Grande Fratello: tra rimproveri e riflessioni, cosa ne rimane delle lavate di capo?
In oltre vent’anni di Grande Fratello non si contano più le reprimenda ai concorrenti per lo scarso rispetto: a cosa servono le lezioncine?
Nella prima puntata del 2024 del Grande Fratello, una partenza insolita con il ritorno di una protagonista di questa edizione, Beatrice Luzzi. La triste perdita del padre avvenuta pochi giorni fa è stato motivo di abbandono del gioco da parte dell’attrice che per circa una settimana è rimasta lontana dal gioco televisivo per potersi giustamente riavvicinare ai suoi affetti.
Una notizia che in rete ha spiazzato gli affezionati alla concorrente che non hanno esitato nell’affermare che con la sua uscita dalla casa, il gioco sarebbe finito qua. Abbandono poi divenuto momentaneo in seguito alla decisione – non semplice – di rientrare in casa motivata dalla promessa a “non mollare” fatta da figlia a padre, come dalla Luzzi detto.
La riflessione di Signorini col retrogusto della reprimenda
Un ritorno, l’annuncio, il rientro dalla porta del confessionale, e di mezzo? Un’altra lavata di capo.
L’ennesima che Signorini ha liberamente fatto agli inquilini della casa per circa sette minuti, gli stessi inquilini che hanno ricevuto l’invito a “non commentare” la notizia morte del padre di Beatrice nel momento in cui questi hanno saputo il perché della ‘scomparsa’ della Luzzi dalla casa.
“Se il Grande Fratello vi ha chiesto espressamente di non commentare questa cosa (e quindi non potevate esprimere una vicinanza a Beatrice) potevate farla con l’atteggiamento, con il vostro comportamento nella casa. Vedendo alcune immagini nella casa ore dopo quello che avete saputo, sono rimasto addolorato. Quello che ho visto non mi è affatto piaciuto, tanto che ho pubblicato un post sul mio Instagram e non l’ho mai fatto da quando conduco questo programma“.
Signorini dunque sbandiera il suo post mostrandolo in casa – post IG che, a onor del vero, è stato ripreso da tanti reinterpretandolo come un’allusione a possibili provvedimenti -, il conduttore dunque ne fa quindi un elemento di discussione, di confronto, di riflessione.
Vedere – non tutti – che a poche ore dalla notizia che avete ricevuto, la preoccupazione di alcuni di voi era quella di sapere sono finiti i popcorn, di dire che “la festa non finisce e chiedere di guardare un film comico, a me questo ha disturbato. Qualcuno urlava a squarciagola una canzone dei Negramaro in filodiffusione, mi ha disturbato. Io non vi chiedo di sentire un dolore che magari non sentite, io vorrei dirvi che nonostante ci possano essere distanze o vi detestiate, davanti ad un lutto bisogna fare un passo indietro. Bisogna avere rispetto di quello che è successo.
Poi la carezza. Nessuna squalifica, né ammonizioni, d’altronde non c’è nessuna infrazione al regolamento, ci si può fermare al solo rimprovero-riflessione che tanto piace al conduttore, quando è il caso.
La buona volonta c’è, è la fiducia che manca: missione vana
Il valore su cui Signorini cerca di soffermarsi è dunque la forma, il rispetto e la sensibilità. Cose che dopo quasi una ventina di edizioni di Grande Fratello e dopo il doppio dei processi fatti nell’arco dell’esistenza di questo programma, teoricamente dovrebbero essere non solo nella top five delle conoscenze di base di un essere umano, ma anche nei pensieri di chi sa che le sue gesta – da contratto letto – sono riprese 24h su 24 (più o meno) da delle telecamere.
Peccato che ogni anno sembra di tornare al solito punto di partenza di un percorso in cui, purtroppo, si sa che – prima o poi – qualcuno rischia di minare (consapevolmente o no) con qualche atteggiamento scorretto, discriminatorio, razzista, fuori dalla dignità, blasfemo, irrispettoso, esagerato.
In passato al Grande Fratello (e non solo in questo programma) abbiamo vissuto tante di quelle squalifiche e di quelle lavate di capo che, se riassunte, se ne potrebbe fare o un glossario o una serie in puntate e più stagioni. Ad ogni situazione che ci si ripresenta davanti è un continuo ripetersi di parole, di gesta, di avvertimenti, ammonizioni, squalifiche, bacchettate e rimproveri, di “non succederà” e invece risuccede.
Situazioni e contesti che, alla fine della fiera, realisticamente fanno perdere fiducia a qualsiasi lezioncina o riflessione, nonostante tutta la buona fede che ci si vuole mettere. E per quanto la buona fede di Alfonso Signorini non la si mette in dubbio, la sua missione da benefattore portatore di sani principi, rischia altamente di essere vana. (QUI IL VIDEO)
Questo non vuole essere un punto di vista catastrofista nei confronti del prossimo (ci manca solo quello), bensì una considerazione realistica alla luce della storia di uno – e tanti – reality che di certo non hanno mai brillato per esempi di comportamento da manuale.
Per quanto ancora dovremo ribollirci il sangue guardando certe scene? Quante lavate di capo conteremo nuovamente? E per quanto ancora dovremo invocare il dimenticatoio per determinati atteggiamenti?