La Storia, il cast della serie tv di Rai 1
Jasmine Trinca torna in tv dopo diciannove anni; ritornano al piccolo schermo anche Elio Germano e Valerio Mastandrea
Nel costruire il cast de La Storia, la regista e sceneggiatrice Francesca Archibugi ha selezionato degli attori e delle attrici che sapessero dare il meglio per questa seconda riproposizione televisiva (la prima è del 1986) dell’omonimo romanzo del 1974 di Elsa Morante, in onda su Raiuno da lunedì 8 gennaio 2024 (nello stesso giorno il boxset è disponibile su RaiPlay). E il risultato è un gruppo di interpreti notevole.
A cominciare dall’attrice protagonista, Jasmine Trinca, che torna in tv diciannove anni dopo la miniserie Cefalonia. Anche per Elio Germano, interprete di Cucchiarelli, è un ritorno: la sua ultima apparizione in una fiction risale infatti a sette anni fa, quando fu protagonista di In arte Nino. Valerio Mastandrea, invece, era stato protagonista sei anni fa de La Linea Verticale, ma più di recente ha prestato la voce all’Armadillo nelle due serie animate di Zerocalcare su Netflix.
Da segnalare anche la presenza di Giselda Volodi (L’Allieva), Vincenzo Nemolato (Tutto chiede salvezza), Lorenzo Zurzolo (Prisma) ed Asia Argento, quest’ultima apparsa di recente nella serie comedy Gigolò per caso. Non da ultima, nella miniserie c’è anche Romana Maggiora Vergano, nota soprattutto per essere stata nel cast del film rivelazione “C’è ancora domani” nei panni della figlia della protagonista.
Il cast de La Storia
Jasmine Trinca è Ida Ramundo, vedova Mancuso
Una diligente maestra elementare, figlia di maestri, semplice, infantile, conserva ancora una “faccia da bambina sciupatella”. Crede con fervore nell’istruzione e solo dentro l’aula con i suoi scolari prova un po’ di pace. Il mondo le fa paura. Rimasta vedova e sola da giovane, mezza ebrea, attraversa il fascismo, le leggi razziali e l’occupazione di Roma da parte dei nazisti con un terrore occulto.
Ama i suoi figli come un’innamorata, prima di Nino (Francesco Zenga), adolescente bello e inquieto che la tiene in un continuo stato d’agitazione, e poi di Useppe (Mattia Basciani), il suo pupetto dallo sguardo celeste. I suoi figli sono la sua unica ragione di vita, “come certe gatte malandate”.
Francesco Zenga è Nino
Figlio di Ida, cresce durante i cinque anni di guerra. Odia andare a scuola, al liceo classico, e infrange i sogni di Ida di vederlo laureato abbandonando gli studi per arruolarsi volontario nell’esercito fascista. S’immerge nel caos della guerra, ritorna a casa dopo essersi unito a sorpresa ai partigiani della cellula dei castelli romani.
L’Italia sobbolle, lui viaggia, attraversa il fronte, va a Napoli, si unisce agli americani. Nino è sempre in movimento, pieno di idee, a volte in conflitto fra loro; da orfano di padre, comanda sulla madre ed è intollerante a tutte le autorità, correndo a perdifiato felice e disperato verso il suo destino.
Christian Liberti e Mattia Basciani sono Useppe
Frutto della violenza sessuale del soldato tedesco Gunther (Lukas Zumbrock), è un bambino di una dolcezza quasi soprannaturale, pieno d’amore per l’universo, gli uomini e gli animali. Il suo sguardo azzurro conquista il mondo e tutte le persone che lo incrociano. Durante la terribile occupazione nazista che affama Roma, Ida si batte come una lupa per cercare di trovare per lui qualcosa da mangiare, farlo crescere, non farlo ammalare.
Perché Useppe soffre di assenze, chiamate Piccolo Male, che finita la guerra lo faranno passare attraverso la trafila di medici e medicine. Ida è fiduciosa perché è la stessa malattia di cui soffriva lei da piccola e dalla quale è guarita.
Valerio Mastandrea è Remo
Proprietario di un’osteria a San Lorenzo, è una specie di capo di quartiere, amato e rispettato, l’unico che Nino sta a sentire e, per questo, amato anche da Ida. Si scoprirà essere uno dei capi della resistenza armata e farà da tramite per passare le notizie tra Ida e il figlio Nino. Non abbandonerà mai Ida e le sarà sempre vicino.
Elio Germano è Eppetondo
Giuseppe Cucchiarelli è un marmista che dopo il bombardamento di San Lorenzo sfolla a Pietralata insieme a Ida e Useppe. Chiamato Giuseppe Secondo per l’eccesso di Giuseppi nel capannone degli sfollati, viene ribattezzato Eppetondo da Useppe che non sa pronunciarne il nome.
Comunista, d’animo gentile e generoso, è uno strano tipetto che si lega con amicizia fortissima e anomala prima a Useppe e poi a Ida. Quando compare Nino partigiano, si unisce di slancio alla lotta armata. Catturato dai nazisti, si comporterà da piccolo grande eroe per non tradire i compagni.
