La Fisica dell’Amore tende troppo all’emotainment
Vincenzo Schettini è tornato in onda su Rai 2 con la seconda edizione de La Fisica dell’Amore. La recensione di TvBlog
Il concetto che sta alla base de La Fisica dell’Amore, il programma di Rai 2 condotto da Vincenzo Schettini e tornato in onda con la seconda stagione, è facile da spiegare: attraverso dei semplici esperimenti di fisica, il professore-influencer, con una pagina di TikTok che supera il milione e mezzo di follower, si diverte ad elencare parallelismi tra la fisica e la vita reale, tra la scienza e le emozioni umane.
Qualche esempio tratto dalla prima puntata per risultare ancora più chiari: lo scambio di energie tra metronomi e lattine come un invito a comunicare di più o un esperimento sui pendoli come consiglio per reagire quando si tocca il punto più basso e di fermarsi quando si tocca quello più alto. Oppure Schettini che afferma che, stando alla fisica moderna, un punto che si possa definire centro dell’universo non esiste: tradotto dal punto di vista emozionale, “meno al centro ci sentiamo, meno ansia proviamo”.
Dimenticatevi, quindi, programmi televisivi come La Gaia Scienza, trasmissione andata in onda una vita fa su La7, o programmi storici di Discovery Channel come Brainiac (o altri “giochini di Art Attack” come li definirebbe Maurizio Mannoni…): a La Fisica dell’Amore, l’obiettivo principale è quello di parlare di emozioni, di dispensare piccole lezioni di vita senza troppa prosopopea, sicuramente in buona fede, ma con piglio motivazionale, che alcuni potrebbero trovare estenuante, a lungo andare.
La Fisica dell’Amore, infatti, finisce per tendere troppo all’emotainment, come ne Il momento del coraggio nel quale abbiamo ascoltato una ragazza raccontare la sua dolorosa storia personale, monologo terminato con le lacrime della ragazza e un abbraccio del conduttore. In altri lidi, in altri contesti televisivi, con altri conduttori, avremmo sicuramente dispensato critiche.
Di fisica, in questo programma, se ne vede veramente poca: buonissima parte del programma, la fanno gli ospiti, cinque in poco più di un’ora di programma. Gli ospiti, coinvolti sicuramente nell’atmosfera quasi incantata del programma, condividono le loro sensazioni, i loro turbamenti, lasciandosi andare anche loro ad aneddoti molto personali.
La fisica è un contorno e da qui, si pone, per l’ennesima volta, il medesimo dilemma: ciò che funziona sui social funziona automaticamente anche in tv?
I TikTok di Schettini funzionano proprio perché i suoi contenuti sono adatti al formato di TikTok.
Diluire un TikTok in un’ora di programma, però, è un po’ dura.