La tv non riesce a fare a meno del “Vannacci pensiero”. Anche se potrebbe
Roberto Vannacci si è confermato una gallina dalle uova d’oro, un juke-box da avviare nei momenti di stanca in un’estate in cui i programmi di punta vanno in ferie e quelli di riserva appaiono il più delle volte svogliati
Roberto Vannacci non è un ministro di questo governo. Roberto Vannacci non è un sottosegretario. Roberto Vannacci non è né deputato, né senatore. Roberto Vannacci non è promotore di proposte di legge. Non c’è dunque motivo per cui debba apparire da mattina a sera in televisione, né tantomeno si comprende perché le sue dichiarazioni diventino immediatamente dei titoli da commentare.
Eletto europarlamentare a giugno, come tanti altri volti che non godono della sua visibilità, Vannacci detta i temi dei talk show, scatenando reazioni e orientando articoli ed editoriali.
Lunedì a 4 di sera Vannacci non era tra gli invitati di Francesca Barra e Roberto Poletti. E’ stato tuttavia il perno della puntata, con le telecamere che lo hanno immortalato durante un suo intervento a Porto Rotondo. Al centro sempre e comunque, per buona pace degli altri ospiti, costretti a commentare le sue uscite.
Esploso esattamente un anno fa con “Il mondo al contrario”, libro autoprodotto finito alla ribalta grazie alla recensione negativa degli oppositori, il generale ha tratto giovamento da questa pubblicità negativa, capace di creare un inevitabile effetto rimbalzo. E così, più lo si denigrava, più la curiosità cresceva, fino a renderlo il volto più ambito e il personaggio più inseguito dal piccolo schermo.
De “Il coraggio vince”, sua seconda fatica pubblicata nel marzo scorso, si sa praticamente poco o nulla. Perché se azzecchi una volta la formula giusta, non è detto che il bis ottenga gli stessi risultati. Non a caso, soprattutto per la tv, Vannacci è rimasto quello de “Il mondo al contrario”.
Ma la verità è che in un’estate in cui i programmi di punta vanno in ferie e quelli di riserva appaiono il più delle volte svogliati, Vannacci si è confermato una gallina dalle uova d’oro, un juke-box da avviare nei momenti di stanca. Prendete le Olimpiadi: l’esponente della Lega è stato interpellato in merito alla cerimonia di inaugurazione, sulla vicenda della pugile Imane Khelif e, per la millesima volta, su Paola Egonu, un istante dopo la conquista della medaglia d’oro da parte dell’Italvolley femminile.
“Ignoriamolo” fu lo slogan del Pd in campagna elettorale. Peccato però che il monito si sia trasformato in un faro perennemente acceso sulla sua testa. Una sorta di sole attorno a cui tutti hanno continuato a girare, usufruendo della stessa luce da lui emanata.
Alla fine, se Vannacci è sotto i riflettori, pure chi gli va contro ottiene attenzione mediatica. Si acquisisce rilevanza, ci si accredita al proprio popolo. Insomma, conviene a lui e ai suoi avversari.
In fondo basterebbe avvisare: ‘vengo da voi solo se non si parla di lui’. Nessuno però osa porre il veto, a riprova di come il giochino faccia comodo a tutti.