Mattino Cinque News e Mattino 4, tutto cambia perché nulla cambi…
Il ‘triangolo’ di conduttori mantiene le proprie prerogative: nessuna nuova, probabilmente buone nuove per le reti…
La stagione 2024-25 di Mattino Cinque News e di Mattino 4 è ripartita da dove si era fermata: dalla cronaca nera letta in cbiave socio-politica. Il nuovo studio di Mattino Cinque News, che dà la sensazione di essere ancora più asettico e spoglio di prima, non è che la ‘solita’ cornice per i ‘soliti’ argomenti trattati nel ‘solito’ modo.
Mattino Cinque News, l’inizio è un manifesto
Giusto per fare un esempio, il primo lungo blocco della puntata (circa 50′, pubblicità inclusa) è stato dedicato all’omicidio di Sharon Verzeni, ma senza raccontare il delitto, senza raccontare la vittima, senza raccontare il trattamento riservato al fidanzato sospettato, piuttosto concentrandosi sulla figura di Moussa Sangare.
“L’origine del delitto” il titolo scelto per il blocco che dà una propria lettura, mescolandola con un dibattito, sul Perché ha ucciso? C’entra la droga che ha iniziato ad assumere dopo un viaggio all’estero per seguire la sua passione per il rap? C’entra il rap stesso, che convoglia la rabbia e il disagio degli immigrati di seconda generazione (parole non mie)? C’entra il fatto di essere un immigrato di seconda generazione (parole non mie)? C’entra la famiglia? E che dire della sorella, studentessa di ingegneria (“nonostante sia figlia di immigrati”, cit) che ha denunciato il fratello per tentata aggressione? Colpa del rap, della mancata integrazione, della cultura di appartenenza, di una società distratta?
Questo il succo del primo lungo blocco di programma, arricchito dal collegamento con la sindaca leghista di Monfalcone, Annamaria Cisint, ormai ospite prediletta dei talk sui temi della sicurezza e immigrazione, la presenza della giornalista Annalisa Briganti, cui tocca il difficile compito di bilanciare posizioni dominanti, e il contributo della scienza con la partecipazione della prof.ssa Emi Bondi, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Al dibattito si aggiungono servizi sulla sicurezza e sulle baby gang di immigrati che imperversano da Nord a Sud (“Certo, potremmo dirci che le baby gang sono anche di italiani…”). Se si esce fuori dalla ‘narrazione voluta’ il conduttore di turno conduce nuovamente verso la direzione ricercata. Il concetto di conduttore ritrova, dunque, la propria dimensione…
La mattinata è proseguita con l’ospitata di Randi Ingerman, truffata da un’avvocatessa (“La fiducia tradita” sempre, con Vecchi alla conduzione)
La conduzione
A proposito di conduttori, a Francesco Vecchi è affidata la cronaca socio-politica, alla Panicucci la cronaca nera tout-court, tornando anche sugli stessi casi. Quando entra in studio in solitaria, a un’ora dall’inizio del programma, la Panicucci riparte proprio dal caso Verzeni, come se l’ora precedente non ci fosse stata, o quasi. La lunga scia di sangue continua con il plurimo omicidio di Paderno Dugnano (MI), con un 17enne che ha ucciso padre, madre e fratello minore cercando di farlo passare per una legittima difesa (chissà se fa rap…) e con il caso di Pierina Paganelli. Tutto di fila.
Il modello tandem di Mattino Cinque News è pensato per ridurre al minimo il contatto tra ‘colleghi’. Una formula non originale, certo, che però qui trova una suddivisione davvero peculiare: la cronaca è di tutti e due, ma con un taglio leggermente diverso; una sorta di ‘visto da lui’, vista da lei’, con ‘lei’ un po’ più focalizzata sui fatti, se non altro nella presentazione del caso: dopo di che non manca il dibattito, il commento, la morale etc etc.
Il tandem di Mattino 4, invece, è più coerente: la complicità di Poletti e Panicucci è tangibile, la disponibilità alla co-conduzione palpabile. I due conduttori compartecipano, scherzano, sorridono: e Poletti marca subito la differenza col collega regalando un mazzo di fiori alla compagna d’avventura.
Mattino 4, “Bisogna aver paura?”
La conduzione più rilassata si unisce a contenuti/strutture non tanto dissimili da quelle del Mattino: certo, qui c’è una ‘linea diretta’ col pubblico via Whatsapp, che crea dunque una maggiore disponibilità all’ascolto, con i telespettatori, ma anche in studio. I temi affrontati sono ancora di cronaca, ma più ‘leggera’: la prima puntata è all’insegna del ‘morso’. Si parte dal morso del ragno violino a quello dei cinghiali che “imperversano nelle nostre città”. L’allarme morso, insomma.
“Scusi, ma lei sta difendendo un killer?” dice un’ospite a un entomologo che spiega come pensa, vive, agisce un ragno e che invita a non ucciderseli addosso. “E’ un pericolo! I morti mica se la sono andati a cercare!” incalza Poletti, ma l’entomologo risponde: “E no, ma lei deve essere informato…“. L’informazione italiana riparta dall’entomologo.
Il tono, comunque, è costante:”Bisogna avere paura dei ragni violino?”, “Cosa fare quando ce lo troviamo addosso?”, “Come fare con i cinghiali?”. Il tutto costruito con testimonianze dirette di morsi di ragno violino (“Ma chi ha raccolto il ragno e chi lo ha identificato?” chiede l’esperto), di ‘dibattito’ in cui l’esperto è messo costantemente in discussione: l’università della vita ha la precedenza sulla preparazione. Qualche info utile arriva, ovviamente grazie all’esperto: quando andate a prendere gli addobbi natalizi o le cose in cantina/soffitta, ispezionateli bene, aprendo le scatole con i guanti e scuotendole all’esterno; quando ritirate i panni, scuoteteli sempre. Insomma, la tv di servizio non è morta, grazie a chi ha lucidità e preparazione scientifica, ma la loro esistenza (e la loro pazienza) è messa a durissima prova. Per il programma, però, bisogna avere paura. Sempre e comunque. E non c’è fine al peggio…