MasterChef Italia 2024 scardina la liturgia: “Era necessario”. I giudici: “Tra noi una vera amicizia”
Barbieri, Cannavacciuolo e Locatelli ci raccontano la 14esima edizione di MasterChef Italia, al via giovedì 12 dicembre: e tutto può succedere…
Con il 2024 MasterChef Italia, format Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy che ha ridefinito l’idea di cooking show – e per certi versi anche della cucina e della ristorazione -, arriva alla sua quattordicesima edizione, al via giovedì 12 dicembre alle 21:15 in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW. Quasi metà di questo percorso è stato compiuto da un tris di giudici che non conosce stanchezza e che a oggi rappresenta (a mio avviso) il miglior terzetto nella storia del programma. Parliamo della combo Bruno Barbieri (dal primo anno con furore), Antonino Cannavacciuolo (dalla quinta edizione con ardore) e Giorgio Locatelli (dall’ottava edizione con vigore), che abbiamo avuto il piacere di incontrare in occasione del lancio di questa nuova edizione di MCI, che introduce alcune novità soprattutto nella fase di Live Cooking. E vediamo subito di che si tratta.
Le novità di MasterChef Italia 2024
Utile per la chiacchierata con i giudici è capire quali sono le principali novità di questa edizione: se il claim del 2024 è “Tutto può succedere”, qualche indicazione l’abbiamo già dai Live Cooking, raccontati in un doppio appuntamento giovedì 12. Partiamo dal ‘consueto’: come sempre gli aspiranti concorrenti hanno 40 minuti per preparare il proprio piatto e 5 minuti per completarlo al cospetto dei giudici; con tre sì si ha direttamente il Grembiule Bianco, con due sì si va in stand-by e si ha una seconda possibilità per conquistare un posto nella MasterClass. Dallo scorso anno, poi, è stata introdotta la figura di un ospite speciale che può aiutare i giudici nelle proprie decisioni. Ed è proprio nei Live Cooking che abbiamo le principali novità:
- All-In – Ogni concorrente può giocarsi ai Live Cooking l’opzione “All-In”, ovvero il tutto per tutto: questo vuol dire che ha 5′ di tempo in più per presentare il proprio piatto, ma che per arrivare alla MasterClass ha solo una opzione, i tre sì dei giudici. Non ha altre possibilità.
- Blind test – Riguarda i concorrenti in stand-by dopo i Live Cooking. Verranno giudicati SOLO dal giudice che li ha respinti e dovranno conquistarlo solo con i loro piatti. I giudici, infatti, non interagiranno più con loro, ma assaggeranno AL BUIO le loro preparazioni.
Una volta scelta la MasterClass del 2024 si procederà come tradizione con le Mystery Box (con qualche novità che vedremo a breve), gli Invention Test, i Pressure Test, gli Skill Test, e le Esterne: annunciate una tra casoni maranesi, edifici-simbolo della laguna di Marano Veneziano, una al Mart di Rovereto, tra i Musei di arte moderna e contemporanea più importanti d’Europa, una nelle cucine del Quattro Passi, tre Stelle Michelin a Nerano (NA). Tornando alle Mystery Box quest’anno ritroviamo le Golden Mystery Box che premieranno non solo il vincitore della Pin, ma promuoveranno altri aspiranti chef regalando loro la balconata) e le Red Mystery Box, con le quali emergerà il piatto migliore ma anche i piatti non riusciti i cui autori saranno a rischio eliminazione in una prova immediata. Ma non solo.
Stefania Rosatto: “Il cambiamento era indispensabile”
Come è emerso dalla Round Table di presentazione della 14esima edizione, ad essere sconvolto è tutto il format. Minare le certezze è stato il punto di partenza nella scrittura di questa annata, che ribalta le attese, disorienta i concorrenti, incuriosisce i telespettatori. Si dice basta alla liturgia della sequenza Mystery Box – Invention Test – Esterna – Pressure Test per lasciare che tutto davvero possa succedere. Ci saranno puntate che iniziano con il Pressure, altre in cui si inizia con un’eliminazione, il tutto per rendere ogni appuntamento diverso dagli altri.
