Upload su Prime Video, la recensione: Greg Daniels insegue Black Mirror e The Good Place
La recensione di Upload, la nuova serie tv di Prime Video in cui ila coscienza del protagonista, dopo un incidente, viene caricata in un aldilà creato in attesa che lui e le altre persone che vi vivono possano tornare nei loro corpi
Al catalogo di Prime Video mancava da un po’ di tempo una comedy originale, che smorzasse un po’ i toni degli Amazon Studios, sempre più impegnati a proporre storie avvincenti, capaci di competere con le piattaforme avversarie, ma impegnative. In suo soccorso arriva Greg Daniels, una delle menti più prolifiche per la comedy made in Usa: a lui si devono, per fare due esempi, la versione americana di The Office e Parks and recreation. Per Prime Video, Daniels ha messo a punto addirittura un aldilà futuristico e ben identificabile con i bisogni e capricci dei giorni nostri: stiamo parlando di Upload.
Una “second life” che sembra un’app
Upload è ambientato in un futuro in cui la tecnologia ha fatto passi da gigante. Tra le varie innovazioni di cui può usufruire la gente, quella più rivoluzionaria riguarda la possibilità di poter continuare a vivere ed interagire con il mondo dopo la morte.
Merito di una multinazionale, che ha messo a punto un sistema che permette, quando un soggetto è in fin di vita, di caricare (da qui il titolo, “Upload”) la propria coscienza in un mondo fittizio. E’ quello che succede al giovane Nathan (Robbie Amell) che, dopo un incidente, si vede costretto dalla sua fidanzata Ingrid (Allegra Edwards) ad accettare la sua proposta: essere “caricato” in un aldilà, chiamato Lake View, in cui comfort e passatempi non mancano, il tutto, ovviamente, ad un prezzo altissimo coperto dalla famiglia di lei.
Mentre spera che gli scienziati trovino un modo per effettuare anche il download -ovvero scaricare le coscienze nel corpi clonati dei loro proprietari-, a Nathan non resta che godersi quella che potrebbe sembrare una vacanza, restando sempre in contatto con il mondo reale e vedendo da una nuova prospettiva cosa andava e cosa no nella sua vita.
Questo soggiorno viene allietato dalla presenza di Nora (Andy Allo), un “angelo” che altri non è che un’impiegata al lavoro per garantire il massimo della comodità agli ospiti di Lake View. Tra Nathan, sempre più preoccupato di essere finito in una gabbia dorata (e sul cui incidente aleggia un mistero), e Nora, insoddisfatta della propria vita, scatta un’amicizia che li metterà entrambi nei guai.
I nostri vizi di oggi, ma nel futuro
Ok, Upload ci mostra un mondo ben differente da quello che conosciamo: biciclette che tornano da sole al loro posto, stampanti di cibo, cerotti con microcamera da usare prima di un rapporto sessuale per confermare di essere consenzienti. Il mondo che Daniels crea è un gran bel giocattolo, non c’è dubbio, e non teme di mandare anche qualche messaggio al mondo di oggi, privo -per ora- di tutte queste utilità.
Upload racconta infatti, dando uno sguardo al futuro, i capricci di oggi: una società sempre più pigra, che cerca la via più semplice e vuole essere servita, anche a costo di diventare schiava delle nuove tecnologie. Il Lake View in cui si ritrova Nathan e con lui tutti coloro che sperano, un giorno, di poter rivivere dentro il proprio corpo, ben rappresenta le nostre app, in cui tutto sembra a disposizione di tutti finché non si supera un limite oltre cui bisogna diventare utenti “premium” e pagare di più.
Un prezzo che diventa la propria libertà: per quanto tecnologicamente affascinante, il futuro creato da Upload nasconde tra le righe insidie ed avvertimenti sull’abuso di tutto ciò di cui potremmo comodamente usufruire, chissà, di qui a breve. Messaggi che ricordano un po’ Black Mirror, ma qui raccontati con la chiave della commedia e del romanticismo.
Se l’Upload non riesce al 100%
Se sul fronte delle idee e dei presupposti Upload è decisamente una serie tv che aggancia il pubblico e lo incuriosisce, su quello della narrazione e della comicità si resta un po’ delusi. Sarà che il cast non è azzeccatissimo (Amell garantisce in prestanza fisica, ma a livello comico deve ancora lavorare), sarà che capiamo subito che stiamo per assistere ad un triangolo amoroso tra lui, lei e l’altra, ma Upload non riesce a raggiungere alti livelli di performance comedy, nonostante gli sforzi.
D’altra parte, il tema dell’aldilà rivisto in chiave contemporanea è stato già al centro di un altro show, The Good Place (il cui creatore, Michael Schur, ha lavorato proprio con Daniels nell’ideare Parks and recreation), che ha saputo ben mischiare l’ironia e la riflessione per quattro stagioni. Questo mix ad Upload non riesce: visivamente eccellente, pecca nello sviluppo dell’idea originaria.
L’Upload di Prime Video resta sì un’idea interessante, ma resta in mente più per le trovate inserite qua e là che per tutto il racconto: ci auguriamo, però, che abbia una seconda stagione, per poter sfruttare il proprio potenziale e diventare la serie imperdibile che merita di essere.