The Floor, Ciro Priello: “Questo gioco mi ha conquistato subito! Con Fabio Balsamo siamo una coppia tv aperta, sogno cinema e varietà”
Cento concorrenti e cento caselle da conquistare nel game show che sta conquistando il mondo. Alla conduzione Ciro Priello, che ci ha confidato anche il suo sogno professionale di recitare in America e fare un varietà
Dagli sketch virali sui social network al quiz in prima serata sulla Rai. Per Ciro Priello, uno dei fondatori dei The Jackal, il grande salto è arrivato. L’atterraggio è previsto da questa sera, martedì 2 gennaio 2024, sul The Floor, il nuovo game show in onda per sei puntate (la seconda andrà in onda eccezionalmente giovedì 4 gennaio, poi solo il martedì) alle 21:20 su Raidue e RaiPlay.
Realizzato dalla Direzione Intrattenimento Prime Time in collaborazione con Blu Yazmine, il format è una delle rivelazioni tv del 2023: nato in Olanda dalla mente di John De Mol, già papà del Grande Fratello, di The Voice e di Affari Tuoi, il gioco mette in campo cento concorrenti disposti su una plancia di gioco (il “Floor”, appunto), pronti a sfidarsi in duelli da 45 secondi che, di puntata in puntata, porteranno ad un solo vincitore, a cui andrà un premio di 100mila euro.
“Quando ho visto per la prima volta la versione olandese, mi ha subito colpito una cosa che per me è una prerogativa principale per il successo di un quiz show, ovvero l’estrema giocabilità da casa”, ci dice Priello. “Questo programma ha qualcosa di un ingaggiante e incredibile. È semplice da capire, è molto immediato: il fatto che il pubblico possa giocare da casa è stata la cosa che più mi ha conquistato. Sono cresciuto con mia madre che seguiva i quiz show, l’ho sempre vista giocare con i concorrenti e questa per me era una prerogativa imprescindibile, per cui sono stato subito conquistato da questo format”.
È possibile che nel corso degli episodi nascano anche delle strategie tra i concorrenti o delle alleanze per arrivare alla fine?
“Assolutamente sì. Lo vedrete: l’ho notato io, che sono il conduttore, ma anche gli autori e tutte le persone che assistevano alle registrazioni. È inevitabile che ad un certo punto si crei una situazione del genere: più si va avanti, più cresce nel concorrente la voglia di voler provare a vincere. Ma questo gioco ha una particolarità: ogni concorrente è specializzato su una materia, ma nel momento in cui viene sfidato e vince, perde la sua materia e acquisisce quella dell’avversario. Quindi in base alla materia acquisita deve capire se gli conviene continuare a sfidare oppure tornare sul Floor e aspettare una nuova sfida, consapevole del fatto che sarà sfidato sulla materia che non è la sua. Per questo i concorrenti devono avere anche un po’ di cultura generale, non essere specializzati su una sola materia. Dunque è fondamentale la strategia, giustamente, perché si deve già sapere quale sarà la categoria che si acquisterà dopo. Io, prima di ogni duello, gliele mostro: nel momento in cui si sentono di essere ancora più forte, possono andare avanti ed eventualmente conquistare caselle. Poi, chiaramente, se si trovano davanti a venti altre categorie su cui non si sentono preparatissimi, a quel punto vale la pena scegliere di tornare sul Floor e aspettare che qualcun altro li sfidi”.
Ti sei fatto un’idea nel corso delle puntate su chi potesse vincere?
“Ad un certo punto, intorno alla terza o quarta puntata, avevo chiara e netta la percezione di chi potesse essere il vincitore di questa prima edizione. Però, come ci insegna la tv, la sorpresa, il colpo di scena è sempre dietro l’angolo. Bisogna ricordarsi che i concorrenti sono in piedi, in trepidante attesa da ore, aspettano di condurre con successo il loro duello, ma nel frattempo si godono anche i duelli degli altri concorrenti, quindi fungono anche un po’ da pubblico. E questa è una cosa che in qualche modo li può anche distrarre. Perciò anche chi ti sembra il più forte tra quei cento, ad un certo punto vuoi per la stanchezza, vuoi per la deconcentrazione, può perdere. Ho assistito a dei duelli che veramente sono stati vinti per il rotto della cuffia da persone che non ti saresti mai aspettato che potessero vincere quella sfida”.
