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Quarta Repubblica ospita Sgarbi, ma non si parla del caso del quadro: l’effetto dell”elefante nella stanza’

Quarta Repubblica ospita Sgarbi, ma non affronta il caso della tela. Un jolly non giocato da Porro, che in questo modo ha generato l’effetto dell’elefante nella stanza

29 Ottobre 2024 12:13

Un jolly non giocato, un potenziale colpaccio non sfruttato. Potremmo sintetizzare così la fugace ospitata di Vittorio Sgarbi a Quarta Repubblica, lunedì sera. Una presenza ormai fissa, con Nicola Porro che non rinuncia mai al contributo del critico d’arte, anche se questo si riduce a pochi minuti. E così è stato anche in occasione dell’ultima puntata, con l’ex sottosegretario chiamato in causa nell’ambito della discussione sull’accusa di razzismo rivolta alla polizia italiana giunta dal Consiglio d’Europa.

Il poliziotto di per sé ha la sensibilità di qualunque italiano che abbia la formazione di una scuola dove non si insegna il razzismo”, ha affermato Sgarbi. “Deve essere prudente a tenere dentro le emozioni e a limitare le azioni per non essere accusato di quello che non è. Si scambia la forma col contenuto, la sensibilità con il ruolo. Il poliziotto è una persona, un individuo. Non si può fare un discorso astratto sulla polizia”.

Ad ascoltarlo c’erano l’ex Prefetto Achille Serra, il direttore de L’Unità Piero Sansonetti e Hoara Borselli. Oltre a Porro, che tuttavia non ha mai allargato il campo alle altre questioni che riguardano lo stesso Sgarbi.

E’ infatti dello scorso weekend la notizia della chiusura delle indagini che la Procura di Macerata ha condotto in merito al dipinto di Rutilio Manetti. A dare il via all’indagine fu Report, che si occupò della tela rubata nel 2013 da un castello di Buriasco, riapparsa del tutto identica secondo la trasmissione nove anni dopo a Lucca nella mostra “I pittori della luce” curata da Sgarbi, come opera di sua proprietà, salvo il dettaglio di una torcia in alto a sinistra.

Quarta Repubblica, pertanto, avrebbe potuto rappresentare il primo megafono televisivo di Sgarbi che, tra l’altro, aveva ampiamente usato quel palcoscenico per difendersi dalle prime accuse del programma di Rai 3, il passato inverno.

Se, al contrario, si intendeva evitare a monte ogni riferimento alla vicenda, sarebbe stato consigliabile eliminare totalmente la partecipazione di Sgarbi. Perché in questo modo l’effetto dell’elefante nella stanza, goffamente schivato, è stato a dir poco evidente.

Quarta Repubblica