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Sandro Piccinini a TvBlog: “Resto a Prime Video per un altro anno, che fastidio chi parla continuamente nella telecronaca”

Sandro Piccinini annuncia il rinnovo con Prime Video: “Continuo con le telecronache, ma alla mia età devo centellinare l’energia”

29 Maggio 2024 16:25

Sandro Piccinini continuerà a commentare le partite di Champions League – il mercoledì in esclusiva assoluta – su Prime Video. Il decano dei telecronisti in una lunga intervista concessa a TvBlog annuncia il rinnovo del contratto che lo legherà alla piattaforma streaming di Amazon per il prossimo anno.

Piccinini, si è chiuso il suo primo triennio a Prime Video, come è andata?

Molto bene, sono tutti carini e effettuosi, il gruppo è veramente eccezionale, è il top; ero attratto dall’idea di fare ancora qualche telecronaca di Champions League, è stata un’esperienza divertente, bilancio stra-positivo. Ho ritrovato la Fininvest dei tempi d’oro, come competenza, capacità di spesa ed entusiasmo. Insomma, mi sono trovato bene, anche al di sopra delle aspettative.

I tifosi italiani si sono abituati a vedere la Champions su Prime Video? 

Il calcio è sempre stata la chiave per ogni canale a pagamento; tra gli abbonati che usavano Amazon per lo shopping moltissimi non sapevano di avere un canale tv a disposizione; il calcio è servito, soprattutto il primo anno c’è stato un aumento fortissimo – che non saprei quantificare in percentuale – di gente che ha cominciato a usare il canale tv Prime anche per vedere altre cose grazie al calcio. L’obiettivo aziendale era di visibilità al canale e di allargare il bacino: obiettivo raggiunto.  Poi, è chiaro, parliamo di streaming e quindi man mano che aumentano le smart tv aumenterà sempre di più il bacino.

Amazon non diffonde i dati di ascolto.

Vero, ma so che sono molto soddisfatti tant’è vero che hanno acquistato i diritti anche per la nuova Champions.

Gli attori italiani hanno portato in tribunale Netflix perché, come altre piattaforme, rende noti solo parzialmente i dati di ascolto e fruizione dei propri contenuti.

Alla mia veneranda età le voglie Auditel me le sono tolte tutte! (ride, Ndr) Però è vero che un po’ di curiosità di conoscere gli ascolti delle mie telecronache ce l’ho sempre; ho provato anche io ad averli, ma non ci sono riuscito, sono attentissimi, non trapela nulla, è proprio una linea editoriale dell’azienda, che non diffonde neanche i dati degli abbonati in generale di Amazon – neppure quelli per lo shopping.  E non so perché, non sono riuscito a capire il motivo vero di questa politica.

Insomma, lei non può sapere quanti abbonati hanno seguito la sua telecronaca.

Ovviamente io delle sensazioni ce le ho: quando fai una grande partita, soprattutto di una squadra italiana nella fase a eliminazione diretta, ti accorgi com’è andata un po’ dai social e dai messaggi che ricevi. E poi io, da malato Auditel, vado a vedere gli ascolti totali delle altre reti il mercoledì e se calano parecchio rispetto agli altri giorni presumo che sia perché gli altri abbiano guardato Prime. Ma sono solo ipotesi, non abbiamo riscontri.

Pensa che sarebbe giusta una operazione trasparenza?

Auditel è nata per creare dei parametri per la pubblicità, per dare dei valori agli ascolti. Quando Amazon deve vendere la pubblicità evidentemente i numeri li fornisce, non è che Coca Cola viene a fare pubblicità in una partita di Champions del Milan su Prime senza sapere quanta gente vede la gara!

Insomma, non la scandalizza il fatto che i dati di ascolto non vengano diffusi pubblicamente?

Non mi pare un problema. Perché, ripeto, ai clienti che vogliono fare pubblicità sicuramente i dati vengono comunicati, altrimenti non potrebbero fare investimenti, non avrebbero parametri. Per il resto, se io non so che ascolto fa la partita a me non interessa più di tanto.

Insisto: in questo modo, però, le piattaforme lavorano sul percepito e invece le tv lineari lavorano sui numeri certificati da Auditel…

Ma no, ripeto: un’azienda che investe milioni di pubblicità deve avere dei numeri, sicuramente i clienti che firmano i contratti i numeri ce li hanno.

Sabato prossimo si gioca la finale di Champions League Borussia Dortmund-Real Madrid, ma Prime Video non la trasmetterà. Come mai?

