Rai, arriva la richiesta di ridiscussione del tetto pubblicitario? (Retroscena TvBlog)
La riduzione del canone e la mancata assegnazione dell’extra gettito costringe la tv pubblica a chiedere la ridiscussione del tetto pubblicitario
La legge di Bilancio 2024 è al suo rush finale. Proprio in queste ore è in corso il dibattito a Montecitorio. La legge di Bilancio è stata già approvata dal Senato lo scorso 22 dicembre. Stamattina sono ripresi i lavori alla Camera, alle ore 17 sono previste le dichiarazioni di voto e alle 19 partiranno le votazioni. Fra Superbonus 110% e altri provvedimenti, s’inserisce anche la riduzione del Canone Rai che passa dagli attuali 90 euro a 70.
Rai chiede la ridiscussione del tetto pubblicitario?
Rai quindi perderà il prossimo anno molti quattrini che non saranno integrati dall’extra gettito, quella parte cioè del canone che va nel fondo dell’editoria. Per la Rai quindi si prospetterebbe un’annata molto complicata sul fronte delle entrate. Pare però, secondo quanto apprendiamo, che la tv di Stato si appresti a chiedere la ridiscussione del tetto pubblicitario che impone alla televisione pubblica un quantità di spot molto più bassa rispetto alla televisione commerciale.
La guerra dei comunicati sugli ascolti
In tutto questo c’è la “guerra” dei comunicati sugli ascolti di fine anno, numeri su cui TvBlog vi ha già dato conto. Da queste parti vi abbiamo dato conto, come sempre, di totale individui e delle tre reti generaliste. Senza fare discorsi di target, che pure sono interessanti, ma vanno inquadrati in una visione più settoriale. Perchè come lo stesso fondatore di Mediaset Silvio Berlusconi ebbe a dire all’inizio della sua avventura televisiva, i confronti vanno fatti 3-3. Quando appunto “giustificò” l’acquisto di Italia 1 e Rete 4 da Rusconi e Mondadori, proprio per fronteggiare i 3 canali Rai, essendo lui già proprietario di Canale 5. Mediaset, oltre ai suoi tre canali generalisti ha più “canali specializzati”, i più visti di cinema, con una programmazione di prestigio, fatta di titoli molto forti. Mentre Rai ha canali in quel settore per lo più di servizio pubblico, con ascolti risibili. Ecco quindi che naturalmente Mediaset ha ascolti più alti nel settore “specializzati”.
Il comunicato Mediaset
Anno record per gli ascolti Mediaset.
Nel 2023, pur non essendo tra i propri obiettivi d’ascolto, Mediaset sorpassa stabilmente il competitor pubblico su tutti gli italiani considerando l’anno pieno e tutti gli eventi. Lo certifica Auditel registrando il costante aumento dell’audience delle reti Mediaset in tutte le principali fasce di palinsesto. Un risultato storico.
Le reti Mediaset, infatti, nelle 24 ore raggiungono il 37.7% di ascolto medio (Rai 37%). In quattro anni Mediaset è cresciuta di anno in anno dal 34,6% al 37,7%.
Da sottolineare come anche l’ascolto in valori assoluti di Mediaset sia cresciuto, in controtendenza rispetto al totale ascolto, grazie all’apporto dei risultati sulle tv connesse e device digitali. Ascolto superiore a quello del 2022 e persino a quello del 2019.
In crescita costante anche il risultato sui 15-64 anni, target di riferimento: nel totale giornata, negli ultimi quattro anni Mediaset è passata dal 37,7% al 40,7% raggiungendo un vantaggio che sfiora i 10 punti.
Nel 2023 la rinnovata linea editoriale ha portato anche a una importante crescita d’ascolto delle reti principali.
Lo dimostrano gli andamenti delle singole reti generaliste.
Canale 5 si conferma la rete in assoluto più vista sul target commerciale (Canale5 18.3% / Rai1 14.1%).
Italia 1 sul pubblico di riferimento, il target 15-34 anni, raggiunge l’8,2% (Rai2 4.6%). È terza rete sul target commerciale dopo Canale5 e Rai1.
Retequattro conferma il vantaggio nelle 24 ore rispetto alla diretta concorrente con il 4.0% (La7 3.4%) e con il 5.4% è leader anche nelle prime serate d’informazione (La7 4.1%).
Il 2023 è stato per Mediaset un anno record anche per gli ascolti digital (TV connesse, Pc, device mobili): dal 2022, in un solo anno, sono raddoppiati. Mediaset è primo editore italiano per i consumi non lineari: quasi 4,4 miliardi di video visti. Rispetto allo scorso anno, l’incremento certificato è del +40.6% di tempo dedicato alla visualizzazione di contenuti Mediaset.