Lorenzo Zurzolo è Carlo Vivaldi
Il suo vero nome è Davide Segre, studente ebreo di Mantova. È un anarchico nonviolento. Scampato alla deportazione che ha sterminato la sua famiglia, dopo l’incontro con Nino si convince a partecipare attivamente alla lotta partigiana.
L’uccisione violenta di un tedesco, lo porterà a un conflitto interiore che lo consumerà. Dopo la guerra, ritrova Useppe conosciuto durante lo sfollamento a Pietralata. Il bambino si legherà a lui, lo cercherà, mentre Davide, incapace di riprendersi dalle ferite della guerra, sprofonderà sempre di più nella solitudine.
I Mille
Famiglia mezza romana mezza napoletana, scampata ai bombardamenti a tappeto di Napoli. Si sono rifugiati nel ricovero per gli sfollati di Pietralata, guidati dalla furbizia di Domenico (Vincenzo Nemolato). Chiamati così perché numerosi, sono tutti imparentati tra loro. Sono allegri, spregiudicati, ridono, litigano, fanno la borsa nera.
Tra loro si distingue la sora Mercedes (Carmen Pommella), matrona della famiglia, che nasconde sotto una coperta i beni alimentari e li smercia anche all’interno del capannone; e Carulina (Flora Gigliosetto), chiamata da Useppe Ulì, una quindicenne già madre di due gemelline di cui dice di non sapere chi è il padre. Affettuosa, allegra, “canterina e piagnona”, resterà nei ricordi di Useppe per sempre. Fanno parte di questa famiglia anche Salvatore (Vincenzo Antonucci), Rosa (Anna De Stefano), Serafina (Rosaria Langellotto) e Giuseppe Primo (Arcangelo Iannace).
La famiglia Marrocco
Ida e Useppe affittano una stanza nella loro casa di Testaccio una volta abbandonata Pietralata. Sono ciociari: in casa ci sono il nonno, un vecchio un po’ rimbambito che vuole solo bere vino, il signor Tommaso Marrocco (Enzo Casertano) che lavora come portantino in ospedale, la signora Filomena Marrocco (Antonella Attili), sarta in casa, brutale e sboccata, sempre dietro al lavoro delle macchine da cucire e circondata di clienti, e Annita (Ludovica Francesconi), la piccola sposina del figlio Giovannino, disperso in Russia. L’attesa del ritorno di Giovannino è il pensiero fisso della famiglia. Il suo nome e la sua foto campeggiano nella casa e nei pensieri.
Asia Argento è Santina
Una prostituta che va a casa Marrocco a leggere i tarocchi, di cui è esperta, interrogata come un oracolo da Filomena e Annita sulla sorte di Giovannino. Lì conosce Davide Segre, con il quale intreccia una relazione intima, anche di pensieri e conforto, che ingelosisce Nello (Josafat Vagni) il suo magnaccia violento e possessivo.
Romana Maggiora Vergano è Patrizia
La fidanzata di Nino, di cui si innamora anche Useppe, per la sua dolcezza e la sua allegria. Fanno giri in moto in tre e, durante una scampagnata al lago, Useppe li vede fare l’amore. Insieme trascorrono momenti intensi di felicità. Da questa felicità resterà Ninetta, la pupetta che Patrizia avrà da Nino.
Giselda Volodi è Vilma
Una strana donna, un po’ maga, un po’ strega, che Ida incontra al ghetto. È considerata dagli altri ebrei una che vaneggia, poiché riporta le notizie delle radio straniere che ascolta dalla signora da cui lavora. Notizie che sono prese con fastidio, come profezie squinternate di una donna fuori di sé. C’è troppo orrore in quello che racconta, morte, deportazione, nessuno le crede.
Anna Ferruzzo è la signora Di Segni
Ha un negozio di tessuti nella piazza principale del ghetto. È la più scettica sulle profezie di Vilma, non vuole crederle. Ida la incontra di nuovo vicino alla Stazione Tiburtina, dopo che tutta la sua famiglia è stata rastrellata il 16 ottobre del ’43. Ida la segue fino al treno, e la vede gridare ai fascisti e ai nazisti di fare partire anche lei con i suoi cari, pensando che andranno in un campo di lavoro e non in un campo di morte.
Blitz e Bella
sono i cani della famiglia Ramundo-Mancuso. Blitz, voluto da Nino quando è nato il fratellino, come una sorta di risarcimento. Quando parte soldato, lo affida a Useppe, in segno del loro legame speciale. Ma il cagnolino morirà sotto le macerie del bombardamento di San Lorenzo, il primo trauma indelebile per Useppe.
Bella, invece, è una magnifica maremmana enorme e bianca, di cui s’innamora Nino come fosse una ragazza e che va a vivere con loro appena finita la guerra. Sarà compagna di grandi avventure per Useppe e nelle sue scorribande romane starà sempre appiccicata a lui, per proteggerlo da tutto. Quando Nino non c’è, Bella veglia sulla famiglia e sulla malattia di Useppe come una seconda mamma.