Non l’abbiamo mai fatta, perché la linea di Prime Video, in tutto il mondo, è avere eventi in esclusiva. La finale deve andare in chiaro, quindi non ci potrebbe essere esclusiva ed è un pacchetto venduto a parte. Questo è il motivo per cui alla fine Amazon non è riuscito a trovare un accordo con la Lega Calcio, per la partita di Serie A la volevano in esclusiva.

Nella prossima stagione lei resterà a Prime Video?

Posso dirle che ho appena rinnovato, per un anno, come mia consuetudine. L’azienda mi aveva proposto un triennale, ma io ho risposto: “Date un’occhiatina alla mia carta d’identità” (ride, Ndr). Più che mai in questa fase della vita devo fare piccolissimi passi. Dunque, visto che si tratta di 18 partite in totale, ce la posso fare. Non sono mica le 80 che facevo una volta! Oggi di partita in partita può venire meno la vista, il riflesso… bisogna stare attenti. Io sono il giudice più severo di me stesso, quindi devo valutare se il livello rimane buono. Di quest’anno sono soddisfatto, quindi ancora un annetto si può fare.

A proposito, l’anno prossimo compirà 67 anni.

Sì. E a TvBlog dissi che avrei smesso a 60 anni (sorride, Ndr)

Vero, successivamente però rilanciò spiegando che in pensione in teoria si va a 67 anni. Quindi l’anno prossimo…

(ride, Ndr). Devo dire che a 60 anni mi ero fermato, avevo lasciato Mediaset, sono stato fermo 2-3 anni, c’è stata la pandemia, insomma una pausa me l’ero presa. Da quando ho ripreso le telecronache ne faccio 18 all’anno, non le 70-80 di una volta, quindi l’impegno è molto ridotto. La telecronaca è sempre un fatto anche fisico; il prossimo anno ci sarà una nuova formula di Champions, si giocherà pure a gennaio, andremo chissà dove, speriamo di non dover fare telecronache al gelo, a meno 10 gradi.

Il suo contratto con Prime Video prevede esclusive?

Di telecronaca sì.

La vedremo in altri contesti nel ruolo di opinionista?

Durante gli Europei, tra giugno e luglio, continuerò a lavorare come ho fatto quest’anno per Radio Serie A Rds, che è un impegno abbastanza gravoso. Per il resto, alla luce del discorso che ho appena fatto, non credo di fare altre cose, onestamente. Ecco, vorrei gustarmi le partite senza avere altri impegni. Alla mia età bisogna centellinare l’energia.

A Sky ha partecipato per un periodo al Club di Caressa. 

Sì, nel secondo anno ho fatto solo una decina di apparizioni. Ho ridotto sempre per una questioni di impegno. È stata una bella esperienza, una cosa diversa, ma non ho più l’età per fare troppo.

La convivenza con Massimo Ambrosini come va? L’anno prossimo continuerai a fare coppia con lui in telecronaca?

Sì, è confermato anche Massimo, mi sono trovato benissimo con lui, c’è un’intesa anche fuori dal campo. Non ci conoscevamo per niente, è stata una bella sorpresa, sia per me, sia per lui, penso. Sono contento perché il commento tecnico è molto importante, lui è uno dei migliori, è competente però al tempo stesso rispetta i tempi, non è invadente, non è saccente. Alla vigilia del primo anno avevo chiesto garanzie da questo punto di vista, per avere una seconda voce che fosse anche di mio gradimento.

Torniamo alla finale di Champions di quest’anno: per chi tifa?

Beh, un po’ di simpatia per Ancelotti ce l’ho, quindi dico Real Madrid, anche perché c’è Bellingham, che è il mio giocatore preferito. È una persona veramente pazzesca, ha vent’anni, ma ne dimostra 40, per la maturità. Poi, per carità, il Borussia ha una bellissima squadra, ha fatto un miracolo ad arrivare lì e può avere le sue possibilità. Però spesso accade che chi è stato ad un passo dall’essere eliminato – come il Real quest’anno – poi vinca.

In questi giorni c’è un certo movimento nel mercato sportivo televisivo. Sefano Borghi e Marco Cattaneo lasciano Dazn, Boban torna a Sky, Adani forse abbandona Rai Sport, Stramaccioni farà le telecronache degli Europei in Rai. Che segnale è?

