Hanno Ucciso l’Uomo Ragno, presentata la serie tv Sky sugli 883: “Amicizia e musica per un racconto che va oltre gli anni Novanta”
Otto episodi per raccontare “la leggendaria storia degli 883”, interpretata da Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli e ideata da Sydney Sibilia, alle prese con la sua prima regia televisiva
Fonte: Lucia Iuorio
Max Pezzali ha già raccontato la sua storia, ovvero di come un ragazzo come tanti della provincia sia diventato uno dei cantanti pop di culto degli anni Novanta, nel libro “I cowboy non mollano mai” (edito da Isbn). Un giorno, il regista e produttore Sydney Sibilia si ritrova tra le mani quel libro: lo legge e capisce che quella storia è perfetta per finire in televisione. Dopo tre anni di lavorazione (di cui sei mesi solo per trovare i protagonisti), Hanno Ucciso l’Uomo Ragno, serie tv Sky Original sugli 883, è pronta ad andare in onda.
A trasmetterla sarà Sky Serie, a partire da venerdì prossimo, 11 ottobre 2024, in streaming ovviamente su NOW. Otto episodi diretti dallo stesso Sibilia (già dietro “Smetto quando voglio”, “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose” e “Mixed by Erry”), con Alice Filippi (“Sul più bello”) e Francesco Ebbasta (“Addio fottuti musi verdi” e Generazione 56k), scritti da Sibilia -anche produttore con la sua Groenlandia, insieme a Sky Studios– con Francesco Agostini, Chiara Laudani e Giorgio Nerone.
Tra le varie serie Sky presentate in questi anni, Hanno Ucciso l’Uomo Ragno è con ogni probabilità la più attesa: d’altra parte, il contesto storico in cui la storia è ambientata –gli anni Novanta– e i due protagonisti, passati alla storia della musica pop italiana per aver conquistato il pubblico spiazzando il mercato discografico, non possono non incuriosire un pubblico in cerca di storie sul piccolo schermo che sappiano distinguersi da tutte le altre.
L’Uomo Ragno e lo “Sky Touch”
Proprio la sua specificità è uno dei motivi per cui Sky è salita a bordo di questo curioso progetto: “Con la proliferazione di serie tv è difficile farsi notare dal pubblico. Questo è un contenuto così rilevante che è perfetta per Sky. Ha lo ‘Sky touch’, quel qualcosa di speciale e differente dato da alcuni elementi impalpabili come la qualità produttiva e di scrittura, radicati nel nostro Dna”, ha spiegato durante la conferenza stampa Antonella D’Errico, Executive Vice President Content di Sky Italia, che ha anche rimarcato quanto questa serie non sia rivolta a un pubblico nostalgico, al contrario. “È una serie che parla al pubblico trasversale, sia a quello giovane di oggi perché è una serie coming-of-age, ma anche a chi gli anni Novanta li ha vissuti, perché genere un effetto di riconoscimento dentro un’atmosfera tramite la musica, l’elemento più potente per farci viaggiare nella memoria”.
“Le serie di oggi? Sono tutte grande cinema”, ha aggiunto Nils Hartmann, Executive Vice President Sky Studios per l’Italia. “Sky ha presentato tre proprie serie in altrettanti festival cinematografici importanti: L’arte della Gioia a Cannes, Dostoevskij a Berlino e M-Il figlio del secolo a Venezia. Questo rende il senso di ciò che facciamo”.
Musica e amicizia al centro della serie
Ma di cosa parla Hanno Ucciso l’Uomo Ragno-La serie? Il racconto parte nel 1989, con un giovane Max Pezzali alle prese con una serie di eventi (la bocciatura, le vacanze saltate, il lavoro nell’attività commerciale dei genitori) che sembrano presupporre un triste futuro. Invece, complice il trasferimento in una nuova scuola, il destino compie il suo dovere: il suo vicino di banco è Mauro Repetto, un giovane che sa quel che vuole (diventare una star), ma non sa ancora bene come raggiungerlo. La miscela è esplosiva: basta un giorno per far nascere un’amicizia che diventerà Storia.
L’amicizia tra Max e Mauro, e più in generale l’importanza di avere degli amici che credono in te, diventa così una delle colonne portanti della serie. Non a caso a produrre la serie ci sono Sydney Sibilia e Matteo Rovere, co-fondatori di Groenlandia e amici dai tempi dell’Università. “Ci siamo aiutati a vicenda, in quegli anni è nata l’amicizia con una delle persone più importanti della mia vita”, ha detto Rovere. “E ancora oggi, nonostante le sfide, ci divertiamo come allora”.
E poi, ovviamente, la musica: la serie non poteva non contenere una colonna sonora che prende a piene mani dalla discografia degli 883. Una scelta doverosa e che amplifica, per chi li ha vissuti, i ricordi di quegli anni in cui Pezzali e Repetto diventavano delle star. D’altra parte, ha spiegato Sibilia, “la musica si basa sulla sincerità, questo permette alle canzoni di superare la prova del tempo. E gli 883 hanno rappresentato il 90% dei giovani di allora”.
