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Berlino… in Paris: Pedro Alonso e Netflix portano a casa un nuovo titolo che potrebbe durare a lungo senza stancare

Il prequel del La Casa di Carta evita gli eccessi della serie originale (soprattutto dopo le nuove stagioni ordinate da Netflix) e mette in scena due furti: uno materiale e uno del cuore…

29 Dicembre 2023 17:22

Chiamarsi Berlino, essere spagnolo ma fare il colpo della vita a Parigi. Sicuramente in quel di Netflix quando hanno pensato ad un prequel de La Casa di Carta la parola d’ordine deve essere stata internazionalità. Ma, soprattutto, coerenza e idee chiare: la serie tv disponibile da oggi, venerdì 29 dicembre 2023, e che allarga l’universo della heist series fenomeno della piattaforma con uno dei suoi personaggi più apprezzati imbocca subito la strada giusta. Tra intrattenimento, l’inevitabile romanticismo e qualche risata, la storia di Berlino meritava di essere raccontata in questo modo.

La recensione di Berlino su Netflix

Un prequel con meno eccessi (per fortuna)

https://www.youtube.com/watch?v=eBh-V2EmZ6g

Álex Pina torna sul luogo del delitto, verrebbe da dire: un’altra rapina, un altro piano pensato nei minimi dettagli ed un’altra banda di ladri con ciascuno il proprio tormento interiore. Berlino sa essere al tempo stesso uguale e differente da La Casa di Carta, proponendo al pubblico una nuova rapina da mettere a segno (e quindi facendo contenti gli appassionati del genere), ma riuscendo anche a focalizzarsi meglio su uno sviluppo che punta meno sulle esagerazioni e più su una logica sensata della storia.

Ci spieghiamo meglio: ne La Casa di Carta le vicende avevano iniziato a far storcere il naso fin dal ritorno della banda nella seconda stagione (la prima ordinata ufficialmente da Netflix, per intenderci). Troppi espedienti narrativi che hanno allungato una storia scritta evidentemente per cavalcare l’onda di un successo imprevisto a livello internazionale. E così, il rischio del prequel era di ripercorrere quella strada, sbrodolando lungo il percorso per eccessività delle idee proposte.

Un rischio che, però, fortunatamente non si è presentato. Gli otto episodi di Berlino scorrono in tutta piacevolezza, dando il giusto spazio a ciascuno dei personaggi e creando due trame parallele: quella principale, del colpo alla casa d’aste di Parigi da 44 milioni di euro, e quella secondaria legata alle relazioni tra i vari personaggi.

Quando una delle due trame inizia a stancare, ci si sposta sull’altra e viceversa, dando così al pubblico il giusto tempo per metabolizzare le informazioni e godersi ogni mossa della banda. Il tutto, come detto, senza rinunciare al tono con cui La Casa di Carta ha conquistato il pubblico: rendere un furto, per quanto spettacolare e complicato, una metafora del desiderio di rivalsa che ognuno di noi può nutrire nel corso della sua vita.

E Berlino?

A sorprendere (e forse a generare qualche delusione) è proprio il ruolo del protagonista, quel Berlino che abbiamo scoperto essere il folle braccio destro del Professore (Álvaro Morte) nella serie originale, disposto a tutto, consapevole di non avere nulla da perdere anche a causa della malattia.

Nel suo prequel, Berlino (ormai un tutt’uno con il suo interprete, Pedro Alonso) ha già in sé il seme della follia, ma è ben lontano dal personaggio visto nella Zecca di Stato spagnola. È un uomo sempre in cerca di nuove sfide, pronto ad alzare l’asticella delle sue “missioni”, ma che al tempo stesso potrebbe mandare tutto all’aria per una donna sposata. Ecco che, quindi, i colpi di Berlino sono due: quello alla casa d’aste e quello ai danni del marito di Camille (Samantha Siqueiros).

La serie riesce così a tenere sempre alta la tensione, sia che si guardi all’“illusione” che Berlino vuole mettere in atto per rubare i gioielli appartenenti a numerose famiglie reali europee che si guardi al più semplice triangolo amoroso che si sviluppa fino al finale. E proprio il finale ci assicura che, in fin dei conti, se Berlino dovesse scegliere tra l’amore della sua vita ed un altro colpo da pianificare, non avrebbe dubbi.

Netflix blinda un progetto che potrebbe durare a lungo

© Tamara Arranz/Netflix

È indubbio che Netflix sia riuscita a pensare un progetto che potrebbe regalare più di una stagione e che, perché no, potrebbe continuare ad avere un impronta internazionale a seconda del Paese in cui Berlino vuole andare a mettere le sue mani.

Quel che è certo è che il format, così com’è stato pensato, mette in sicurezza la trama da quei deragliamenti con cui La Casa di Carta aveva deluso, oltre a evitare il doppione con un’altra serie simile come Lupin. Le due serie hanno obiettivi differenti: Lupin fa della capacità mimetica del protagonista il suo punto forte, mentre Berlino ha una visione più giocosa, festosa e innamorata della vita, ricordando l’importanza di mettersi alla prova di tanto in tanto.