Amici come prima, anzi come l’anno scorso: praticamente una replica, ma con allievi nuovi
La fase serale della ventitreesima edizione di Amici ha avuto inizio, con la prima puntata andata in onda su Canale 5. La recensione di TvBlog
Maria De Filippi, alla fine, fa bene.
Fa bene a non stravolgere il serale di Amici e a non cambiarlo di un micrometro, considerando sia l’ottima media share ottenuta dalla scorsa edizione che l’assenza di una concreta controproposta da parte del competitor principale, Rai 1, che, fatta eccezione per Ballando con le Stelle, non ha mai realmente riacceso il proprio sabato sera, dichiarando “guerra” ai programmi Fascino.
Fa bene anche perché Amici, da qualche edizione a questa parte, ha anche raggiunto una stabilità rispetto a quello che è sempre stato storicamente un format caotico, confusionario, il programma creatore del “pongo-regolamento” per antonomasia, un regolamento malleabile che, nonostante la sopraccitata stabilità, ogni tanto germoglia come le patate.
A visione ultimata, questo primo serale di Amici è praticamente una replica del serale dell’anno scorso, ma con allievi nuovi e qualche cambiamento nel corpo docente che, però, non inficia le classiche dinamiche tra professori, caratterizzate da rivalità ostentate a colpi di frecciatine e sfottò da terza elementare, con un Rudy Zerbi diventato ormai talmente insopportabile nel ruolo di professore che quando si veste da Ken con la parrucca bionda e vestito di rosa risulta quasi divertente (e più credibile…).
La parentesi del guanto di sfida tra prof, che va oltre il trash fino a raggiungere il camp probabilmente, è il momento del varietà nel talent show tirato su praticamente con il minimo sindacale della creatività, intriso di un’ironia che, presumibilmente, per chi si affaccia al serale senza aver seguito tutte le dinamiche del talent show degli ultimi anni, risulterà al limite del comprensibile.
Oltre al mini-varietà fatto in casa, c’è anche il momento comico affidato a comici professionisti che, però, anche in questo caso, non possono sottrarsi al compito di proporre una comicità che deve satireggiare per forza Amici e i propri protagonisti in quanto è l’unico modo che i comici “esterni” hanno per entrare nelle grazie dei fan esagitati presenti in studio che, se potessero, tirerebbero loro ortaggi.
I tempi in cui Maria De Filippi faceva arrivare dagli Stati Uniti divi hollywoodiani che assistevano svogliati alle esibizioni, non offrendo nulla allo spettacolo, non mancano per niente ma anche piazzare un numero comico di questo tipo (dalla durata di tre minuti e poco più) in mezzo ad un momento dello show dove gli allievi sono in ansia per l’eliminazione e il pubblico presente in studio è in trepidazione assieme a loro rende questi ospiti, alla fine, praticamente fuori luogo.
Quindi, lasciando perdere il meccanismo delle “partite” che può tranquillamente essere confermato, viene da chiedersi se davvero non esista altro modo per rendere Amici un varietà meno raffazzonato e soprattutto meno “esclusivo”, specie per chi non ha seguito la fase iniziale. Un filmato di presentazione per ogni allievo, ad esempio, in questo primo serale, sarebbe già stato qualcosa.
E anche la diretta, forse, darebbe quel qualcosa in più, in primis l’imprevedibilità, o la percezione di evento.
Perché se è vero che la mancanza di un competitor regala tranquillità, è altrettanto vero che rischia di comportare anche un ozio creativo preoccupante per il futuro.