A casa di Maria Latella, non basta un appartamento per fare un programma
Nel dopo cinema di Maria Latella domina l’assenza di naturalezza. La recensione della prima puntata di A casa di Maria Latella.
Cambiare lo schema del talk, rissoso e confusionario per definizione, è un’impresa nobile, ma nella quale non si è sempre costretti a cimentarsi. In questo caso è Maria Latella l’inseguitrice di quella che per molti è una chimera televisiva. Forte di quanto già fatto a Sky con il suo A cena da Maria Latella, è sbarcata su Rai 3 con A casa di Maria Latella.
Il titolo del programma cambia in parallelo con il suo cambiamento di collocazione in palinsesto, dato che dalla prima serata la trasmissione è passata in seconda serata. La giornalista lo aveva presentato in conferenza stampa come un dopo cinema, dove ai commensali sarebbero stati offerti due soli piatti. Le premesse vengono rispettate al debutto, dove il tema centrale della puntata è l’emergenza abitativa che attraversa l’Italia.
Il parterre di ospiti è vario ed eterogeneo, pensato apposta per mettere a confronto generazioni diverse. Siedono, al fianco di Maria Latella, Ferruccio De Bortoli, Jonathan Bazzi, Edoardo Ferrario e Virginia Raggi. Far dialogare fra loro questi ospiti, lasciando che la conversazione passi progressivamente nelle loro mani, non è certamente semplice. Forse non è neanche questo lo scopo del programma, dato che nei cinquanta minuti abbondanti di trasmissione si vuole affrontare un unico tema specifico.
Peccato, però, che così la situazione dei commensali a tavola finisca per risultare forzata ed eccessivamente artefatta. Ciascuno degli ospiti attende che sia la giornalista ad interpellarlo nella discussione. Non ci sono interlocuzioni che nascono in maniera spontanea, il tutto con un effetto stridente rispetto all’atmosfera di casa che si dovrebbe respirare. In questo non si può non notare, inoltre, che non sia di aiuto la presenza di una padrona di casa non particolarmente interessata a mettere in dialogo tra loro i suoi commensali.
L’accoglienza riservata da Latella non è delle più calde ed empatiche e questo non contribuisce a creare quel clima rilassato e informale che ci si potrebbe immaginare. Infine il programma prevede che la conduttrice, dopo aver salutato gli altri ospiti, faccia una conversazione faccia a faccia con uno solo di questi.
La prescelta della prima puntata è Virginia Raggi, che regala a Maria Latella e al suo programma il momento più centrato di tutta la puntata. Nell’intervista con l’ex sindaca di Roma si possono, infatti, scorgere al meglio le qualità che negli anni hanno fatto apprezzare il lavoro della giornalista. Latella rivolge alla sua interlocutrice domande precise e puntuali, senza inutili orpelli. Ne esce fuori una chiacchierata piacevole, che ha l’unico limite di risultare a se stante rispetto all’intento originario del programma.
A casa di Maria Latella è un programma che ambisce ad essere un house talk (qualunque cosa poi significhi), ma che per ora di casa ha solo l’appartamento nel quale viene registrato.
Ps. Una menzione speciale va alla lettura del menù affidata ogni settimana a un attore diverso. Ottima nella prima puntata Paola Minaccioni.