E’ sempre Cartabianca sulle due marce, i siparietti Berlinguer-Corona fanno la differenza
La recensione della prima puntata di E’ sempre Cartabianca: il talk-pop di Rete 4 torna nella sua veste a due marce (c’è chi fa la differenza)
E’ sempre Cartabianca nomen omen. Il talk condotto da Bianca Berlinguer ritornato nella prima serata del mica tanto confortevole martedì sera dei talk politici, si ripresenta al pubblico con il suo stile pressoché invariato. Un programma a due marce che appare nel palinsesto di Rete 4 come il più pop del panorama dei prime time.
Il racconto dell’attualità passa per due piani, il primo più leggero e non si può che far riferimento al ritorno di Mauro Corona in collegamento con la conduttrice. Pare quasi che non vedessero l’ora di riprendere le loro amabili conversazioni, come le comari impegnate a far gossip tra di loro, con la netta differenza che c’è una camera a riprenderli e un centinaio di migliaio di spettatori a casa. Berlinguer e Corona si ritrovano fra battute e sorrisi: “Quando viene qui davanti a me per fare un’intervista e guardarmi negli occhi?” chiede la conduttrice, “Se lei dovesse guardarmi negli occhi cadrebbe ai miei piedi” risponde lui provocando le risate in studio.
E ancora: “La trovo molto ringiovanita, ha per caso fatto il Lifting? Nonostante questi incidenti che dice di aver avuto, quando una donna migliora il suo viso senza lifting vuol dire che si è innamorata!“. Lei ribatte: “Tutto poteva venirmi in mente tranne che farmi un lifting” mentre Corona non riesce a trattenersi: “Non ha il nuovo amore? E’ qui ora davanti a lei che parla!“. Conferma di una coppia televisiva forte, a tratti uno sketch di Zelig. Paradossalmente irresistibili.
Si sfogano di tutte le ironie consentite, pure sulla stretta cronaca politica. Il lapsus “SanGennaro” voluto da Corona che poi si corregge “Sangiuliano” fa sorridere persino la Berlinguer che fa da arbitro cercando di accompagnare Corona a braccetto (NB. è una metafora) per non commettere scivoloni. Lui, abbottonato a questo giro, mette le mani avanti senza commentare i fatti che hanno coinvolto il Ministro della Cultura negli ultimi giorni poiché avrebbe “querela facile” per l’alpinista “Non voglio parlare dei politici“. Si defila, ma pur sempre con una punta d’amarezza perché “Non si può dire quello che si vuole“, ci ragiona su e lascia intendere tra le righe.
Poi il ‘coup de théâtre’ avviene con Al Bano in studio. “Un amico di E’ sempre Cartabianca“, entra cantando in playback mentre Corona gongola dalla felicità. Cantante e scrittore si complimentano a vicenda, si confrontano fra la tenuta di Cellino San Marco e il vino più buono da sorseggiare insieme. Si trovano conoscendosi già, anche qui sta nascendo una nuova coppia televisiva e noi ne siamo testimoni.
Berlinguer però riporta l’ordine, lei è l’arbitro. Rimette gli ospiti sui binari dell’informazione, riprende i fatti di cronaca rendendo Al Bano un qualsiasi opinionista da talk show. Fa dimenticare una carriera in pochi minuti domandandogli “Cosa ne pensa delle vacanze della Meloni alla masseria in Puglia?” oppure chiedere opinioni sulla morte di Sharon Verzeni “Si poteva evitare?“. Lui, comprensibilmente imbarazzato, ci mette qualche parola su, ma l’effetto è di un totale disagio.
La conduttrice bilancia i momenti seriosi a quelli più morbidi, al termine dell’ora di presenza di Mauro Corona mette in accordo il cantante e l’alpinista per poter tornare in trasmissione anche la settimana prossima.
La seconda parte del programma innesta la seconda marcia, volta pagina pur restando sul territorio dell’attualità. Arrivano gli ospiti in studio, leader politici e giornalisti. Rivediamo i crismi del puro talk politico e non mancano le scaramucce tra fazioni. Il confronto che comincia con tutti i buoni propositi del dibattito civile, entro poco tempo si trasforma nell’ennesimo ring mediatico dove qualcuno deve prepotentemente avere ragione su qualcosa, dove qualcuno deve ribattere per avere l’ultima parola, dove qualcuno rinfaccia e l’altro non incassa, ma risponde con provocazione.
La Berlinguer ‘arbitro’ placa entrando a gamba tesa, ma è un copione già visto, stravisto e persino noioso da rivedere. E’ sempre Cartabianca anche per questo, nulla di nuovo.