Elio: “Sanremo? Ci rivelarono che avevamo vinto noi. Ma dissero la stessa cosa a Giorgia”
Elio, ospite a Tintoria, ricorda l’esperienza a Sanremo nel 1996: “Avevamo organizzato tutta la settimana come una sorta di installazione di arte contemporanea, con l’obiettivo di fare cose che non aveva mai fatto nessuno”
“La nostra idea era di fare una presa per il culo atomica delle canzoni dell’epoca del Festival”. Stefano Belisari, in arte Elio, ricorda a Tintoria la partecipazione di Elio e le Storie Tese al Sanremo del 1996, quando la band si classificò seconda con ‘La terra dei cachi’. “Il testo era di una retorica imbarazzante. Volevamo fare un testo infarcito di luoghi comuni. Dopo, quando abbiamo messo tutto assieme, si è trattato di cantarlo. Pensai: ‘che cagata allucinante’. C’erano dubbi pazzeschi, finché mi dissi: ‘andiamo’. Ci siamo organizzati, abbiamo pensato di fare una cosa che si staccasse dalla classica esibizione del Festival. Abbiamo organizzato tutta la settimana come una sorta di installazione di arte contemporanea, con l’obiettivo di fare cose che non aveva mai fatto nessuno. La prima sera, ad esempio, ero arrivato sul palco completamente viola”.
Lo spirito del gruppo era assolutamente goliardico: “Eravamo andati al Festival per fare i cazzoni – prosegue – il rapporto è sempre stato di odio e amore. Quando ero piccolo i Festival erano quei 2-3 giorni in cui potevo sentire della musica. Sono cresciuto con quel mito, è rimasta sempre in me una curiosità di andare a vedere. Una volta con dei trucchi ci eravamo andati come inviati, ci mancava solo il palco. Per ottenere quella cosa lì dovevamo cantare. In quel periodo ci arrivavano voci che Baudo voleva che andassimo. Noi dicevamo ‘no’. Però quell’anno hanno insistito così tanto che abbiamo detto ‘vabè, scriviamo una roba assurda’”.
Inevitabile un accenno alla leggenda metropolitana relativa alla vittoria ‘scippata’: “Quel Sanremo fu oggetto di indagini per le telepromozioni; poi aprirono un altro filone sulla gara. Nell’ambito di quell’indagine chiamarono tutti i cantanti e li interrogarono. Chiamarono anche me. Chi mi interrogò mi disse: ‘dalle nostre indagini risulta che abbiate vinto voi, ma lei questa cosa non la può dire finché non si chiude l’indagine’. Dopo tantissimi anni parlai con Giorgia e mi confessò che dissero la stessa identica cosa pure a lei”.