The Floor è un format straniero, dunque con delle regole e dei meccanismi che non possono essere modificati. Tu come lo hai reso più tuo?
“In Italia abbiamo un minutaggio molto più lungo rispetto alle prime serate degli altri Paesi, che sono sempre intorno ai sessanta/novanta minuti. Noi avevamo la necessità di allungare di un’altra ora, di portare il tutto a due ore e un quarto, due ore e mezza circa. Ci siamo dovuti inventare delle cose per cambiare tono ogni tanto: da qui anche la piacevolissima soddisfazione di avere ancora una volta con me il mio amico e collega Fabio Balsamo nel ruolo di tuttologo, un ruolo che nel format originale non c’è. Quindi ci siamo dovuti inventare questa co-conduzione, che secondo me è stata una delle forze più principali del programma”.
Siete ormai una coppia di fatto televisiva, visto che avete già lavorato in passato altri progetti…
“Sì, ma siamo anche una coppia aperta! Abbiamo la fortuna di partecipare ad altri progetti, anche singolarmente.
Però in questo programma Fabio è stato veramente una gemma rara: avendo cento concorrenti davanti, io sentivo la necessità di affezionarmi un po’ a tutti. E non avendo la possibilità tecnica di poterli far conoscere tutti e cento, Fabio mi ha aiutato tantissimo: oltre a fornire delle curiosità attraverso una sua rubrica che si ispira al ‘Forse non tutti sanno che’ della Settimana Enigmistica, mi dava anche modo di conoscere piccoli segreti e passioni dei concorrenti”.
La conduzione di un quiz per un presentatore in Italia è una sorta di stellina che ci si appunta sul petto. Tu hai esordito da ballerino, poi sei diventato creatore per il web, attore, e poi la televisione. Ma cosa vuole fare da grande Ciro Priello?
“In realtà sto già facendo quello che volevo fare da grande. Ho la fortuna di poter partecipare a progetti tutti belli e differenti tra loro, che mettono insieme tutte quelle che sono le mie più grandi passioni. La recitazione, la danza, il canto, il ballo, la conduzione… Sono riuscito a trovare un modo per raccontarmi a 360 gradi attraverso progetti completamente differenti tra di loro. E questa per me è una grandissima fortuna. Se proprio ti dovessi rispondere, ti direi che mi piacerebbe poter arrivare ad interpretare un ruolo di quelli di Hollywood, in una produzione americana. Da super fan di Tom Cruise quale sono, un giorno mi piacerebbe stare al suo fianco. Ma davvero, mi sento molto fortunato, già sto facendo quello che in realtà avevo sempre voluto fare quando ero piccolo”.
Te lo immagineresti un one man show tutto tuo, in stile Fiorello?
“È una cosa a cui ho sempre pensato, anche insieme a Fabio. Il nostro primo mestiere è quello degli interpreti, ci piacerebbe condurre una varietà in televisione, un po’ come Famiglia Salemme Show (andato in onda su Raiuno nel 2006, ndr). Era un varietà, ma con degli inserti di recitazione, brani da cantare, coreografie… Quello sarebbe un contenitore ideale per potermi raccontare al 100% in tv. Chissà, magari un giorno ci penserò in maniera concreta”.
Chiudiamo tornando sul The Floor: se tu dovessi partecipare da concorrente, quale categoria ti porteresti dietro? E soprattutto, quale eviteresti ad ogni costo, a proposito di strategia?
“(ride) Devi sapere che sono un grandissimo appassionato della discografia di Michael Jackson: se tu mi fai vedere un balletto senza musica, io so dirti a quale canzone appartiene quella coreografia. Però non sono molto bravo con la matematica, quindi eviterei qualunque sfida sui calcoli”.