Alessandro Bonan a TvBlog: “A Calciomercato la condizione ideale per lavorare. Mi piacerebbe fare anche qualcosa di diverso, ma tanto non succede”
Alessandro Bonan torna con Calciomercato L’Originale: “E’ una trasmissione che non è mai uguale a se stessa. Mi permette di essere privo di filtri. Se qualcuno mi chiedesse di fare qualcosa di diverso, mi piacerebbe provare a farlo. Ma tanto non succede”
Sempre uguali, ma ogni volta diversi. Venerdì 5 gennaio riparte Calciomercato L’Originale, da vent’anni appuntamento fisso di Sky Sport. Trattative, spostamenti, ammiccamenti tra club e giocatori, il tutto condito da ironia, leggerezza e da quelle contaminazioni esterne che hanno reso la creatura di Alessandro Bonan unica nel suo genere.
“La trasmissione si trasforma, pur mantenendo la sua identità di fondo”, spiega il conduttore a TvBlog. “Non ci saranno novità clamorose, ma ho imparato a seguire il flusso, che muta di anno in anno. Nel tempo ho capito che le prime puntate sono quelle in cui troviamo la sintonia giusta con ciò che ci circonda, col contesto, col momento storico e pure con quello che noi stesso siamo. Perché anche noi cambiamo”.
Diciannove puntate complessive per questa sessione invernale, con dieci di queste che verranno realizzate in esterna, all’interno degli studi on the road che verranno messi in piedi a Tarvisio, dall’8 al 12 gennaio, e a Moena, dal 22 al 26.
“Saremo per metà a Milano e per l’altra metà fuori – prosegue Bonan – il calciomercato è diventato un buco sempre più stretto, dato che ormai tutti ne parlano nei contesti più svariati. Il fatto di uscire dai riferimenti precisi e trovarne altri che siano sorprendenti è un modo per allargare questo buco”.
Non teme che la modalità itinerante possa snaturare il programma e disorientare il pubblico?
E’ un problema che mi sono posto all’inizio. Quando fai un viaggio rimani sorpreso da quello che vedi e io seguo questa linea. Mi stupisco di ciò che scopro e il modo migliore per sorprendere chi è a casa è sorprendermi io stesso.
Dopo vent’anni c’è il rischio che subentri la noia?
Sono perseguitato dalla noia, è un tema che mi appartiene. Mi annoio abbastanza in fretta, però Calciomercato L’Originale è una trasmissione che non è mai uguale a se stessa. Mi permette di essere privo di filtri ed estremamente rilassato, senza alcuna sovrastruttura, né indicazione che provenga da chissà quale direzione. Faccio esattamente quello che voglio, penso che sia la condizione ideale per lavorare, non ne esiste una migliore. Mi diverto a trovare soluzioni diverse, alternative, scartando puntualmente le più scontate.
Non c’è nuova edizione senza una nuova canzone.
Esatto. Il brano di questa edizione si intitola ‘Mi trasformerò’, scritta da me con Leonardo Lagorio e realizzata insieme all’orchestra diretta dal maestro Gabriele Bonolis del Conservatorio Alfredo Casella de L’Aquila, con cui abbiamo deciso di mettere a disposizione degli studenti una borsa di studio dedicata all’apprendimento della musica.
Che mercato invernale ci attende?
Visto che saremo in montagna, ti rispondo che sarà un mercato con pochi fiocchi. L’Inter ha già fatto un colpo e non ne farà altri, la Juventus ha fatto sapere che si muoverà pochissimo. Il Napoli invece va corretto e certamente acquisterà qualcuno. Gennaio non è mai stato il periodo dei grandi colpi, è sempre un periodo di passaggio. Anche per questo è positivo che il programma sia pieno di tante cose, che non siano solo le comunicazioni degli acquisti e delle cessioni.
I calciofili più integralisti vi contestano proprio questo.
Le trattative rimangono il copione su cui lavorare, la forza della trasmissione. Se la notizia c’è la diamo, se non c’è cerchiamo di allargare gli orizzonti. Mi spiace se qualcuno non coglie il nostro sforzo. E’ una questione di elasticità mentale. Sono il primo a non voler esagerare, perché ritengo sia sbagliato snaturare completamente il prodotto. Devo stare attento e se esagero le critiche sono giuste e utili. A patto che non si critichi in modo pretestuoso.
Sarà un mercato senza benefici fiscali per via dello stop al Decreto Crescita. Nei giorni scorsi si è esposto sulla vicenda, scatenando parecchie reazioni.
