Caso Liguria, diverbio tra Bizzarri e Gramellini: “Leggiamo intercettazioni che non c’entrano niente. Sono schifato”
A In Altre Parole diverbio tra Luca Bizzarri e Massimo Gramellini sul caso Liguria. L’attore: “Siamo di fronte a un vomito di intercettazioni”. Il conduttore: “Voglio sapere se a questa classe dirigente interessa solo mangiare aragoste”
Inatteso diverbio a In Altre Parole tra Massimo Gramellini e Luca Bizzarri. A tenere banco, viste anche le origini genovesi dell’attore, il caso della Liguria, con il terremoto politico che ha portato agli arresti domiciliari il governatore Giovanni Toti.
Un argomento a lungo discusso dagli ospiti in studio. Ma tra tante opinioni prevedibili si è contraddistinta proprio quella del comico, che ha spiazzato tutti, conduttore compreso.
“Ho un’altra idea a riguardo”, ha esordito Bizzarri. “Sono convinto che la magistratura debba essere messa nelle condizioni di lavorare al meglio possibile. Sono un po’ schifato di fronte al fatto che leggiamo migliaia di intercettazioni che molto spesso non c’entrano niente e che non hanno rilevanza penale. Evocano il reato, ma non lo confermano. Secondo me disturbano proprio il lavoro della magistratura, cioè la magistratura non è più così serena. Mi sembra che la sentenza ci sia già stata, no? La vita politica di Toti è già finita”.
Bizzarri ha sottolineato la sua distanza politica dal presidente Toti, dando tuttavia più forza alla sua posizione: “Proprio perché non ammiro certi personaggi e un certo modo di far politica, mi sento ancora più imbarazzato di fronte a questa valanga, a questo vomito di intercettazioni. Sappiamo che l’imprenditore di 84 anni va nei weekend con la barista di 26 e sappiamo il nome della barista. Vorrei sapere che reato ha fatto questa ragazza per essere sulle pagine dei giornali”.
Evidente il disappunto di Gramellini, che ha in qualche modo giustificato la diffusione del contenuto delle intercettazioni: “Pensa quanti numeri comici non avresti potuto fare. Nelle intercettazioni degli ultimi quarant’anni non ci ricordiamo i reati, ci ricordiamo la frase ‘i furbetti del quartierino’, che non è un reato ma è diventata l’emblema di un’epoca. Sui nomi sono d’accordo con te, sui concetti no, è importante sapere come è fatta la società di un Paese. A me interessa sapere se a questa classe dirigente interessa solo mangiare aragoste e portarsi la massaggiatrice in camera. Mi interessa perché spero in una classe politica più evoluta spiritualmente. Da cinquant’anni rubano soltanto per avere le aragoste. Mangiate anche gli spaghetti alle vongole”.
Decisa la controreplica di Bizzarri: “Vero, ma cinquant’anni fa interessava esattamente la stessa cosa, lo abbiamo saputo, abbiamo tirato le monetine a Craxi e che cazzo è successo dopo? Niente, vuol dire che quello non è il metodo. Mi sembra che, come con il proibizionismo, quel metodo non funziona”.