Crozza imita Biden e viene celebrato dalla destra americana. Ma in passato prese di mira anche Trump
Crozza viene celebrato dalla destra americana per la sua feroce imitazione di Biden. Ma nel 2016 riservò lo stesso trattamento a Trump. Perché ad essere preso di mira è il potente di turno. Come è scontato e giusto che sia
Spopola nel canali social della destra americana la parodia di Joe Biden promossa da Maurizio Crozza. Un’imitazione, lanciata nell’ambito della nuova stagione dello show in onda sul Nove, che ha varcato in pochissimo tempo i confini nazionali, già a partire dalla gag inclusa nel promo di Fratelli di Crozza.
Quello dipinto dal comico genovese è un presidente degli Stati Uniti poco lucido, disorientato e incapace persino di riconoscere la valigetta nera contenente i codici per dare il via ad un attacco nucleare.
Difetti messi in evidenza con maggiore incisività venerdì sera, quando Biden-Crozza – tra un peto e l’altro -ha prima scambiato l’Italia per un Paese nemico e successivamente ringraziato per aver contribuito a liberare l’America dal nazifascismo. Affermazioni sconclusionate, come quella sulla Russia: “Voglio dire al mondo che per distruggere Putin continueremo a fornire armi a Ilary Blasi. Resisti Ilary”.
Battute non tutte ‘esportabili’ e comprensibili all’estero, dove è comunque arrivata limpida la presa in giro all’inquilino della Casa Bianca, con il fronte dei repubblicani scatenato e interessato alla rapida diffusione dei filmati.
Il rischio di far passare Crozza come un filo-trumpiano è tuttavia dietro l’angolo e, onestamente, una lettura del genere risulterebbe alquanto paradossale. Lo stesso attore, infatti, prese di mira proprio Donald Trump sia alla vigilia del voto che all’indomani della sua elezione nel 2016, restituendo un’immagine del tycoon tutt’altro che lusinghiera.
“Sarò il presidente di tutti voi”, assicurò il finto Donald, salvo poi precisare: “A parte gay, malati e musulmani“. Categorie queste spazzate vie a suon di colpi di pistola su alcuni dei presenti. Ed ancora: “Per me la cosa più importante è la Foundation International Global of America”. Parole accompagnate dall’esposizione di cartello con l’acronimo “F.I.G.A.”.
Insomma, più che un attacco a Biden, quello di Crozza non è stato altro che l’affondo contro il potente di turno. Come è giusto e scontato che sia.