È un buonissimo segnale. Anzi, ci dovrebbero essere più soggetti. Questo mercato non è come il calcio, le squadre sono poche; che ci sia movimento è giusto. Dopo Prime si pensava che potessero entrare nuovi soggetti, si era parlato del famoso canale della Lega che poteva aprire nuove possibilità…

A proposito di Lega Serie A e della radio con la quale collabora anche lei, cosa ne pensa delle accuse di censure per l’intervista di Alessandro Alciato a Paolo Maldini?

Il caso è stato un po’ ingigantito. Si è parlato di censura, ma l’intervista è andata in onda due volte integralmente; c’è stato un equivoco. È successo che Maldini ha fatto un complimento all’Inter e sui social sono arrivati tantissimi insulti per la dirigenza milanista; a quel punto, come a volte si fa, il Milan – stiamo parlando della Lega Serie A di cui fa parte anche il club rossonero – ha cercato di proteggersi, si è lamentato e per qualche ora il video è stato bloccato sul canale YouTube; dopo poco, quando è finito questo sfogo dei tifosi, l’intervista è stata riattivata. Ma, ripeto, era andata in onda due volte e quando una cosa va in onda due volte, sui social spuntano mille stralci dell’intervista, che quindi non è stata oscurata. L’arrabbiatura di Alciato è derivata dal fatto che quando è stata sospesa sul canale YouTube lui non fosse stato avvertito tempestivamente; è stato un errore di comunicazione tra l’azienda e Alciato perché lì bisognava parlare con lui che dell’intervista è l’autore.

Insomma, niente censura.

Non è stata censurata, è andata in onda due volte di seguito integralmente. Alciato si è arrabbiato, è suo diritto lasciare e andarsene, ha avuto ragione a prendersela, ma la cosa è stata esagerata.

Il giornalista e il talent che, se potesse, porterebbe a Prime Video?

Come talent a Prime non si fanno mancare niente, investono un sacco di soldi, abbiamo veramente dei talent molto importanti quindi più di quello mi sembra difficile; per i giornalisti, va considerato che noi facciamo solo 18 partite, ma anche lì siamo messi bene. Giulia Mizzoni è molto brava,  magari ha meno visibilità, è meno personaggio di una Ilaria D’Amico o Diletta Leotta, però è la più brava di tutti. Lo stesso vale per Alessia Tarquinio, nostra bordocampista poliglotta, parla quattro lingue ed è molto capace. Alessandro Alciato è un cronista di grandissima esperienza, Fernando Siani è un altro ragazzo importante.

Proviamo con i telecronisti allora. Quali sono i suoi preferiti?

Quando mollerò io, consiglierò Massimo Callegari di Mediaset o Federico Zancan di Sky, che secondo me sono i più bravi. Un altro che ammiro e di cui non si parla molto, anche se si sta facendo strada, è Edoardo Testoni di Dazn, è molto bravo.

In un podcast disponibile su YouTube a cui ha partecipato con altri colleghi telecronisti, ha detto che elogiare Messi, come è successo negli ultimi mondiali vinti dall’Argentina, sia stata una pratica banale e facile, mentre un po’ meno lo era definire il giocatore argentino Dio del calcio nel 2009, nella finale di Champions League. Era una critica nei confronti di Lele Adani?

No, non c’era polemica. Conosco Adani, so che è un malato di calcio argentino, tifava l’Argentina e si è esaltato. Mi piace l’entusiasmo genuino. Forse in telecronaca si riferiva a qualcuno che aveva criticato Messi considerandolo un po’ in declino. Quindi magari è stata una reazione, ma a quel punto o dici con chi ce l’hai, se no era un po’ scontato che si facessero i complimenti a Messi, la cui carriera l’abbiamo vista tutti. Ecco, diciamo, dirlo nel 2009, era un’altra cosa.

Pistocchi su X elogiandola ha scritto: “E pensare che c’era chi nel 2017 considerava Sandro Piccinini ‘vecchio’. E non era Pier Silvio Berlusconi che anzi l’avrebbe rivoluto“. Chi la considerava vecchio a Mediaset?

Non lo so. Nel 2018 lì ho fatto i mondiali da prima voce, la fiducia non è mai mancata nei miei confronti. Può darsi che ci fosse, anzi… non voglio fare quello che cade dalle nuvole: certamente nell’ultimo periodo non ho avuto buoni rapporti con tutti. Non mi chieda i nomi, farli sarebbe inelegante, ma con due dirigenti in particolare non ho avuto buoni rapporti.

Per quale motivo?

