FLmTk
— Barbara d'Urso (@carmelitadurso) April 6, 2020
Al netto della questione di merito, ossia chi abbia fatto più ascolti e chi meno (su TvBlog trovate, da anni ormai, tutti i dati Auditel, senza alcun commento), la domanda resta: ai tempi del coronavirus, i dati degli ascolti vanno sbandierati, taciuti o comunicati senza enfasi?