Margherita delle stelle, semplicità è la parola d’ordine (ma può essere un’arma a doppio taglio): la recensione
La straordinaria semplicità della vita di Hack aggancia il pubblico, ma l’altrettanto eccessiva semplicità di alcuni momenti stonano con la mission della fiction
Chissà come avrebbe reagito Margherita Hack a sapere che Raiuno ha mandato in onda un film-tv su di lei: forse, come suggerisce sui social Federico Taddia (che co-sceneggiato Margherita delle stelle con Monica Zapelli, forte di averla conosciuta e lavorato con lei), avrebbe semplicemente detto “Che bischerata!”. Semplice semplice, così come si è deciso di portare in tv la vita di una donna comune, ritrovatasi ad essere straordinaria senza neanche accorgersene.
La recensione di Margherita delle stelle
La visione della fiction di Raiuno e RaiPlay colpisce per due motivi. Il primo, appunto, è la semplicità della vita di Margherita Hack, che sembra essersi fatta trasportare dagli eventi, senza nutrire forti ambizioni ma lasciandosi sempre guidare dalla passione e dalla convinzione di meritare ciò che chiedeva.
In questo senso, il film-tv è utile nel fornire a chiunque volesse avere delle nozioni su Hack degli strumenti che vanno oltre le nozioni scientifiche e che ci restituiscono la donna e non l’astrofisica. Un modello da seguire per chiunque avesse dei dubbi sull’importanza di dare alla propria passione il giusto spazio.
Margherita delle stelle fa questo: con semplicità accompagna il pubblico lungo una vita che, a ben pensarci, nella sua semplicità è straordinaria. Inserire artifici narrativi, colpi di scena o personaggi eccessivamente carichi di pathos avrebbe alterato l’intenzione originale del progetto.
C’è, però, dell’altro. La fiction, forse vittima della semplicità di cui sopra, pecca in alcuni momenti di un’estremizzazione del racconto, scendendo al compromesso della didascalia, complice un’interpretazione dal parte del cast a volte troppo concentrata sulla cadenza toscana che su ciò che veramente contava. Soprattutto in alcuni dialoghi, che non lasciano nulla di poetico in quella che invece è un’esistenza che fa delle scoperte e della passiona una vera e propria poesia esistenziale.
E questo stona con tutto il resto: con la mission di cui abbiamo già parlato, con l’omaggio che il film-tv vuole evidentemente essere, con quell’idea di semplicità che avrebbe dovuto elevare questa storia e non portarla ai ranghi di un film-tv che avrebbe potuto regalare molte più emozioni.