Lo ho criticato, senza farne una questione politica. Ho semplicemente osservato che se ti affidi al Decreto Crescita per guadagnare, non fai il bene del calcio. Importi tanti stranieri che non sono superiori a quelli che hai in casa solo per poterti spartire i soldi di un mercato alternativo. Così facendo, riempi la tua squadra di calciatori normali. Se al contrario acquisti calciatori forti all’estero e fai crescere il tuo settore giovanile, fai un lavoro importante per te e per il movimento. In assoluto posso capire che il Decreto Crescita sia utile, in quanto ti permette di risparmiare sull’acquisto. Il problema c’è se diventa l’unico paradigma del mercato e questo non mi piace.
Conduttore e cantante. Se un tempo il binomio rientrava in un gioco dichiarato, ora sembra fare sul serio.
E’ scattato qualcosa di diverso. Rispetto al passato ho una facilità di scrittura che quando ripresi in mano la chitarra non avevo. Ogni tanto mi capita di fare qualche piccolo spettacolo, scrivo cose ad hoc per il contesto in cui mi trovo. La musica è diventata sempre di più una forma di espressione che mi si confà. Almeno penso.
Crede che il pubblico abbia la stessa percezione?
Non lo so, sinceramente. Suppongo che mi prendano sul serio più che in passato. Mi è capitato che qualche artista, universalmente riconosciuto come tale, mi chiedesse di fare qualcosa assieme e prima o poi accadrà. Non perché io voglia cambiare la mia vita professionale. Ho ancora abbastanza presente il senso della vergogna, che mi permette di pensare che a 60 anni sarei fuori luogo. Piuttosto, sto usando sempre maggiormente la musica per il mio ambito giornalistico. E’ diventata una componente del mio modo di esprimermi. Se rimango in questa dimensione posso essere credibile. Qualora volessi sconfinare ed entrare in un altro territorio in una maniera conclamata e assoluta potrei risultare fuori luogo.
Negli anni ha scoperto pure la scrittura e ha all’attivo due romanzi. E’ un capitolo chiuso?
La scrittura è una parte di me e credo di potermela permettere. Magari in futuro tornerò a scrivere, al momento non bolle nulla in pentola. Il mio modo di lavorare è sparpagliato: faccio tante cose, le mollo, le riprendo. Sto buttando giù un sacco di scritti, prima o poi tirerò fuori quello giusto. Chissà.
Il sabato sera conduce L’Originale dopo l’anticipo di Serie A. L’impossibilità di trasmettere tutti i match di giornata vi ha in compenso regalato maggiore leggerezza e un margine di manovra più ampio.
Siamo molto sciolti, ma al contempo non mancano bei discorsi legati al calcio. E’ un’esperienza che vivo con grande naturalezza, senza nemmeno un grande sforzo. E’ come se fosse un lavoro per cui pagherei, invece vengo pagato. Quando ragiono così il programma viene meglio. Al contrario, quando sono circoscritto, limitato da paletti precisi, soffro e vengono fuori tutti i miei limiti.
Avete inaugurato la rubrica delle ‘parole proibite’, un elenco dei termini “insopportabili” utilizzati da telecronisti e commentatori.
L’ultima cosa che voglio fare è impartire lezioni agli altri. Mi sono messo in mezzo per primo, inserendo nella lista parole usate da me. E’ tutto nato per scherzo, da un ‘tanta roba’ utilizzato per l’ennesima volta e che personalmente trovo orribile. A quel punto abbiamo cominciato a raccoglierle e mi sono divertito a buttarle dentro. Sto notando che alcuni termini ‘banditi’, che altri usavano in maniera reiterata, ora non vengono più utilizzati. Qualcuno forse sta seguendo le nostre indicazioni (ride, ndr).
Ad aprile compirà 60 anni. A livello professionale sogna di rompere i confini del calciomercato, cimentandosi in altri progetti?
Penso di saper fare la televisione. Se qualcuno mi chiedesse di fare qualcosa di diverso, mi piacerebbe provare a farlo. Ma tanto non succede, quindi vado avanti così, senza problemi. Sono convinto che se qualcuno te lo propone è perché questo qualcuno ti ha osservato, ti ha valutato e ha capito che c’è un talento da esplorare. Le reputo le premesse per un buon lavoro. Tuttavia, mi pare di vedere che questo tipo di comportamento si manifesti sempre più di rado. Proseguo con Calciomercato L’Originale, col quale io non devo chiedere niente a nessuno e nessuno deve chiedere qualcosa a me. E’ la premessa per svolgere un buon lavoro, come accade ormai da vent’anni.