Antonio Scurati, cancellato il monologo sul 25 aprile a Che sarà. Il Pd: “Censura”
La conduttrice Serena Bortone: “Ho appreso ieri sera, con sgomento, e per puro caso, che il contratto era stato annullato”.
AGGIORNAMENTO ORE 12.15 – Il direttore dell’Approfondimento Rai, Paolo Corsini, ha dichiarato:
“Nessuna censura. La partecipazione dello scrittore Antonio Scurati alla trasmissione Che sarà, condotta da Serena Bortone, non è mai stata messa in discussione, come dimostrano i comunicati stampa e gli elenchi ospiti ad uso interno. Credo sia opportuno non confondere aspetti editoriali con quelli di natura economica e contrattuale, sui quali sono in corso accertamenti a causa di cifre più elevate di quelle previste e altri aspetti promozionali da chiarire connessi al rapporto tra lo scrittore e altri editori concorrenti. Al di là di queste mere questioni burocratiche, la possibilità per Scurati di venire in trasmissione non è mai stata messa in discussione. Nessuna censura.”
Oscurato Antonio Scurati. A far scoppiare il caso nella mattinata di sabato 20 aprile, è la conduttrice Serena Bortone, al timone di Che sarà dallo scorso settembre:
“Come avrete letto nel comunicato stampa, nella puntata di questa sera di “Che sarà” era previsto un monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile.
Ho appreso ieri sera, con sgomento, e per puro caso, che il contratto di Scurati era stato annullato. Non sono riuscita ad ottenere spiegazioni plausibili. Ma devo prima di tutto a Scurati, con cui ovviamente ho appena parlato al telefono, e a voi telespettatori la spiegazione del perché stasera non vedranno lo scrittore in onda sul mio programma su Raitre. Il problema è che questa spiegazione non sono riuscita a ottenerla nemmeno io”.
Il Corriere della Sera scrive che secondo fonti Rai Antonio Scurati, uno degli scrittori italiani più noti, aveva fatto leggere il testo del monologo sul 25 aprile alla dirigenza di viale Mazzini. Secondo i dirigenti questo testo sarebbe stato troppo schierato durante un momento di campagna elettorale. Scurati avrebbe ricevuto la proposta di esibirsi con quel monologo ma a titolo gratuito, quindi avrebbe risposto picche.
Naturalmente questo episodio non poteva non generare proteste da parte dell’opposizione. Ha tuonato il responsabile dell’Informazione per il Partito Democratico Sandro Ruotolo (ex collaboratore di Michele Santoro):
“Telemeloni questa volta l’ha fatta veramente grossa”.
Anche il Movimento 5 Stelle alza la voce, per bocca dell’esponente M5S in commissione di vigilanza Rai Dolores Bevilacqua e del capogruppo M5S in commissione cultura al Senato Luca Pirondini.
”La Rai dovrà rispondere alla nostra interrogazione in commissione di vigilanza. C’entra qualcosa il fatto che l’autore avrebbe dovuto interpretare un monologo sul 25 aprile? Davvero temi come la cultura e l’antifascismo fanno così paura alla Rai meloniana? L’azienda sarebbe ancora in tempo per tornare sui suoi passi e rivedere questa decisione assurda, che puzza di censura lontano un miglio”.
L’episodio si inserisce in un quadro molto complicato per la Rai, dato che pochi giorni fa la Commissione di Vigilanza aveva approvato un emendamento che modificava il funzionamento della par condicio. Tale emendamento, proposto dalla maggioranza del governo, prevede uno spazio maggiore dato agli esponenti di governo, ufficialmente per parlare della propria attività istituzionale.
L’Usigrai, il maggior sindacato dei giornalisti di viale Mazzini, aveva denunciato in un comunicato letto nel corso di alcune edizioni del Tg1, Tg2, Tg3:
“La maggioranza di governo ha deciso di trasformare la Rai nel proprio megafono. Lo ha fatto attraverso la Commissione di Vigilanza che ha approvato una norma che consente ai rappresentanti del governo di parlare nei talk senza vincoli di tempo e senza contraddittorio. Non solo, Rainews24 potrà trasmettere integralmente i comizi politici, senza alcuna mediazione giornalistica, preceduti solamente da una sigla. Questa non è la nostra idea di servizio pubblico, dove al centro c’è il lavoro delle giornaliste e dei giornalisti che fanno domande (anche scomode) verificano quanto viene detto, fanno notare incongruenze. Per questo gentili telespettatori vi informiamo che siamo pronti a mobilitarci per garantire a voi un’informazione indipendente, equilibrata e plurale”.
Napoletano, classe 1965, Antonio Scurati è noto anche per aver pubblicato una trilogia su Benito Mussolini: nel 2018 è uscito M. Il figlio del secolo, nel 2020 M. L’uomo della provvidenza e due anni dopo M. Gli ultimi giorni dell’Europa. Su Raiplay è disponibile M. Il figlio del secolo, un reading parziale della prima opera con le voci di Valerio Mastandrea, Marco D’Amore e Luca Zingaretti.