Viola come il mare 2, Francesca Chillemi a TvBlog: “Una stagione ricca di colori. Anche io vivo la vita con leggerezza ma andando a fondo nelle emozioni” (Video)
Numerosi i “colori” di Viola come il mare 2 che, ci dice Chillemi, valorizza ancora di più la Sicilia
Secondo Francesca Chillemi, Viola come il mare 2 potrebbe essere rappresentato da un arcobaleno, o comunque da più di un colore. Per una serie tv in cui la protagonista (interpretata appunto da Chillemi) usa la sinestesia da cui è affetta per associare i colori ai sentimenti delle persone che incontra, è indubbiamente utile avere una “tavolozza” variopinta.
E il risultato sta già portando i suoi frutti: dal suo debutto online in anteprima su Mediaset Infinity, i primi tre episodi della seconda stagione hanno ottenuto oltre tre milioni di ore viste, diventando nella settimana appena trascorsa il contenuto on demand più visto di tutte le piattaforme digital.
“Ha un colore per puntata, su sei puntate ognuna ha un colore definito dagli sceneggiatori”, ci racconta l’attrice. “Parliamo di tantissimi temi, tantissime tematiche, quindi molto belle, molto attuali. Ogni puntata credo abbia proprio il suo colore ben definito. Adesso non me le ricordo in ordine per potertele dire, però sono molto interessanti”.
Nel corso dei nuovi episodi Viola dice di voler essere leggera, ma anche di andare a fondo delle emozioni che prova anche grazie al suo lavoro. Ti ci ritrovi in questo modo di vivere vita e lavoro?
“Sì, vivo la mia vita con leggerezza, ma vado in profondità in tutto ciò che sono le mie emozioni quotidiane. Lavoro con le emozioni, quindi sono uno degli aspetti più importanti della mia vita. Mi piace toccarle, mi piace sentirle, mi piace anche esporle, farle vedere, farle arrivare. E quindi questi aspetti fanno parte di me, assolutamente”.
Questa serie è ambientata in Sicilia, una regione in cui la fiction italiana si rifugia sempre di più, non solo per raccontare la criminalità organizzata. Secondo te è il giusto riconoscimento dopo anni di stereotipi e luoghi comuni?
“Sì. La Sicilia è una terra fantastica, ci sono nata, la conosco bene sotto vari aspetti. Palermo è una città che non conoscevo, ma che ho avuto modo di conoscere con Viola e che ho trovato meravigliosa, anche in estrema crescita, nel senso che dal primo anno, dalla prima stagione alla seconda, c’è un fermento e un turismo che è fantastico. Poi la città si presta a tantissime cose, dal punto di vista architettonico è bellissima, si mangia bene… I siciliani si sa un po’ come sono, siamo calorosi, siamo folkloristici per alcuni aspetti, ma molto empatici. E quindi di star lì e passare il mio tempo lì, è stato bellissimo”.
Tornando agli episodi della nuova stagione, Viola dice “Essere belle non è sempre un vantaggio e non è mai una colpa come non lo è essere una madre”. Ti sei mai ritrovata a ribadire questo concetto nella vita di tutti i giorni o nel tuo lavoro?
“Mah, forse a sottolinearlo. La bellezza è una caratteristica che fa parte della persona. C’è la bellezza estetica, ma c’è una bellezza d’insieme, una bellezza fatta di unicità. Io ho trovato la mia bellezza interiore in una crescita personale. Quando ho iniziato a guardarmi in modo diverso, a guardarmi nel mio insieme, piuttosto che a puntare a delle cose particolari della mia fisicità o del mio aspetto. Non lo so se ho mai provato a far cambiare idea a qualcuno sul discorso della bellezza. La cosa su cui mi sono focalizzata è cambiarla io, come pensiero, come visione di ciò che è”.
Tua figlia Rania spesso ti accompagna sul set. Lei cosa ne pensa di Viola e in generale del tuo lavoro?
“A mia figlia piace molto il mio lavoro. Le piace perché c’è nata, perché c’è cresciuta, le piace perché ha tanti aspetti divertenti. Forse, anzi, sicuramente le piace perché io lo vivo con grande passione e trasporto, che ho passato anche a lei. Ogni tanto guarda delle puntate, diciamo che ha iniziato a capire pure quello che è il mio lavoro un po’ da qualche anno, perché prima forse non si rendeva tanto conto. La vedo molto entusiasta di quello che faccio. Quindi tendo a condividere con lei il mio momento lavorativo e a includerla in quella che è la mia vita professionale”.