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Che vergogna la Rai che cancella i fischi a Sangiuliano, ma TeleMeloni non c’entra

La storia insegna che non è questione di TeleMeloni, ma di assoggettamento della Rai al potere politico, di qualunque colore esso sia

5 Luglio 2024 20:30

Che vergogna il taglio operato dalla Rai (o dalla Associazione Taormina Book Festival?) dei fischi al ministro Gennaro Sangiuliano. Urliamolo insieme, va bene. Contestiamo TeleMeloni, ok, ci mancherebbe.
Sfogati? Bene, ora, se possibile, facciamo un tuffo nel passato. Per esempio, vi ricordate cosa successe nel febbraio 1998?

I finti applausi del Tg1 alla ministra Bindi

Striscia la notizia dimostrò che al Tg1 vennero aggiunti degli applausi finti alla fine di un intervento dell’allora Ministra della Sanità Rosy Bindi, che telefonò in diretta all’interno del programma di Rai1 Per tutta la vita di Fabrizio Frizzi per rimbrottare il conduttore (“non usi in senso politico lo spazio che le è dato“) e Gianfranco Funari che in studio aveva criticato il sistema sanitario.

Claudio Lippi, che conduceva Striscia la notizia con Ezio Greggio, commentò: “Alla Rai approfittano anche della trasmissione di Frizzi per ossequiare il potente di turno, quello è un vizio che si terranno per tutta la vita!“. Al governo c’era Romano Prodi, sostenuto dal centrosinistra (erano i tempi dell’Ulivo).

Gli altri precedenti Rai

Nel settembre 2003 il Tg1 mostrò la sala delle assemblee dell’Onu gremita durante l’intervento di Silvio Berlusconi, mentre nelle immagini del Tg4 era deserta. Greggio, dal bancone di Striscia la notizia, ironizzò: “Il Tg1 è riuscito ad essere più lecchino di Emilio Fede, cosa definita dagli scienziati ‘evento impossibile‘”.

Ad aprile del 2001 – a Palazzo Chigi c’era Giuliano Amato – sempre il Tg1 riempì di ospiti vip una sala che in realtà era vuota mentre parlava Rutelli, all’epoca leader dell’Ulivo.

Nel 2016 il Movimento 5 Stelle attaccò l’allora direttore del Tg1, Mario Orfeo (oggi al timone del Tg3), colpevole di aver oscurato dal servizio andato in onda nel telegiornale di qualche giorno prima i fischi che la platea di Confcommercio aveva riservato all’allora Premier Matteo Renzi quando, dal palco, aveva difeso i famigerati e discussi 80 euro in busta paga.

E adesso possiamo tornare a tuonare contro TeleMeloni.