Splendida Cornice, Geppi Cucciari celebra il giusto e tardivo compleanno della Rai con una puntata stellare
Lo show della terza rete si distingue ancora una volta per una genialità nella scrittura senza uguali.
Ci voleva Geppi Cucciari per celebrare come si deve il settantesimo compleanno della Rai. Tra un mash up di sigle con l’Orchestra Sinfonica della Rai e la bellissima intervista al regista 94enne Vito Molinari, la conduttrice sarda con una prima puntata di Splendida Cornice senza lustrini e pailettes ha regalato a viale Mazzini i festeggiamenti che avrebbe meritato qualche giorno fa al posto di un mero Rischiatutto.
Tre edizioni in due anni per lo show del giovedì sera di Rai 3 capace di coniugare intrattenimento e cultura. Ad aprire ancora una volta le danze – letteralmente – è proprio Geppi, sempre con un riuscito centone sulle note di un successo di Raffaella Carrà. Probabilmente stavolta manca l’effetto sorpresa, ma il divertimento è assicurato.
Impossibile non includere in questo felice matrimonio tra intrattenimento e cultura di cui è celebrante Splendida Cornice una menzione per la miniserie La Storia. Lo show ne approfitta per proporre l’ultima creatura di Rai Finzioni, La Geografia, in cui si vedono solo svarioni dei concorrenti de L’Eredità o di Serena Bortone (“Quel ramo del lago di Garda“). Il risultato è irresistibile, a dimostrazione che certi autori tv sono ancora di un altro pianeta rispetto ai content creator.
Diverte anche la successiva intervista a Jasmine Trinca, un’attrice non esattamente abituata a vivere sotto i riflettori. Lontana dai social network (“Ho un vecchio Facebook“), l’interprete sfodera un lato molto spassoso e finora inedito della sua personalità, prestandosi con la conduttrice alla parodia Tre minuti in pretura. Ma soprattutto prendendosi entrambe amabilmente gioco delle chilometriche domande che Silvia Toffanin aveva posto a Trinca a Verissimo.
Squadra che vince non si cambia, al massimo si ritocca: al loro posto ancora una volta l’ingegnera Amalia Ercoli Finzi, il linguista Giuseppe Antonelli, mentre hanno fatto il loro ingresso lo psicologo e psicoterapeuta Giorgio Nardone e la professoressa di cultura e letteratura giapponese Giulia Scrolavezza. Soprattutto quest’ultima è il pretesto per introdurre il nippo-brianzolo Takahide Sano, storica presenza di Quelli che il calcio di Fabio Fazio. Il suo italiano “fluente” scatena Geppi, che regala battute a raffica. Sano con la sua simpatia meriterebbe di presenziare ad ogni puntata. Interessante è stato invece scoprire quali sono i comportamenti che i giapponesi non tollerano in società.
TRA ELIO E LE STORIE TESE DA ANTOLOGIA E L’IMMANCABILE METATELEVISIONE
Da antologia il ritorno sulle scene degli Elio e Le Storie Tese con la conduttrice che si cimenta in Caro ti amo, risposta al femminile di una canzone del gruppo milanese.
Ma la televisione di Geppi è anche metatelevisione: godibile il mash up con le sigle ad opera dell’Orchestra Sinfonica della Rai (possibile che nessuno ci avesse pensato prima?), ma il momento più alto e solenne resta indiscutibilmente l’intervista a Vito Molinari, regista dei primi varietà Rai. Un documento imperdibile per chiunque voglia studiare la televisione.
Resta da capire come mai Geppi Cucciari non riesca a fare il grande salto. Per quale motivo Rai 1 lascia a una rete minore (con tutto il rispetto) una conduttrice preparata e dalla battuta pronta che potrebbe rivitalizzarne il palinsesto?