Don Matteo 14, Raoul Bova e Nino Frassica pronti alla nuova stagione: “Ci sono uscite e nuovi ingressi, come nella vita e nelle famiglie”
Per il secondo anno, Bova e Frassica formano il sodalizio don Massimo-Maresciallo Cecchini che abbiamo scoperto due anni fa: ora, però, cambiano alcuni dei personaggi con cui si devono relazionare…
Con Don Matteo 14 assistiamo alla prosecuzione di un nuovo sodalizio, quello formatosi due anni fa da Raoul Bova e Nino Frassica. Il primo ha avuto il difficilissimo compito di prendere il testimone da Terence Hill, facendo conoscere al pubblico di Raiuno (ma anche agli altri personaggi) il personaggio di don Massimo, ora al timone della serie.
Frassica, dal canto suo, rappresenta ormai la “storia” della serie: il Maresciallo Cecchini è un vero e proprio punto di riferimento per personaggi e cast, una colonna iconica per la popolare fiction di Raiuno. In occasione del lancio della nuova stagione, in onda da giovedì 17 ottobre 2024 (anche su RaiPlay), abbiamo avuto il piacere di incontrarli.
Partiamo da te, Raoul: in questa stagione cominciamo a scavare nel passato familiare di don Massimo, scoprendo che non è solo un parroco, ma anche un uomo che ha commesso degli errori. È stato più difficile trovare il giusto spessore per il tuo personaggio in questa stagione o quando hai debuttato tre anni fa?
“È un’evoluzione: nella prima stagione fatica ad essere accettato da tutti i personaggi, che erano alla ricerca di don Matteo. In questa stagione lui si è stabilizzato in canonica, ricevendo l’affetto di tutti, anche se resta la speranza di sapere dove si trovi don Matteo, la curiosità latente… Però c’è il concetto del perdono, la sorella che ritorna dal suo passato e con cui ha un rapporto conflittuale. Lungo la serie si accetteranno, si capiranno e si vorranno bene”.
Nino, in questi anni la vediamo molto in tv. È nel cast di Che Tempo Che Fa, ora conduce Striscia la Notizia, è stato ospite di numerosi programmi… e il pubblico le vuole bene. Quanto di questo affetto, secondo lei, proviene dall’affetto che il pubblico prova per il Maresciallo Cecchini?
“Molto. Don Matteo è trasversale, va dai bambini ai nonni, varie categorie, ceti sociali.. Negli altri programmi in cui lavoro ci sono target specifici. In tanti anni di mestiere mi sono guadagnato la stima del pubblico, in questo periodo sono soddisfatto”.
In questa stagione c’è il passaggio di testimone tra due Capitani e due Pm. E’ una regola non scritta della serie, quella di cambiare questi ruoli quando l’arco narrativo di quelli precedenti si conclude. Per voi (e per gli altri componenti fissi della serie) è maggiore il peso dell’addio a chi se ne va o l’entusiasmo di conoscere chi è appena entrato a far parte del cast?
Bova: “Credo che ci sia una sofferenza, una mancanza per chi va via, ma anche l’accettazione e il rispetto per la decisione presa. Come nelle famiglie, c’è chi va altrove per cercare se stesso, auguriamo il meglio a chi se ne va. E poi chi arriva entra in punta di piedi in un meccanismo molto articolato”.
Frassica: “In fondo raccontiamo la vita: c’è chi va e chi viene. Poi ci sono gli interpreti che sono sul set da tempo. Io sono presente dalla prima stagione, ma anche il direttore del suono (soprannominato “Supercalifragilistichespiralodoso”!), la truccatrice… C’è un gruppo fisso e delle novità, come la vita. Quando è arrivato Raoul siamo rimasti contenti: poteva arrivare uno che non ci piaceva, invece fortunatamente è arrivato lui, il grande Raoul!”