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Rai-Scurati, spuntano anche i casi di Nadia Terranova e Jennifer Guerra

Non solo Antonio Scurati, spuntano altri casi analoghi che coinvolgono due scrittrici: Nadia Terranova e Jennifer Guerra. Cosa hanno detto

22 Aprile 2024 12:57

Come scoperchiare il vaso di Pandora, il caso Scurati ancora fresco di polemiche porta i suoi strascichi. Di certo, e in tutti i casi, non è un segnale positivo che la “censura” sia una parola tornata prepotentemente in primo piano nei dibattiti televisivi, sui giornali, ma la notizia della cancellazione del monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile inevitabilmente apre i telegiornali, matura riflessioni che ruotano attorno a quella parola.

Oggi spuntano fuori altre vicende analoghe che faranno altrettanto discutere, altri nomi.

Sono quelli di altre due scrittrici: Nadia Terranova e Jennifer Guerra.

Scurati-Rai, La vicenda di Nadia Terranova

Nadia Terranova, intervistata dal quotidiano Il Manifesto, mette alla luce il suo caso. Non risale a tanto tempo fa dato che si parla solo del marzo scorso.

Nei giorni in cui il dibattito politico si è infuocato in seguito al corteo Pro Palestina svolto a Pisa dove la Polizia ha caricato alcuni studenti, la scrittrice racconta di essere stata contattata dalla redazione di CheSarà (proprio la stessa trasmissione al centro del caso Scurati) proponendogli la scrittura di monologo sul fatto che, poi, lei stessa avrebbe dovuto leggere in diretta tv.

L’ho fatto – racconta la Terranova “abbastanza scossa” – ma il testo non è stato reputato adatto alla puntata. Sono rimasta stupita quando mi è stato chiesto di cambiare il mio monologo“.

A questa rivelazione segue un editoriale che sarà pubblicato fra pochi giorni, il 26 aprile, sulla rivista “K“.

Qui la scrittrice non menziona direttamente il programma:

Una trasmissione televisiva mi ha chiamata invitandomi a scrivere e recitare un monologo, ma dopo aver inviato il testo sono stata contattata dalla redazione che mi ha informata che avrei dovuto modificarlo secondo precise indicazioni. Mi sono rifiutata. Era un testo sul potere. Contro il potere. Ho rinunciato alla puntata e ho tenuto il testo originale che ha poi avuto altre destinazioni.

Siamo sempre ingranaggi – aggiunge – ma possiamo quasi sempre sottrarci: il quasi apre uno spazio e ne chiude un altro. Stavolta ero in uno spazio aperto. Uno spazio dal quale mi è stato impedito di marciare sulla testa dei sovrani da un palco, e io me ne sono presa un altro, anzi me lo sono costruita apposta – conclude – trasformando senza troppe chiacchiere quel divieto, con una sparizione e un’esplosione, nel senso di un altro racconto”.

Scurati-Rai, Il caso di Jennifer Guerra

E poi c’è Jennifer Guerra. Giornalista e scrittrice Bresciana di 29 anni. Si occupa di tematiche femministe, alle sue spalle ha numerosi impegni professionali. Guerra, raggiunta da Bresciaoggi, racconta per filo e per segno la sua vicenda, a partire dall’organizzazione pre-ospitata. Ancora una volta la trasmissione coinvolta è CheSarà di Serena Bortone.

Anche in questa circostanza non si tratta di un fatto tanto remoto, ma recentissimo:

Quando è uscito il mio ultimo libro, la settimana dell’8 marzo, ero stata invitata a collegarmi alla trasmissione di Serena Bortone “Chesarà”. Sono stata chiamata nel pomeriggio del giorno precedente la messa in onda e ho parlato con un’autrice che mi aveva dato per garantita la mia partecipazione.

Abbiamo fatto delle domande preparatorie, poi lei avrebbe avuto una riunione al termine della quale mi avrebbe fatto sapere se mi sarei dovuta collegare via Skype o se sarebbe venuto qualcuno della redazione Rai più vicina. Insomma, la mia partecipazione era data per certa. Visto che tema della puntata erano i diritti delle donne, ho risposto alle domande dell’autrice (che non ricordo nel dettaglio) criticando le azioni del governo Meloni, in particolare sul tema aborto. Non c’era ancora stato l’emendamento del Pnrr, ma le avevo detto che Meloni stava legittimando gli antiabortisti e minando il diritto di aborto in maniera subdola.

Il racconto prosegue:

Finita la telefonata, in cui mi viene ripetuto ancora una volta che di lì a poco avrei saputo come collegarmi alla trasmissione, non ho più avuto notizie del programma fino alle 10 di sera. L’autrice mi scrisse un messaggio per dirmi che le dispiaceva ma che non c’era spazio in scaletta per il mio intervento. Ricordo bene che dissi subito a mio marito che sospettavo che il collegamento fosse saltato perché avevo criticato il governo.

Aggiunge infine:

Dopo la questione Scurati sono ancora più convinta che i miei sospetti fossero fondati. Ovviamente – precisa – non ho mai pensato che la colpa fosse dell’autrice o di Serena Bortone, anzi, il suo comportamento dopo la censura di Scurati è stato davvero ammirevole.

Ancora più chiara è la disamina della scrittrice, amareggiata per quanto accaduto e che pare non avere più dubbi:

Mi è capitato molte volte che collegamenti di questo genere saltassero all’ultimo momento per le più svariate ragioni, ma in questo caso mi colpì proprio il passaggio del “Ti manderemo lo zainetto, ti confermo tra un’ora” al “Non ho più saputo nulla, immagino non ci fosse spazio nella scaletta” ore dopo. Il fatto che in mezzo ci sia stata una mia critica al governo adesso non mi sembra più una casualità.

Nonostante la Rai, nella giornata di ieri, si sia difesa respingendo le accuse di censura nel Servizio Pubblico (qui la nota Usigrai con la reazione dell’AD Roberto Sergio), il terremoto scaturito dal caso Scurati porta nuove scosse.