Federico Quaranta a Blogo: “La Rai si è ricordata di me, ora il merito viene premiato, ma quanto ho sofferto per un anno”
Quaranta era stato escluso a sorpresa da Linea Verde un anno fa: “Convertini e Muccitelli hanno fatto bene, è giusto che vengano confermati, non voglio che vengano trattati dalla Rai come sono stato trattato io”
Tornato in televisione dopo un anno di stop forzato, Federico Quaranta ai microfoni di Blogo non nasconde la soddisfazione per il “risultato eclatante per share e per numeri di persone“, fatto registrare da Linea Verde Tour, il content branded in onda il sabato alle 12 su Rai1 che conduce con i “bravissimi, gentili e affabili” Peppone e Giulia Capocchi, e da Linea Verde Radici (ore 12.30) che guida in solitaria (sabato prossimo, eccezionalmente, andrà in onda solo Tour e sarà collocato alle 15.30 per lasciare spazio al mattino alla diretta dell’evento Senato&Cultura – Viva l’Italia). Effettivamente al debutto Tour è stato visto da 1.141.000, per il 13,39% di share, Radici è stato seguito da 2.087.000 spettatori, per il 16,09% di share.
La difficoltà maggiore è stata coniugare comunicazione e le esigenze di chi ha partecipato a livello produttivo, ossia Regione Alto Adige, Basilicata, Sicilia per Tour e gli altri brand che partecipano a Radici. Non volevamo fare solo pubblicità, volevamo cercare forme di valori da proporre ai telespettatori in completa armonia con i racconti della terra. Credo che ci siamo riusciti. Inoltre la volontà era di fare due bei programmi e che non fosse uno la replica dell’altro. Abbiamo dato impostazioni diverse: in Tour più turistico-divulgativa, in Radici più valoriale, antropologica e artistica. Il risultato è stato estremamente soddisfacente per qualità di prodotto. Abbiamo curato moltissimo le immagini, il linguaggio e la fotografia. Abbiamo lavorato con grande cura, facendo una corsa contro il tempo. Due produzioni in sovrapposizione, abbiamo registrato già sei puntate di Radici e cinque di Tour; abbiamo lavorato come pazzi, io ho una bimba di un anno e mezzo e la sto vedendo solo in videochiamata, però, sai, non lavoravo da un po’ di tempo e avevo voglia di dimostrare che so farlo.
Dopo un anno di stop sei tornato in tv.
Mi hanno chiamato. Si sono ricordati di me e questo mi ha fatto molto piacere. Mi ha voluto Rai Pubblicità e mi hanno richiesto le Regioni (l’Alto Adige, la Basilicata e la Sicilia) perché mi ritengono credibile per lanciare un messaggio sui loro territori, affinché vengano visitati dopo il coronavirus. Onestamente pensavo di non tornare più nel mondo di Linea Verde. Invece, mi hanno chiamato e mi hanno fatto la proposta. Con Decanter, in onda su Rai2 da 17 anni, ci siamo creati una grande credibilità, dicendo la verità e parlando seriamente, provando a ragionare con il cervello e non con la pancia. Ho accettato, anche se all’inizio ero stupito. E ho apprezzato che il direttore di Rai1 Coletta abbia detto sì alle proposte che gli venivano fatte. Ha dimostrato grande umanità, è stato un signore, mi ha anche detto che ci tiene molto a me e che sono una risorsa per la Rai, anche se sono stato trattato male. L’ho ringraziato e gli ho risposto ‘Per queste cose che mi dici, ci metterò ancora più impegno, perché io mi vanto di essere una risorsa per la Rai’. Spesso si fa facile a sparare sui direttori, ma io sono stato fortunato anche con la direttrice di Radio 2 Paola Marchesini. Devo ringraziarla perché mi ha concesso la deroga a Decanter, e permesso che radio e televisione sia diano una mano a vicenda. Poteva essere gelosa e dirmi ‘no, tu fai solo Decanter’, invece non lo ha fatto.
Tour e Radici sono il prologo ad un tuo possibile ritorno anche nella versione invernale di Linea Verde, dalla quale fosti escluso in extremis per far spazio a Beppe Convertini?