Certo, un rischio, visto il successo del format e l’equilibrio delicato su cui si fonda: da qui la curiosità rivolta a Stefania Rosatto, content supervisor di Endemol Shine Italy e responsabile del programma (che avemmo anche modo di intervistare qualche anno fa proprio sul lavoro che c’è dietro MCI). In primis se c’è stato del ‘timore’ nel mettere le mani su un format che funziona e se questi cambiamenti sono stati concordati con la ‘casa madre’. La risposta di Rosatto è stata precisa e potremmo dire ‘fearless’:
“Parto da un presupposto: ci sono generazioni di concorrenti, i più giovani, che sono cresciuti con MasterChef. Conoscono a menadito il programma, sanno cosa aspettarsi. C’era bisogno di scardinare i paradigmi e anche per questo non abbiamo avuto ‘timore’ a rivedere il format: era ormai necessario. Certo, in quanto parte di una holding abbiamo ‘chiesto il permesso’ di apportare modifiche, ma va detto che le innovazioni sono molto apprezzate e, come tutti gli altri, le abbiamo condivise con gli altri Paesi. E spesso quel che arriva dall’Italia piace e viene ‘copiato'”.
In questa ‘trasformazione’ un ruolo importante, se non fondamentale, è stato quello dei giudici, che – come dice Rosatto – sono stati molto ricettivi. E che questo rinnovamento sia piaciuto anche ai giudici lo si capisce dalle parole di Cannavacciuolo:
“E’ stato bellissimo – ha detto sorridente il giudice – perché il cambiamento ti fa crescere, ti spinge a fare meglio. Ed è stato entusiasmante anche per noi arrivare ogni giorno sul set perché non sapevamo cosa aspettarci. Sorrido ancora al pensiero delle facce spiazzate dei concorrenti! Devo dire che viene voglia di riprendere subito le registrazioni. E’ stato sorprendente per noi, è stato sorprendente per i concorrenti e ci sarà un interesse diverso anche per chi guarderà il programma”.
All’esigenza di cambiare crede molto anche Barbieri:
“Il fatto di cambiare tutto il sistema era un’urgenza. Siamo superstudiati dai concorrenti, che ormai sanno cosa li aspetta. O almeno sapevano. In questo modo i concorrenti sono stati tutti molto più concentrati sulla cucina e meno, diciamo così, sullo ‘spettacolo’”.
L’all-in non è stata solo una cartina al tornasole per capire la pasta dei concorrenti, ma è stato anche un ‘carico emotivo’ in più per i giudici. Lo confessa Locatelli (che a detta di Cannavacciuolo si è fatto i provini praticamente “in lacrime’, ma con una ragione):
“Ho sofferto con l’all-in, lo dico. Vedere persone che arrivano lì e che in 10 minuti si giocano il tutto per tutto è coinvolgente. E’ geniale, ma è difficile non immedesimarsi”.
Non che gli altri non ‘soffrano’: se Cannavacciuolo partecipa alle speranze di chi molla tutto per provarci, Barbieri confessa di trattenersi per mantenere fede alla sua “fama”:
“Tante storie mi colpiscono, ma cerco di tenere tutto dentro per non ‘tradire il personaggio che mi sono costruito: tante volte, però, mi sono morso la lingua. E’ difficile stare da quella parte, ma anche stare da questa parte non è difficile”.
I giudici di MasterChef Italia 2024, tra all-in ed errori ‘imperdonabili’
Del resto proprio Locatelli racconta di essersi giocato tutto per iniziare la sua avventura nella ristorazione, “vendendo la macchina per comprare le sedie del locale. Ma in fondo si fa all-in ogni mattina, ogni volta che si entra in cucina“. Una partenza non solo metaforica è stato l’all-in di Cannavacciuolo che si è giocato il tutto per tutto partendo da Napoli.
Come lui, tanti aspiranti chef arrivano ai provini con delle valigie cariche di sogni e di speranze:
“Sono cambiati molto da 14 anni a oggi – dice Barbieri, in giuria dalla prima edizione – Se penso ai piatti di Spyros, vincitore della prima edizione, a quelli che presentano oggi l’evoluzione è incredibile. MasterChef ha fatto evolvere il mondo della cucina in maniera incredibile, ha insegnato che andare al ristorante non è ‘abbuffarsi’, ma che dietro la cucina ci sono tante storie, tanti ingredienti. E lo ha fatto raccontando la verità, mostrando la ‘verità’ delle cose”.