Il comunicato Rai
Rai, anche per il 2023, si conferma leader di ascolti, e con le 3 reti generaliste RAI vince nettamente la sfida degli ascolti: sull’intera giornata, totalizzano il 30.4% share (Mediaset generalista 26.3%), mentre sul prime time il 31.8% (Mediaset generalista 26.5%). Il gap è importante soprattutto se si considera, oltre ai volumi di ascolto, la capacità di copertura della fascia più attentiva per eccellenza e cioè quella del prime time.
Lo scopo del servizio pubblico è quello di parlare a tutti, quindi non sempre l’obiettivo è quello di ottenere la miglior performance di ascolto, ma spesso lo è anche quello di mettere a disposizione generi di visione di nicchia per soddisfare le esigenze di piccoli target di visione (ad esempio i canali cultura o i programmi culturali in senso ampio).
Ciò nonostante, se stilassimo una graduatoria dei top 25 programmi visti a ieri (al netto delle duplicazioni, es. San Remo conta 1), Rai Uno vince 19 volte 6 di Mediaset.Se andassimo ad analizzare i dati su target focus e non sulla totalità della popolazione ci renderemmo conto che le performance Rai vs il principale competitor sarebbero decisamente schiaccianti sui target realmente attivi commercialmente, istruiti con buona capacità di spesa, dove il gap raggiunge ben oltre 10 punti percentuali, ma non è questo l’obiettivo del servizio pubblico.
Le tre reti generaliste RAI si confermano leader negli ascolti anche quest’anno:
RAI 1 è la rete più vista sul totale individui, sia sull’intera giornata con il 18.3% share in continua crescita rispetto agli ultimi 5 anni (+2 pt. vs. 2019), sia sul prime time con il 20.4% share (+1.8 pt. vs. 2019). Il distacco su Canale 5 è di 1.7 pt intera giornata, e di ben +4.4 punti sulla prima serata.
RAI 2 si conferma nell’intera giornata la quarta rete più vista (dopo Rai1, Canale 5 e Rai3), con il 5.2% share sul totale individui.
RAI 3, terza rete più vista sul totale individui , stabile con il 6.8% share intera giornata, continua a crescere sul target laureati, con il 9.6% share intera giornata, e l’8,4% share in prime time.
Da considerare anche l’incessante sperimentazione editoriale adottata dal servizio pubblico per testare generi e programmi che possano aggiungere pubblico a quello già esistente sulle proprie reti.
Citiamo dei veri e propri successi, d’obbligo sottolineare: Viva Rai 2, gli ATP Finals di Torino, la Coppa Davis, gli Eurovision Song Contest e le innumerevoli fiction di servizio pubblico o di grande successo che hanno come obiettivo quello di narrare la storia del nostro Paese, le partite degli “azzurri” di qualunque disciplina sportiva (Rai casa delle Nazionali italiane).DIGITAL
Il 2023 è stato per Rai il terzo anno consecutivo di crescita degli ascolti digital (TV connesse, Pc, device mobili). Dal 2020, primo anno completo dall’inizio della rilevazione Auditel Online, Rai ha registrato un aumento pari al 130% del consumo. Nell’ultimo anno in particolare, il consumo dei contenuti sulle piattaforme Rai è cresciuto del 26% in termini di Totale Tempo Speso e del 18% in termini di video visti vs 2022.
Rai con il 50% del consumo totale, è primo editore italiano per i consumi non lineari di durata maggiore a 30 minuti in modalità on demand (contenuti “long form”): quasi 400 milioni di ore di visione, confermandosi leader per ascolto di contenuti di qualità. La fiction Rai si conferma il genere editoriale più fruito con quai il 60% del consumo on demand Rai.
Anche in questo caso va citato il fenomeno dell’anno, Mare Fuori, che ha totalizzato solo online 52 milioni di ore viste e 118 milioni di visualizzazioni.
L’elemento nuovo, un tetto pubblicitario più ampio per Rai
Detto questo l’elemento nuovo e che per certi versi spariglierebbe la situazione del mercato televisivo in Italia, è la richiesta da parte di Rai di ridiscutere il tetto pubblicitario che ora gli è imposto per legge. D’altra parte la legge Tusmar (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici) che regola i tetti, prevedeva un adeguamento ISTAT annuo del canone da 90 euro in su. Cosa mai avvenuta, con ora addirittura un taglio di 20 euro. Aumentando detto tetto è chiaro che Rai potrebbe supplire alla mancanza di entrate economiche (o parte di esse) che dovrà subire il prossimo anno. Il tutto con buona pace di Mediaset, La7, Sky e Discovery.