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Belli di nonna, la sfida tra i fuorisede ha pregi e difetti: l’arma segreta è Nonna Rosetta

Casa Surace ha assaggiato il docureality con il pilot di una sfida di fuorisede ora su DPlay.

pubblicato 31 Maggio 2020 aggiornato 30 Agosto 2020 01:15

Lo scorso 23 marzo Nove ha trasmesso il pilot di un nuovo docureality tra fornelli e tradizione: il titolo è Belli di Nonna, la produzione è quella di Pesci Combattenti (Unti e Bisunti, Il Salone delle Meraviglie, L’Atelier delle meraviglie), i protagonisti i Casa Surace che delle tradizioni in cucina, delle porzioni abbondanti, dei prodotti tipici e delle nonne  hanno fatto l’asse portante della loro viralità social. Perché ne parliamo ora? Perché l’abbiamo recuperato su DPLay e perché un altro prodotto simile si affaccia in programmazione. E bisogna sempre avere presente i precedenti.

Il “pacco da giù” e soprattutto Nonna Rosetta sono i must dei Casa Surace, che hanno proprio nella matriarca l’arma segreta. E lo dimostrano anche in questa prima puntata di Belli di Nonna, una sfida tra fuorisede reclutati a Roma per convincere la nonna della bontà dei propri piatti e soprattutto della fedeltà agli insegnamenti degli avi.

Una sfida leggera, o almeno potrebbe esserlo: il pilot infatti pecca di una certa pesantezza nella sua costruzione, un po’ come i ragù pieni d’olio della domenica. Vuole forse esagerare col sapore, ma finisce per rendere difficile la digestione. Mi riferisco a tutta la parte centrale del programma, quella che vede Ricky e Pasqui andare alla ricerca dei fuorisede per la sfida: il reclutamento, il convincimento, il recupero delle materie prime è fin troppo ridondante e toglie un po’ di quello slancio che invece la presentazione aveva saputo dare e su cui il programma può contare.

Verrebbe da dire che la chiave narrativa è fin troppo fictional per un programma che sembrava voler dare spazio a una sfida di persone comuni, che resta il momento più genuino e divertente a fronte di un’estrema costruzione – anche nella confezione – nelle altre parti. Tanto – e troppo – per portare concorrenti, e soprattutto ricette e storie di famiglia, ai fornelli, salvo poi bruciare il momento clou, il piatto forte, in pochissimi minuti: uno sbilanciamento forte tra preparazione e cottura che se è l’anima stessa della ristorazione non rende però giustizia al piacere del racconto dei fuorisede, cannibalizzato dai personaggi di Ricky e Pasqui, che sembrano più al servizio del marchio ‘Casa Surace’ che del programma. O quantomeno che hanno bisogno di un po’ più di rodaggio: un pilot resta un pilot.

L’effetto sbilanciamento è sicuramente accentuato da una narrazione ibrida, come dicevamo, che forse preme un po’ troppo l’accelleratore sulla fiction e che  nella confezione pecca, per alcuni versi, nel ‘riuso’ di effetti video e audio che sono ormai legati a prodotti di culto come Unti e Bisunti. Per chi ha amato e seguito quel programma, il déjà-vu è servito.

Gli elementi per renderlo una chicca però ci sono tutti. Anzi alcuni ci sono già e sono davvero da videoteca: intanto Nonna Rosetta, in toto, con la sua sporta di lana e il telefono Sip anni ’70 tirato fuori dalla sua borsa in stile Mary Poppins. Senza la sua fragranza i Casa Surace rischiano di offrire sempre lo stesso piatto, mentre la sua naturale teatralità è un bene irrinunciabile, per la factory stessa e per questo programma (e la forza di Nonna Rosetta si è apprezzata anche in un prodotto lontano anni luce da questo come Celebrity Hunted).

Altro ingrediente da collezione la telenovela su TeleSala, che Nonna Rosetta segue in attesa dei nipoti e che di fatto scandisce il tempo della sfida: una perla, che evidenzia tutta la cura messa nella scrittura e nella produzione. Si contesterà che apprezziamo l’elemento più costruito e fictional di tutti. Ma la sua forza metatelevisiva lo rende un unicum nel panorama di genere. Diciamo che con un elemento narrativamente così riuscito, il resto può – e deve – puntare su altro. E proprio per la cura messa in quello che potrebbe essere liquidato come un semplice raccordo, ci si aspetta che anche il resto sia ‘all’altezza’ di trovate così ben pensate e realizzate.

La produzione di Belli di nonna ha patito certo il lockdown: vedremo se e come Nove la riprenderà, magari per proseguire nella prossima stagione televisiva.

Nove