Max Giusti: “Mario Monti mi propose di candidarmi come capolista alle Regionali”
Max Giusti e la confessione sull’ex premier Monti: “Mi propose la candidatura come capolista alle Regionali. Mi chiamò la sera del 24 dicembre”. Su Affari Tuoi: “Ogni puntata aveva un budget massimo di montepremi di 33 mila euro”
La carriera di Max Giusti avrebbe potuto prevedere anche un’esperienza in politica. A rivelarlo è stato lo stesso comico, che al podcast Tintoria ha raccontato di essere stato contattato da Mario Monti, quando quest’ultimo era primo ministro. “Mi cercò per chiedermi se volevo fare il capolista alle Regionali, vi giuro su Dio. Era la sera del 24 dicembre, alle 10, ero dai miei vicini di casa”.
Una candidatura che, se accolta, sarebbe avvenuta tra le fila di Scelta Civica in occasione delle consultazioni del 2013, dal momento che proprio Giusti ha spiegato che nei giorni di ‘riflessione’ era impegnato nelle registrazioni dello show Riusciranno i nostri eroi, andato in onda in quel periodo. “All’epoca facevo Affari Tuoi, ero molto presente sullo schermo. Mi presi tre giorni e per il bene del nostro Paese feci tre passi indietro”.
Riguardo al game show, l’ex conduttore – al timone del gioco dal 2008 al 2013 – ha svelato come il programma godesse di un budget massimo di montepremi che non bisognava superare: “Ogni trasmissione ne ha uno e quello di Affari Tuoi era alto, di 33 mila euro a puntata. Se i concorrenti avevano vinto da poco, cercavano di togliere dei soldi. A volte ho visto dirigenti Rai andar via piangendo dopo vittorie di 500 mila euro”.
Tra i momenti meno fortunati a livello professionale, Giusti ha invece inserito l’esperienza a Stile Libero: “Proposero Libero in prima serata con Alessandro Siani e andò malissimo. Il produttore Benincasa aveva già fatto il contratto per altre puntate e mi chiamò Antonio Marano, allora direttore di Rai 2. Mi disse: ‘ti chiedo un favore, devi fare Libero’. Feci così (gesto dell’ombrello, ndr) e me ne uscii. Mi richiamò e rifeci lo stesso gesto, ma al terzo giorno pronunciò una frase che mi uccise: ‘ho bisogno di una mano’. Io non faccio scherzi perché dopo 30 secondi mi sento una merda. Non ce la faccio. Lo chiamai Stile Libero per differenziarmi. Andò così così, non esplose. Feci un grande favore nel farlo”. Quindi ecco la stoccata all’ex direttore: “Sette anni dopo lo rividi in un momento difficile della mia carriera ed esclamò: ‘quella roba lì che cazzo l’hai fatta a fare? Sei uscito di merda da Libero’. Non si ricordava neanche che mi aveva chiesto lui di farlo. L’artista figo deve essere egoista, deve pensare a se stesso, io invece ho bisogno di una squadra, di non sentirmi solo. Ma non ho rancore, ci sono gli incidenti di percorso”.