Diciamo che non c’era simpatia reciproca. Forse perché venivo visto come molto legato a Ettore Rognoni, lo storico dirigente che per 30 anni a Mediaset si è occupato dello sport. Con i dirigenti che lo hanno sostituito sarebbe stato difficile trovare una intesa simile, ci sta. Mediaset negli ultimi anni ha cambiato molto…

Qualcuno è venuto da lei dicendole: “Sei vecchio per le telecronache”?

No, anzi, sono stati sempre molto affettuosi, Pier Silvio Berlusconi in primis. Quando hanno preso i diritti del Mondiale mi ha telefonato la mattina dopo.

Ha conosciuto il plurimiliardario proprietario di Amazon Jeff Bezos?

No, non ancora. Ho conosciuto i suoi collaboratori, ma non lui. Non è appassionatissimo di calcio. Magari capiterà di incontrarlo in uno stadio con la nuova Champions, c’è ancora un anno di tempo.

E alla fine del prossimo anno che succede?

Vediamo come reagisce il mio fisico. Gli do i voti ogni sera. Partiremo con i preliminari di Champions il 21 agosto, qualche mese per riposarmi ce l’ho.

Tra poco iniziano gli Europei in Germania. Da dove li seguirà?

Da casa, divanone di casa! La partita a me piace vederla in massimo 2-3 persone.

Vedrà tutte le partite?

Se rispondessi di sì, le direi una bugia. No, non tutte. Vedrò le squadre importanti e poi potrei aggiungerne altre, ma dipende anche dalla telecronaca.

Cioè?

Se non è di mio gradimento, mi toccherà togliere l’audio.

Le capita?

Sì.

Come qualche anno fa o sempre più spesso?

(ride, Ndr) Ma è questione di gusti. La qualità media dei telecronisti è molto alta in Italia, ma io ho delle debolezze e con certe cose faccio proprio fatica.

La cosa che le dà più fastidio in assoluto di una telecronaca?

La logorrea, chi parla continuamente, il telecronista che vuole fare anche la seconda voce e qualche neologismo che mi pare forzato.

Neologismo tipo?

Non lo dico neanche sotto tortura, perché altrimenti si capirebbe di chi sto parlando (ride, Ndr). Ma comunque ce ne sono diversi, non è uno di preciso. Mi capita di reggere 5-10 minuti, però poi mi prendo una pausa, mi alzo e faccio delle operazioni abbastanza complesse con il telecomando. A me piace il telecronista non troppo protagonista, ma che abbia un buon ritmo, che tenga viva la partita, che sia informato bene e che sul regolamento non prenda topiche clamorose; è una questione di voce, di tempi, di pause, di non voler invadere l’evento. Le vecchie regole per me sono sempre buone. Però capisco che cambino i tempi. A volte il telecronista si sente protagonista, sembra quasi che la partita la debba giocare lui. Ci sono maniaci che il giorno dopo vanno a vedere gli ascolti come se l’ascolto dipendesse dalla loro telecronaca e non dalla partita. Purtroppo la tv fa male.

Bisogna prenderla a piccole dosi?

Oppure vaccinarsi da giovane come è successo a me, così per fortuna dopo ti passa. Ma non sempre, ci sono dei casi clinici. Diciamo che la telecronaca rispecchia molto i caratteri della persona. Dimmi che telecronaca fai e ti dirò chi sei.

La telecronaca di Prime è arricchita dalla presenza dell’ex arbitro Calvarese, per analizzare in tempo reale i casi da moviola.

È una figura che può essere utile, se si è tempestivi; a volte è difficile perché magari deve aspettare il primo replay e dopo il replay la situazione si è già chiarita. Però è un supporto in più, è una voce tecnica che non guasta, al netto di problemi tecnici o di ritardi.

Chiudiamo con la curiosità dei trattini grigi e bianchi aggiunti nella grafica da Prime Video per indicare il numero di sostituzioni effettuate dalle squadre. Chissà che scena il funzionario di Amazon che comunica a Sandro Piccinini questa novità…

(ride, Ndr) Sulle grafiche invadenti non sono favorevole, ma in questo caso devo dire che può avere senso per segnalare allo spettatore che magari scanala. Come un tempo non c’era il cronometro, ora ci può stare l’indicazione dei cambi. Ora la discussione – a cui io non partecipo – è sui colori dei trattini, perché in effetti non c’era questa grande differenza fra il bianco opaco e il bianco brillante. Quindi si era detto: ‘Facciamoli rossi’, però i rossi sembravano espulsioni… insomma c’è tutto un discorso… So che l’idea grafica, dopo la fase sperimentale di Prime Video, potrebbe essere adottata anche dall’Uefa.