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aTUTTOCUORE è un’opera d’arte

aTUTTOCUORE, il concerto di Baglioni andato in onda su Rai 1 a San Valentino, è una trasposizione tv che moltiplica l’opera live

15 Febbraio 2024 21:04

aTuttoCuore è un’opera d’arte: merito di un Giuliano Peparini in stato di grazia, della regia di Duccio Forzano che ha seguito il filo narrativo dello show cercando di tener dentro il rapporto diretto con l’artista che la tv permette e la maestosità della scena, e ovviamente di un Claudio Baglioni mai apparso tanto generoso con se stesso e con lo spettacolo. Interagisce con i ballerini, interpretando così il suo ruolo in commedia, balla, si racconta, il tutto con quella precisione millimetrica figlia del suo perfezionismo che dà visivamente e musicalmente i suoi frutti. Precisione seguita da Peparini e Forzano, altri due ‘maniaci’ dello studio, che hanno portato allo spettacolo la propria tecnica e la propria creatività.

Ne è venuto fuori uno show dalle tante anime, intessute nel racconto televisivo come storylines che hanno attraversato il concerto-evento di Baglioni, con 38 canzoni che hanno fatto vivere al pubblico non tanto una ‘carriera’, ma la storia di un uomo. Una storia che arriva in scena con un protagonista – ovviamente Claudio Baglioni – e con un alter ego, un attore-ballerino che diventa il protagonista della parte ‘visiva’ del racconto. L”audio’ ce lo mette Baglioni con “il numero di canzoni di Sanremo 2024 più otto“, come ha scherzato al mattino Fiorello ribadendo la straordinaria performance di Baglioni: 72 anni per 3 ore e 10 di live senza mai una pausa, sia pure per impugnare una bottiglia d’acqua. Mai uno stacco. E mai un momento di noia in 3 ore e più di spettacolo puro (qui il live).

Un’opera, in tutti i sensi

Chi scrive ha avuto dal destino l’occasione di vedere Baglioni live con aTuttoCuore la stessa sera della sua versione televisiva (da qui il ritardo nella pubblicazione, confesso). Una circostanza unica, per certi versi, che dà un vantaggio non da poco: poter ragionare di trasposizioni.

Il live è concepito come un’opera, nel vero senso della parola e in tutti i sensi possibili: Baglioni non è certo nuovo al concetto di ‘opera pop’ ed è stato tra i primi a immaginare live che tessessero delle storie, al di là delle tracce dell’ultimo album pubblicato. aTuttoCuore rientra in questo novero, senza dubbio. Il concept ‘operistico’ esplode nella costruzione scenica e nel concept coreografico di Giuliano Peparini: l’intro su La Via dei Colori è il manifesto stesso ‘dell’opera’, con l’ingresso dei ballerini in scena che fluiscono dalla platea, riempiono lo spazio, fanno sentire e vedere la propria presenza in un quadro che strizza l’occhio all’imponenza di un Gobbo di Notredame. Difficile non pensare di essere in un musical dai mille volti e dai tanti diversi generi, che fa di ogni canzone uno spettacolo a parte, con i propri costumi, le proprie luci, i continui movimenti del corpo di ballo, ma anche delle coriste. Una scena maestosa, praticamente 4 diversi livelli, che non sta praticamente mai ferma, per quanto immobile, e che trae dalle ispirazioni à la Escher la sua dinamicità.

L’arte dell’audiovisivo

‘Quadro’ è l’immagine che più si attaglia alla dimensione del racconto di Baglioni e Peparini, e lo abbiamo visto, e apprezzato, con “Al Centro”. Acqua dalla Luna, Porta Portese, Viva l’Inghilterra, ma soprattutto Un po’ di più e Mal d’amore (accecante per la sua bellezza) sono dei veri e propri racconti in cui le canzoni di Baglioni fanno da cornice a storie diverse che si intrecciano e crescono con la musica e con i testi: ciascuna trova una propria dimensione narrativa. Ogni ‘tableau vivant’ è in realtà una sorta di ‘intermedia’, un sistema di testi eterogenei e interconnessi che rendono il tutto un unicum. In questo senso,

Torniamo dunque al concetto di ‘trasposizione’: tocca alla regia di Forzano portare rendere l’esperienza ‘diretta’, immediata, in esperienza mediata, (ri)pensata per la tv. L’opera creativa passa, quindi, per il (ri)disegno dei quadri, per la scomposizione del racconto, che arriva in tv nel dettaglio: là dove il live vive di totali, il racconto tv si fa dettaglio, PP, campo e controcampo, alla ricerca di quelle storie, dei personaggi, delle dinamiche che si intrecciano sul palco, in continuazione.

La regia di Forzano segue l’alter ego, ne cattura le emozioni, lo porta alla ribalta, permettendo al pubblico di avere una prospettiva del tutto inedita a chi lo show l’ha visto dal vivo e una versione più ‘intima’ per chi, dalla tv, può osservare da vicino le ‘gesta degli eroi’ in scena.

Plongée e droni, poi, offrono punti di vista impossibili e esaltano il mezzo tv. A questo aggiungo l’anteprima: il backstage di un’opera come questa meriterebbe un contenuto a parte per far capire al grande pubblico cosa ci sia davvero dentro a un evento live, a un grande spettacolo che si ripete sera dopo sera.

Forzano fa vedere quel che non si può vedere e nello stesso tempo restituisce l’emozione del live: se quest’ultimo era stato forse un pizzico più preponderante in ‘Al Centro’ – diverso lo spettacolo, diversa la location, diversa la condizione -, in aTuttoCuore il dettaglio rende giustizia al grandissimo lavoro creativo e produttivo dello spettacolo. Trucco, parrucco, costumi sono degni di un allestimento lirico: sarebbero bastate le giacche cambiate da Baglioni, una per canzone praticamente, a indicare il livello. Ma a ogni quadro, c’è un altro episodio della vita di ‘Cucaio’ da raccontare e quindi nuovo costume e nuove giacca. In tv Baglioni è la ‘voce’ narrante e lo show si svolge con e intorno ad essa.

Un evento musicale, in tutto e per tutto

La musica detta i tempi, la regia l’accompagna e la esalta, le coreografie di Peparini – e il suo visual concept – la rendono tridimensionale: aTuttoCuore è uno show in tutto e per tutto, con una sua scrittura, con le sue storie, i suoi protagonisti, i suoi ospiti, i suoi momenti di leggerezza e i suoi ‘monologhi’ sociali, la spensieratezza e la nostalgia,