Nonostante tanti anni di trasmissione, c’è ancora chi fa errori grossolani nel presentarsi ai provini. Se Barbieri si stupisce ancora di vedere chi porta un risotto con 40 minuti di preparazione e solo 5′ per finalizzare, tutti concordano sulla cosa che più li fa imbestialire: non mettere se stessi nel piatto.
“Quando non hanno rispetto per gli ingredienti e presentano piatti senz’anima esco pazzo. Quando poi li presentano senza neanche conoscere gli ingredienti…”
dice Cannavacciuolo, espertissimo – a detta dei colleghi – nello ‘sgamare’ chi arriva con ricette copiate.
“Quando arrivano con piatti senza sincerità lì il neurone parte proprio” dice Locatelli, cui fa eco Barbieri con quello che è ormai un suo mantra:
“Nel piatto ci deve essere il tuo IO. Se riesci a raccontare attraverso il piatto che fai, chi sei, la tua vita, i tuoi sentimenti, le tue emozioni è fatta…”.
E se arriva un piatto perfetto, ma senz’anima che si fa? Risponde Cannavacciuolo per tutti:
“Se è perfetto e non passa, quale messaggio fai arrivare a casa? Per cui se è tecnicamente perfetto passa, ma poi sei un osservato speciale…”
La “Trinità” funziona
Non un ‘Cerbero’ a tre teste, ma una ‘trinità’ di giudici che ha un’alchimia invidiabile. Il segreto?
“Il segreto del nostro ‘matrimonio’? Siamo veri, siamo uniti, non c’è comptetività. Siamo tre persone con caratteri diversi, con provenienze diverse e ci piace stare insieme. Tra noi c’è un’amicizia vera. Noi ci sentiamo anche al di fuori del programma, mi confido con Antonino quando ho un periodo difficile, chiedo consiglio a Giorgio su quale auto comprare… una confidenza così non l’ho mai avuta con Bastianich e Cracco, devo dirlo…”
confessa Barbieri. Locatelli conferma:
“Abbiamo tutti caratteri diversi, tutti abbiamo storie diverse, ma tutti siamo arrivati allo stesso punto, allo stesso traguardo, perché io considero la giuria di MasterChef un traguardo vero e proprio: solo tre chef lo fanno in Italia e non può che essere un traguardo”.
Cannavacciuolo, però, aggiunge un ‘ingrediente’ non meno importante dell’amicizia: il rispetto.
“E’ nata questa sinergia molto bella, fondata sul rispetto e sullo stare dietro una linea, letteralmente e metaforicamente: noi a terra abbiamo una linea che indica la posizione e nessuno di noi si permette di superare questa linea…”.
Essenziale.
Tutti imparano a MasterChef
Si chiede sempre ai giudici cosa MasterChef Italia abbia insegnato loro. Ogni anno c’è qualcosa di più.
Cannavacciuolo ha le idee chiare:
“Io mi alleno con i programmi tv, sia MasterChef che Cucine da Incubo, e poi vado in cucina. Ho modo di conoscere ingredienti a me ignoti che provengono da tutto il mondo e ne approfitto per studiarli e per portarli nella mia cucina, ho la possibilità di ‘respirare’ la creatività fresca dei ragazzi che propongono abbinamenti inediti, coraggiosi, che incuriosiscono… MasterChef è una crescita continua per i ragazzi, per chi lo guarda e per chi lo fa”.
Barbieri non è da meno:
“MasterChef mi permette di fare quello che faccio da sempre: cercare talenti. Trovare talenti nuovi per noi chef è qualcosa di straordinario e il programma mi permette di farlo anche fuori dalla mia cucina. Sapere di star dando una possibilità, una chance di carriera ha un valore estremamente importante per me, anche nella vita personale. E ringrazio molto MCI per questo”.
Anche Locatelli guarda ai giovani:
“MasterChef mi dà la possibilità di trasferire le mie conoscenze ai giovani. In cucina sei ‘limitato’ alla tua brigata, ma l’influenza su larga scala che si può avere con il programma è davvero straordinaria”.
Quel che è difficile da trasferire in parole è la complicità che si respira tra loro: ma si potrà assaggiare seguendo la nuova edizione di MasterChef Italia a partire da giovedì 12 dicembre in prima serata su Sky Uno e in streaming solo su Now. Non ve ne pentirete.