Pechino Express 2020, il logo cambia in Corea del Sud: troppo simile alla bandiera imperialista giapponese
Pechino Express 2020, la sostituzione del logo dagli stendardi come gesto di riguardo per il popolo ospitante
Pechino Express cambia logo, ma solo per un paio di tappe. L’ottava edizione del docu-reality di Rai 2 sta giungendo verso la fine: le coppie dei Wedding Planner e dei Gladiatori, delle Top e delle Collegiali, sono agguerritissime, tutte decise a scalare il podio e conquistarne il gradino più alto.
I concorrenti, dopo aver viaggiato per Thailandia e Cina, sono sbarcati in Corea del Sud per gli ultimi autostop della gara. È la prima volta nella storia della trasmissione – in onda su Rai 2 dal 2012 – che Costantino della Gherardesca fa da guida ai viaggiatori nella piccola repubblica di Corea, grande quattro volte la Sicilia, influente dal punto di vista culturale ed economico a livello mondiale. Un’identità specifica, riconoscibile e dalle basi solidissime, che il popolo coreano ha cercato di mantenere a fatica contro le ingerenze storiche di Cina, Russia e Giappone. Fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la Corea del Sud è stata sotto il controllo delle milizie nipponiche, che negli anni della dominazione attuò numerose misure per la cancellazione della lingua e della cultura nazionale, insieme al governo imperiale.
Nonostante nel settembre del 1945 la Corea del Sud sia stata riconosciuta come indipendente dalla comunità internazionale, le controversie con il Giappone sono ancora aperte, oggi anche per questioni economiche e produttive. Alcune ferite fanno fatica a ricucirsi e non deve essere di certo un gioco televisivo ad infiammarle. Come forma di rispetto per il popolo ospitante, la produzione di Pechino Express ha deciso di eliminare il proprio simbolo tradizionale, che avrebbe potuto ricordare ai locali quello presente sulla bandiera imperialista giapponese, dalle bandiere che segnano le tappe del viaggio in Corea.
Niente bandiera del Sole Nascente, sostituita sugli stendardi rossi e neri dal titolo del programma, lineare e simbolicamente neutro. Un gesto di riguardo per la nazione asiatica, un’accortezza che fa la differenza. The angel is in the details.