Linea Blu 2020: un’occasione per informare, non solo divulgare (con qualche accorgimento)
La nuova stagione di Linea Blu inizia alle porte di una stagione che si annuncia difficile per le coste italiane.
Linea Blu torna su Rai 1 nel sabato pomeriggio e rivendica la propria utilità. Mai come oggi, infatti, può svolgere un compito centrale, ovvero dare informazioni precise e capillari su un comparto strategico per l’Italia come quello del mare e delle sue filiere. In tempi delicati e complessi come quelli che stiamo vivendo, tra Fasi in divenire e normative non sempre limpide, tra direttive contraddittorie e mille dubbi sul futuro, Linea Blu potrebbe essere la finestra informativa perfetta per raccogliere i dubbi dei vari comparti che si affacciano sul mare – dalla pesca al turismo, dalla ristorazione alla nautica – e dare suggerimenti e indicazioni, prima ancora che risposte (che nessuno ha), a chi sta cercando di capire cosa succederà.
E in fondo in questa prima puntata dell’Era Coronavirus ci prova a fare il punto della situazione chiamando a sé la Guardia Costiera, per raccontare l’attività di controllo e analisi del territorio, l’amministratore unico Gestione servizi del porto di Roma per parlare del futuro del diportismo, marinai in ambasce per le entrate estive, veneziani che per la prima volta si lamentano della mancanza di turisti in una città che vive esclusivamente di quello. Armata di guanti e mascherine, spesso al polso, Donatella Bianchi riesce a uscire per mare, dando quindi indicazioni su cosa e come si può fare, alternando interviste in presenza e a distanza di sicurezza con brevissimi collegamenti Skype – e seconda ripresa – con ‘sentinelle’ del territorio, anche molto interessanti ma ahimé relegati a una durata intramuscolare dei 2′. Eppure l’informazione e il racconto di quello che sta succedendo sul, per, intorno al mare sono una peculiarità da sfruttare, vista la ‘sete’ di notizie di settore.
L’anima duvulgativa non viene meno nonostante tutto e anche quella tendenza – fastidiosa, va detto, anche prima del Coronavirus – di saltare di palo in frasca diversificando sì contenuti per offrire un racconto prismatico, per quanto a tema, di un certo territorio, ma che in questo momento sembrano fuori contesto o eterogenei rispetto al racconto che non può fare a meno dell’attualità. O almeno sembra non possa farne a meno, perché poi – out of the blue – spunta un contributo di puro repertorio sul record di un surfista che ha tutta l’aria di essere un riempitivo per arrivare all’ora o per soddisfare equilibri di scrittura. E che davvero stona col resto.
Ciò detto, Linea Blu ha la grande occasione di essere uno straordinario strumento di informazione e approfondimento sul settore, anche senza dimenticare l’aspetto eco-sostenibile e il taglio divulgativo che da sempre sta a cuore al programma. Un’occasione non facile da sfruttare, certo: da un punto di vista strettamente produttivo, l’impossibilità di girare per la penisola ha le sue difficoltà e già questa prima puntata ha mostrato come si sia cercato di fare di necessità virtù, riuscendoci.
Perché possa sfruttare appieno il suo know-how per spostare il focus dalla divulgazione all’informazione più ‘netta’ vedo, però, almeno due limiti: la registrazione e la durata. Da una parte è complicato riuscire a stare al passo di una realtà burocratico-normativa che cambia alla velocità della luce – oltre a essere regionalmente caratterizzata – con un programma registrato, sia pur a cavallo della messa in onda. Dall’altra c’è la durata: vedere quel servizio sul surfista mi è parso uno ‘spreco di tempo’ di fronte alle capacità di racconto dell’attualità che ha il programma. Magari si è trattato di un’esigenza da debutto a fronte di una produzione ripartita da poco. E ci sta. Ma ha stonato tantissimo rispetto alla tanta attenzione e alla cura messa nel guardare e raccontare quanto sta accadendo e potrà accadere nelle prossime settimane.
Diciamo che Linea Blu ha una straordinaria possibilità di ‘adattarsi’ e di essere uno strumento preziosissimo e preciso per chi vive di mare: ci vorrebbe qualche accorgimento – con meno divulgazione e più strettissima attualità ad esempio – non semplice per la struttura stessa del format, ma che darebbe un ulteriore valore a un programma che fa compagnia agli italiani da decenni. E che mai come oggi ha un’utilità ben precisa.
Linea Blu 2020, diretta prima puntata
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13.57
Manca poco all’inizio della nuova stagione di Linea Blu.
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14.02
Terminato l’indice della puntata si va in pubblicità.
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14.08
Si parte da Ostia, sempre con Eugenio Bennato e i Duran Duran di Ordinary World.
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14.22
“Siamo lontani dall’idea della massima occupazione degli ormeggi, le prenotazioni sono state disdette…. Vedremo cosa deciderà il Governo” dice il Presidente del Porto di Roma.
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14.31
Nel mare di Ostia ci sono i delfini.
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14.47
Delfini, verdesce, polpi giganti: senza gente, gli animali hanno riconquistato spazi. Ora bisogna pensare però a una ripartenza anche per gli ‘umani’… A esempio per i marinai, come Massimiliano Cavallo, che non sa come andrà la sua estate. E quella di milioni di lavoratori del mare.
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14.53
Si torna all’attualità per raccontare dei guanti e dalle mascherine ritrovate sulle spiagge e in mare. Anche in questo caso ripresa in casa: immagino che non siano stati mandati zainetti, ma si tratti di altre immagini ‘homemade’. Si pensa a fare mascherine e guanti ecosostenibili: ma gli idioti non saranno mai sostenibili. Pochissimi minuti. 2 al massimo. E’ il solito problema di questo programma.
Linea Blu 2020, anticipazioni prima puntata
La nuova edizione di Linea Blu inizia oggi, sabato 9 maggio, alle 14.00 su Rai 1 e cade in un momento estremamente particolare per tutta la filiera del mare, dalla pesca al turismo. Certo, senza bagnanti e natanti le coste stanno vivendo un momento davvero raro e, fin quando le attività non hanno ripreso con una certa regolarità, zone afflitte da un inquinamento cronico sono tornate agli antichi splendori. Situazioni eccezionali che permettono, però, di ripensare interi settori che hanno a che fare con il mare e con le coste italiane, che Donatella Bianchi torna a ripercorrere ogni settimana.
Ottomila km che la Bianchi ha percorso in lungo e in largo e che continua a esplorare, anche in questa stagione 2020, per sviluppare la cultura del mare, per farne conoscere le potenzialità economiche e sociali, per far emergere i problemi ambientali e valorizzare le diverse tradizioni.
Nella prima puntata, Donatella Bianchi costruisce uno stato dell’arte sulla salute del mare, dei suoi fondali e della sua fauna. Si parte dalle acque dell’Area Marina protetta di Tor Paterno, unica Area Marina Protetta completamente sommersa che si trova a circa 5 miglia dalle spiagge di Ostia e di Torvaianica, di fronte alla tenuta presidenziale di Castelporziano e Capocotta. Con lei gli uomini del gruppo sommozzatori della Guardia Costiera, impegnata nel monitoraggio e tutela del delicato ecosistema di questi luoghi e Fabio Gallo. Tra i volti di questo debutto anche una vecchia conoscenza come il prof. Franco Andaloro.