Elia e Matteo, due fenomeni diventati amici
Il casting, dicevamo: sei mesi per trovare chi avrebbe interpretato Max e Mauro. La scelta infine è caduta sui giovani Elia Nuzzolo (al suo primo ruolo importante, e che vedremo prossimamente anche nei panni di un giovane Mike Bongiorno nel film-tv di Raiuno) e Matteo Oscar Giuggioli (già visto in alcune serie come Un Passo dal Cielo e Buongiorno, mamma).
“Trovare gli attori giusti era cruciale”, ricorda Sibilia, “eravamo disposti anche a fermare la produzione. Ci abbiamo messo sei mesi, è stato quasi come fare un talent! Con Elia e Matteo non abbiamo avuto dubbi: eravamo così concentrati che ci siamo scordati di dirglielo: loro continuavano a venire ai provini, poi alle prove costumi, l’hanno capito da soli che li avevamo presi!”.
A parte questa dimenticanza, la scelta è stata più che azzeccata, come già si è potuto intravedere dalle prime immagini distribuite da Sky. “Grazie a Mauro, Max trova la motivazione per seguire il proprio sogno”, racconta Nuzzolo, che da questa interpretazione si è portato dietro “la lezione che bisogna sempre seguire i propri sogni: ne vale il rischio”.
“Per me la cosa più difficile sul set è stata capire la difficoltà di Mauro di accettarsi”, ha ammesso Giuggioli, “è una sensazione che ho capito durante le riprese”. In effetti, come ammesso da Sibilia, costruire il personaggi di Mauro è stato più difficile, perché di lui a un certo punto si sono perse le tracce, per fare spazio alle leggende metropolitane. “Ci siamo attenuti ai racconti che avevamo sentito e letto e abbiamo trovato la risposta a come costruirlo anche nelle canzoni degli 883, dentro cui si trova molto di entrambi”, ha aggiunto il regista. A set aperto è poi uscito “Non ho ucciso l’Uomo Ragno”, il libro di Repetto: “leggendolo abbiamo capito che eravamo nella direzione giusta”.
Una regia a tre, dietro i cult di una volta e il coming-of-age
Per costruire una storia così particolare ma universale serviva uno sguardo capace di cogliere varie sfumature o, meglio, tre. Tanti sono infatti i registi degli otto episodi: il già citato Sibilia per i primi due, Alice Filippi (episodio 3,4 e 6) e Francesco Ebbasta (episodi 5, 7 e 8).
“Ogni episodio s’ispira a un film o a una serie cult”, ha rivelato Sibilia, “per le prime puntate, ad esempio, abbiamo preso spunto da ‘Ovosodo’, ‘SuperBad’, ‘Notte prima degli esami’ e ‘Beverly Hills 90210′”. “Gli episodi che ho girato io sono cruciali, in cui Max e Mauro affrontano la maturità ma anche altri esami, però sono molto divertenti”, ha rivelato Filippi, che ha anche spiegato che “la quarta puntata è divisa in ‘capitoli’, per offrire la possibilità ai protagonisti di raccontarsi anche tramite le proprie debolezze. E poi c’è una puntata dedicata ai sogni, che possono infrangersi ma che possono anche essere portati avanti con gli amici”.
Ad Ebbasta, invece, il compito di portare il racconto al gran finale: “più che il successo degli 883, ho sentito molto nelle mie corde il tema dell’umiltà. Il vero Max, durante i sopralluoghi, sembrava non avesse la consapevolezza di essere Max Pezzali. E questo è un po’ il suo superpotere: il percorso che il personaggio fa dal quinto episodio è basarsi sulla consapevolezza che ciò che già aveva sarebbe stata la chiave della sua fama”.
Le reazioni dei veri Max e Mauro
A chi gli ha chiesto se i veri Max Pezzali e Mauro Repetto avessero già visto la serie, infine, Sibilia risponde: “Ovviamente, prima ci hanno dato l’ok per realizzarla, e poi gliel’abbiamo fatta vedere! Max, in particolare, ci ha fornito qualche consulenze, in un paio di sopralluoghi a Pavia ci ha anche accompagnato”.
Con l’ok dei veri 883, dunque, Hanno Ucciso l’Uomo Ragno-La leggendaria storia degli 883 (questo il titolo completo) è pronto per il giudizio più atteso, quello del pubblico e dei loro fan. “È il loro parere che mi incuriosisce, perché io stesso sono un fan degli 883”, chiude Sibilia, mentre Nuzzolo e Giuggioli si sentono un po’ studenti: “È come se avessimo fatto degli esami e ora fossimo in attesa del voto finale, quello per la laurea!”.