Ci sono rimasto malissimo quando sono stato mandato via, perché i risultati erano eclatanti e perché con i miei autori avevamo creato un paradigma, che oggi usano tutti: un racconto non solo di interviste, ma con le mani in pasta, con l’essere penetrati dentro la natura e il territorio. Ora lo fanno tutti. Ci sono rimasto malissimo perché sono stato mandato via senza un motivo o comunque con motivi non riconducibili al merito, agli ascolti e al prodotto. E allora io non posso auspicare che lo stesso trattamento che io ho ricevuto, sia riservato a chi comunque ha dato dei risultati. Beppe Convertini e Ingrid Muccitelli hanno dato dei risultati. Hanno ottenuto degli share abbastanza alti, non c’è stato una emorragia rispetto alla mia conduzione, siamo stati paritetici. Io non posso avere la pretesa di trattare dei conduttori come sono stato trattato io un anno fa. Sono stato così male… per me mors tua, vita mea è un concetto terrificante. Pertanto, auspico che rimangano Beppe Convertini e Ingrid Muccitelli a continuare a fare quel che hanno fatto bene. Spero solo ci sia considerazione nei miei confronti e che io possa lavorare facendo racconti di territorio. Io non voglio condurre un programma in tv, non voglio fare Sanremo, voglio condurre un programma sul territorio, voglio fare il mio lavoro con grande impegno, studio e dedizione. Qualora ci fosse l’opportunità, sarò libero di valutarla, ma non posso chiedere il male altrui, per tornare a fare quello che facevo prima. È stata un’ingiustizia quella perpetrata nei miei confronti, non è giusto che sia riservata anche ad altri, non è giusto che soffrano come ho sofferto io.
Oggi hai qualcosa da dire all’allora direttore di Rai1 Teresa De Santis?
No. Il direttore ha facoltà di decidere. E di fare i conti con la propria coscienza.
Veniamo al futuro. E la chiamano estate, in seconda serata su Rai2.
Lo sto registrando proprio in questi giorni, in Puglia. Non sarà Linea Verde, non sarà un racconto prettamente naturalistico. Andremo a raccontare quattro luoghi icone del turismo. Li racconteremo per come sono ora, ma non per cercare lo scoop sul distanziamento sociale o sul plexiglas. Il nostro sarà un racconto di località turistiche, una fotografia. Con me ci saranno Manila Nazzaro e Laura Forgia.
Sarà un programma in studio o in esterna?
Sarà itinerante. Raccontare il territorio da uno studio? Per me manca qualcosa. Io il territorio devo viverlo, vederlo, toccarlo.
E ad ottobre arriverà un nuovo impegno per te, sempre su Rai2, stavolta il sabato pomeriggio. Sarà il nuovo Sereno Variabile?
No. Rai2 mi ha fatto una seria e importante proposta: il direttore Di Meo mi ha detto di voler puntare su di me come narratore del territorio, dandomi carta bianca, facendomi prendere chi voglio come autori. Cosa potrei sperare di più da conduttore? Mi ha detto che posso disegnarmi addosso un prodotto. Sarà un programma completamente nuovo, con me alla conduzione da solo e una squadra fortissima composta dai miei autori Andrea Caterini, Francesco Lucibello e Giuseppe Bosin. La nostra volontà è di fare un programma totalmente innovativo e completamente diverso per raccontare anche territori mai esplorati. Troppo spesso Linea Verde torna sui suoi passi, quando invece ci sono tanti altri luoghi bellissimi da scoprire e raccontare. So che è stato già inserito in palinsesto. Mi piace che il direttore Di Meo e la rete vogliano puntare su di me; hanno capito il valore della squadra che ho e hanno dato peso ai miei risultati. Mi piace un direttore come Di Meo che lascia perdere le logiche classiche dell’assegnazione posti. Punta sul merito, non sul colore politico, questo mi dà una speranza.
Altri progetti?
Sì, ne ho uno compatibile con questo di Rai2. Ci sto lavorando da un anno e mezzo, con un editore internazionale molto importante che mi ha dato tempo e mezzi. Si tratta di documentari sulla bellezza d’Italia da vendere in America e in Giappone. Hanno voluto un conduttore credibile, un conduttore che parli italiano, con sottotitoli. Uscirà presto, anche se al momento non sarà disponibile sul mercato italiano. Camere cinematografiche, squadra imponente, un gran lavoro.
Se dovessi spiegare a tua figlia di un anno e mezzo perché il papà nel 2019-2020 ha lavorato in nessun programma televisivo, mentre nel 2020-2021 sarà tra i protagonisti con ben 4 programmi, cosa le diresti?
Le direi ‘te lo spiego quando diventerai grande’. Anzi, forse direi ‘Bambina mia, continua a sognare, perché queste cose le capirai quando diventerai grande’.