Michelle Impossible and Friends è un varietà superstite. C’è speranza
Il varietà non è morto, si può ancora fare e il coraggio di portarne in scena uno come Michelle Impossible & Friends può essere premiato.
Diciamoci la verità, quando Michelle Hunziker ci si mette, riesce a portare in scena uno spettacolo degno di essere chiamato tale e fa tirare un sospiro di sollievo a chi temeva che il varietà fosse morto. Non è un caso il titolo del programma. Michelle Impossible & Friends, fatte salve le eccezioni dei talent show, resta tra i varietà puri superstiti in un panorama minato da tutt’altro. Ospiti di alto calibro, corpo di ballo, orchestra, scenografie sfavillanti: c’è tutto che può essere reputato all’altezza di uno spettacolo moderno dell’anno 2024.
D’altronde la sua fortuna non è stata solo quella di essere arrivata alla terza edizione, ma anche quella di aver conservato l’ABC del varietà pulito, rendendolo quantomeno alla portata della tv generalista di oggi. Mica facile.
Michelle Impossible & Friends: conferme e sbavature
Delle sacralità del varietà, appunto, qualcosa è stata fortunatamente lasciata dov’era. Ad esempio, la sigla: vista ormai come un elemento da perenne salvataggio in corner da trattenere, costi quel che costi se pensiamo al panorama dell’intrattenimento attuale. Circa tre minuti in cui le musiche da gran galà diventano un biglietto da visita che ci accompagnano verso la serata. “Piacere Michelle” dice con aria da star in un trionfo di strombettii, cori e batterie.
Poi l’applauso plebiscitario di un pubblico che riempie la metà dello studio. Rottura del ghiaccio, Michelle fugge per fare subito il primo cambio d’abito e dunque lascia il palco a due delle sue spalle comiche: Katia Follesa, piacevolissima conferma irresistibile nel suo stile di comicità, ed Andrea Pucci. Circa due/tre minuti effetto tappabuchi in cui i due si sono arrangiati in attesa che la padrona di casa compaia dalle scale per fare la sua discesa. Un momento che – per quanto studiato – risulta un po’ troppo stantio, da tempi morti. Sarà che pure questo atto rientri nel nuovo modo di fare varietà, ma non è una trovata che fa urlare alla genialità.
Michelle e gli ospiti a proprio agio nello show
Michelle è una brava padrona di casa che accoglie l’ospite senza scavalcarlo con prepotenza (aspetto non da poco), dà conferma di un talento da showgirl che ha studiato come si può realizzare un one woman show. Capace nel giocare con i suoi ‘friends’, ha creato con loro un’alchimia vibrante a favore di sketch studiati e cesellati per riuscire al meglio, tant’è che la Hunziker non ha trasmesso alcun imbarazzo. Si lascia apprezzare, mette in campo voce, canto e ballo. Lei si dà per il suo impegno.
Gli ospiti si lasciano accarezzare da idee singolari e talvolta più calzate a pennello. Andrea Bocelli che entra in Mediaset a cavallo è già un piccolo cult da teche Mediaset, Michelle nell’esibizione insieme a Lorella Cuccarini in “Fame” risulta azzeccata sia per conduttrice e ospite, pienamente in sintonia anche nel karaoke delle sigle più iconiche dell’attuale prof di Amici, pronta a festeggiare i primi 40 anni di carirera.
Il monologo di Gerry Scotti sulla nascita della tv è il momento che, fra tutti, è spiccato per intensità ed emotività. Nel racconto di sua nipotina di tre anni che le chiede se suo nonno ‘abita’ dentro la tv esprime tutta la sua tenerezza e sulla chiusura “La televisione potrete pure spegnerla, ma la sua magia no” l’emozione tramutata in commozione di un uomo di spettacolo che sa cosa è la televisione.
Claudio Santamaria da elemento d’orchestra ‘disturbatore’, a seguire si è tramutato in complice di Michelle esibendosi in un divertente charleston dell’amore, spaziando poi su i più disparati generi musicali. Ha giocato nell’interpretare l’innamorato Sasà di “Lugano Amara“, una parodia di Terra Amara che tenta di apparire divertente quasi più dell’interpretazione della Hunziker in Alex, l’ariete.
La Gialappa’s Band che scorrazza in voce per tutta la puntata resta un punto di forza. Gherarducci e Santin hanno dato un tocco più “Mai dire” ai segmenti da loro commentati per distruggere con quello stile cinico per cui gli si vuole tanto bene. Con loro, nel cast fisso, due rivelazioni del GialappaShow: il talento di Valentina Barbieri (nell’imitazione della Hunziker) ed Alessandro Betti. Riesce persino la gag del cantante totalmente sconosciuto che, dagli anni ’80, torna sulle scene con esito flop.
Altra trovata piacevole della serata è legata alle canzoni d’amore più tristi interpretate insieme a Francesca Michielin e Rocco Tanica. Con lui (che di genialate se ne intende) si va sul sicuro.
Il mitico studio 20 nella regia di Luigi Antonini
Il ritmo non è mancato né allo spettacolo e né tanto meno alla regia di Luigi Antonini che, come ormai ci ha ben abituati, non vuole annoiare chi guarda dando dinamicità ad ogni singolo momento di spettacolo. Il suo cruccio è sfruttare la potenza totale di uno studio importante, il mitico studio 20 del Centro di produzione Mediaset.
Al di là di quello che è stato un risultato d’ascolto sottotono per una prima puntata, Michelle Impossible & Friends ha lo smalto per il pollice in su e continuare su questa strada, senza troppi pensieri se non quello di confermarsi un varietà pulito. Si può fare.